Il lunedì del direttore

Il Giubileo dei giovani ha smentito la narrazione sulle nuove generazioni

Riporto, come lunedì del direttore, quanto scritto sul Giubileo dei giovani dalla ministra Eugenia Roccella sulla sua pagina Facebook. Ne condivido pienamente il pensiero. Di mio aggiungo che sono le “Porte Chiuse” a dar vita ai bulli e ai maranza. I giovani hanno bisogno di trovare “Porte Aperte” per costruire un’identità che va verso l’altro.
Roccella: «Le immagini restituiscono il colpo d'occhio di questi raduni sterminati di ragazzi che, come avrebbe detto Giovanni Paolo II, spalancano le porte a Cristo, c'è un moto di sorpresa. Perché smentiscono la narrazione omologante di una generazione fatta solo di bulli e di maranza. E perché confermano l'incapacità degli intellettuali e dei media mainstream di leggere e raccontare ciò che del nostro tempo contrasta con questa versione.
Si potrebbe dire che 'non li hanno visti arrivare', ma la verità - scrive ancora Roccella - è che non c'è qualcuno che voglia davvero vederli, qualcuno che li interpreti o voglia farsene portavoce. Questi giovani, che si sono stretti attorno a Papa Leone in un abbraccio che ha scaldato il cuore di tutti noi, esistono, ma non godono della visibilità riservata a manifestazioni di protesta o a fenomeni di devianza.
Protesta e devianza che però non rappresentano una dimensione maggioritaria, anche se la maggioranza, più che silenziosa, è una maggioranza silenziata, di cui il mondo si accorge solo quando ci si ritrova a milioni nello stesso posto. Eppure il cristianesimo - osserva la ministra - è l'unico fenomeno da cui il mondo è attraversato senza limiti di latitudine, senza cesure storiche, senza che ostacoli e persecuzioni alla fine prevalgano. Quando tutto questo diventa improvvisamente visibile - conclude -, il mondo si stupisce. E non sempre capisce».