Scanno Racconti
18 Giugno 2025, 09:48
I racconti della faretra
PASQUALE, IL REDUCE
Matilde Di Cesare
Bimbetti, proprio piccoli, non ancora scolari, si incontravano sotto il campanare. C’ero anche io, timida molto timida. Arrivavo dalla grande città e faticavo un poco ad ambientarmi. Mi aiutavano, tuttavia, a superare i primi impacci gli scatenati girotondi che diventavano irrefrenabili quando potevamo girare intorno a Pasquale, il reduce, Pasquale faciuole, per tutti. Si divertiva quell'uomo, giocava con noi, ci rincorreva ridendo agitando il suo bastone: farfugliava parole incomprensibili, gli occhi erano di fuoco e ricci, ne uscivano lampi, la bocca si apriva scura come di pozzo d'acqua; rifletteva la luna, le nostre immagini rinviava. Pasquale, il cappotto grigioverde anche d'estate, pastore prima, poi soldato, ancora pastore e il suo farfugliare senza sosta. Era altero l'incedere, come di antica nostra genia.*
In groppa all’asino, una sorta di cavaliere che si lancia nella mischia, forte agile sbaraglia il drago e mi salva. Quella figura disadorna di carni, spettrale, alimentava la mia fantasia, rassicurante tuttavia, perché quegli occhi ricci mi raccontavano storie fantastiche, millenarie.
Così quella bimbetta, ormai millenaria, serba quei lampi, quei suoni che conducono ai nostri avi, avvolti nelle ruote dei mantelli, alle spose adorne di ori.
*È quella nobile espressione che mi pare Antonio D’Alessandro abbia colto nella sua bella scultura “Il pastore”.