FESTIVAL DELLE CULTURE - L'AQUILA 2025

L’Aquila si è già immersa nelle prime, intense emozioni di questa settima edizione del Festival delle Culture. I giorni del 6 e 7 maggio hanno aperto un varco di riflessione profonda. La sala gremita ha accolto il racconto lucido e appassionato di Annalisa Camilli e della professoressa Patrizia Laurano, mentre le immagini potenti di Green Border di Agnieszka Holland hanno dato volto e voce a chi, ogni giorno, sfida confini e disperazione.
Il giorno seguente, l’eleganza visiva de Il Caftano Blu ha incantato il pubblico, ma è stato nel dialogo acceso e sincero con Chaimae Ghraib, Eva Pliushkevich e Basit Oluwabukola Salaudeen che il Festival ha mostrato la sua anima più vera: un luogo dove le storie si incontrano e diventano ponti tra mondi diversi.
Ma il viaggio è appena cominciato.
A partire dal 13 maggio, il Festival proseguirà il suo racconto appassionato con un tuffo nella tradizione messicana: sarà Ricardo Archamar Guevara Pioquinto a far scoprire al pubblico l’antica arte della Charrería, tra storia, eleganza e orgoglio nazionale. E, sotto il cielo stellato, le fiabe e i misteri prenderanno vita con la proiezione di Dragon, un’avventura sospesa tra leggende e destini.
Il 14 maggio, la dolce malinconia nordica di Kaurismäki con L’altro volto della speranza, presentato dal Prof. Domenico Spinosa affiancato per questa occasione dai ragazzi del Colelttivo Colibrì L’Aquila, si intreccerà alle parole calde e luminose di Esha Bint e Ghazali, che racconterà la cultura pakistana in un viaggio tra musica, poesia e la vibrante “truck-art” che colora le strade della sua terra.
Il 20 maggio, sarà tempo di riflessione e denuncia: Don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, presenterà il suo libro Salvato dai Migranti, e la serata si chiuderà con le proiezioni di I Senza Nome di Francesco Paolcci e Storie d’Africa di Piero Cannizzaro, intense testimonianze di resistenza e speranza.
Il 21 maggio, si tornerà a parlare di Palestina con No Other Land, un documentario che racchiude dieci anni di immagini, distruzioni e una straordinaria amicizia nata oltre ogni confine, con la partecipazione di Mjriam Abu Samra, ricercatrice Marie Curie presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e di Simona Troilo, docente presso l’Università degli Studi dell’Aquila.
Il 27 maggio, sarà la volta della Georgia e dell’Ucraina: il pubblico potrà scoprire la saggezza popolare e l’ironia dolceamara di Kvevri (La Giara), ispirato alla novella di Luigi Pirandello ed introdotto da Geno Lomsadze e Ornella Calvarese, e poi lasciarsi trasportare dalle contraddizioni sentimentali di Me. You. He. She, introdotto da Ivan Prokofiev e che vede protagonista e co-regista l’attuale Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il 28 maggio segnerà uno dei momenti più attesi: il regista Claudio Giovannesi incontrerà il pubblico e presenterà due dei suoi film più emblematici, Alì ha gli occhi azzurri e Hey Joe. Sarà l’occasione per riflettere insieme, grazie alla sua presenza preziosa, sui temi dell’identità, del coraggio e del riscatto.
Il 29 maggio, i ragazzi del progetto MUDIMOVIE si confronteranno con i protagonisti del Festival, in un incontro che metterà al centro il tema della “restanza”, la scelta coraggiosa di restare e di costruire un futuro possibile.
VERSO IL GRAN FINALE
Il 2 e 3 giugno, il Festival si concluderà in un’esplosione di suoni, volti e storie presso l’Auditorium del Parco.
Il 2 giugno la serata inizierà alle 19:00 con il concerto Tra il rap e la musica tradizionale. Saranno le voci e i racconti di Chaimae Ghraib, Idrissa "Bosco" Kone, Basit Oluwabukola e l’Orchestra Policulturale di Piazza Palazzo a far vibrare la sala.
Alle 20:30, il grande schermo si accenderà con Fela, il mio Dio vivente, il documentario che omaggia il leggendario Fela Kuti e l’opera mai compiuta del regista Michele Avantario. Sarà una serata di musica e memoria, con l’introduzione di Basit Oluwabukola.
Il 3 giugno la giornata conclusiva si aprirà alle 10:00 con l’incontro Integrazione, Etica e Legalità, che vedrà protagonista Fatima Ezzahra, vincitrice del Premio Nazionale Rotary, in un dialogo con studenti e giovani del Festival.
Nel pomeriggio, a partire dalle 16:00, il Parco del Castello si trasformerà in un grande spazio di festa con Giochi senza Frontiere: una girandola di sport e allegria, tra calcio, boxe, pallavolo, corse e giochi tradizionali, dove il vero trionfo sarà l’amicizia.
Alle 18:30, il Festival ritroverà la sua vena di impegno civile con la presentazione del libro Il mio nome è Balbir di Marco Omizzolo, che racconterà storie di sfruttamento e dignità, accompagnato dal regista Andrea Paco Mariani e moderato dalla professoressa Patrizia Laurano.
E infine, alle 20:30, il Festival si chiuderà nel segno della speranza e della forza delle donne con la proiezione di Chak De! India, la storia di un allenatore e di una squadra femminile che impareranno, insieme, a vincere ogni sfida superando le differenze. A introdurre la serata sarà Rishika Nayana Patil, perfetta ambasciatrice di questo messaggio universale.
E mentre l’ultima luce del proiettore si spegnerà, resterà nella città il senso profondo di questo Festival: la certezza che un mondo migliore inizia sempre da un incontro, da un sorriso, da una storia condivisa.