Il Lunedì del direttore

Entro il 2050 vivremo quasi tutti in città

Si stima che entro il  2050 il 70% della popolazione italiana sarà concentrata nelle grandi metropoli. L’esodo riguarderà soprattutto i piccoli comuni che  continueranno a svuotarsi. Un esodo iniziato da tempo perché i giovani, le giovani coppie, si avvicinano alle città per trovare lavoro e strutture adeguate come le scuole e i servizi. È una migrazione democratica, che non fa distinzioni di ceto: benestanti o meno, tutti hanno il destino comune di lasciare la propria terra di origine, spesso per non farvi più ritorno. Chi vi resta sono gli anziani, ma non più in grado di gestire attività economiche.
Già oggi, secondo l’Istat i “paesi fantasma” in Italia sono un migliaio. Si va dalla migrazione economica alle calamità naturali (frane, terremoti e alluvioni che hanno reso inabitabili certi luoghi), ma pesa sempre di più il calo della natalità. Questi borghi sono stati abbandonati perché mancano i servizi: nessun supermercato, banca o farmacia, non c’è traccia di scuole, non passa l’autobus, l’ospedale più vicino è a un’ora di strada e soprattutto per mancanza di opportunità lavorative. Un giovane non ha alcun motivo per restare in un luogo senza prospettive nell’ambito del lavoro o degli studi. E infatti non resta.
Non è un fenomeno recente, ma ha caratterizzato diversi periodi della Storia. L’avvento dei macchinari agricoli privò del lavoro molti contadini, che si riversarono nelle città in cerca di nuova occupazione. A sua volta l’industrializzazione richiamò operai soprattutto dalle campagne, dai paesi di montagna. È lo stesso processo che avviene oggi, anche se in contesti e modalità diversi.
Come fermare questo esodo? Molti sindaci si stanno organizzando con sconti sulle tasse comunali ed altre agevolazioni economiche e fiscali. Nella nostra Valle lo ha fatto anche il Comune di Anversa degli Abruzzi che ha ridotto di un punto l'aliquota IMU e tolto l’Addizionale comunale IRPEF.
Per ripopolare i paesi morenti e rivitalizzare quelli già abbandonati il Molise ha messo a disposizione 700 euro mensili per chi deciderà di andare a vivere nei paesi con meno di duemila abitanti. Si tratta di un vero e proprio reddito di residenza, garantito a chi decide di restare nel paese scelto almeno cinque anni, prendervi la residenza e avviare un’attività commerciale.
Un’altra iniziativa che nasce con lo stesso scopo è quella chiamata “Case ad un euro” con lo scopo di ristrutturare, da parte degli acquirenti le case danneggiate dal sisma del 1968 per tentare un recupero urbanistico. Esempio seguito da diverse regioni, con l’obbligo per gli acquirenti di restaurare gli edifici.
Ai sensi della l.r. n. 32 del 21.12.2021, la Regione Abruzzo ha previsto un assegno di natalità per favorire l’incremento delle nascite e un contributo pari a 2.500 euro annui a favore di nuclei familiari che si impegnano a trasferire la propria residenza in un piccolo comune montano per almeno 3 anni. Le famiglie beneficiarie dovranno avere un ISEE non superiore a 25.000 euro annui.
Inoltre la Regione ha promosso un percorso partecipato e strutturato di riqualificazione urbana, architettonica e naturalistica delle Terre della Baronia, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento e la marginalità dei piccoli borghi montani.

Scanno, il paese più popoloso, ha solo trentasette alunni che frequentano la scuola media. Le scuole sono chiuse a Villalago, Anversa e Cocullo. Bugnara e Introdacqua hanno un calo demografico continuo, anche se contenuto per il fatto di essere vicini a Sulmona. Nei nostri paesi aumenta a dismisura solo la popolazione dei cervi, libera di girare in lungo e in largo.
Attualmente l’unica a fermare concretamente l’esodo dei giovani è la C.r.e., l’azienda di Villalago, specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di componenti di sistemi elettronici ed elettro-meccanici, che occupa diplomati e laureati.
Chiedo ai lettori di far sentire a riguardo la loro opinione.

Nella foto un branco di cervi a Villalago.