Valle Peligna Interventi
16 Ottobre 2025
Parliamo di cose concrete
A MENO DI CINQUE MESI DALLE ELEZIONI È GIÀ IN CRISI LA GIUNTA DI TIRABASSI
Andrea Iannamorelli
Avevo pensato di commentare, oggi, la notizia dell’apertura degli uffici di “giustizia di prossimità” (come ci sono stati presentati dal Presidente Marsilio e dall’assessore Santangelo) pronto a congratularmi e a motivare le ragioni per le quali, per associazione di idee, la notizia “buona” mi rimanda ad una meno buona, quella relativa alla “sanità di prossimità” in questa sede evocata da anni, dalla fine della pandemia, per l’assenza della quale ancora mi rammarico, interpretando il fastidio di tanti cittadini del comprensorio territoriale che ci seguono.
Aveva pensato di parlare di questo (dicevo) quando, seguendo le notizie della cronaca cittadina, apprendo che il Sindaco Tirabassi ha ritirato la delega all’assessore Pantaleo aprendo, di fatto, a meno di cinque mesi dalle elezioni, la prima “crisi” della sua Giunta o quanto meno provocandone un rimpasto obbligato, a meno che la maggioranza che lo sostiene non la pensi diversamente (!). Da non crederci, ma è quello che accaduto.
Dopo la forzata assenza del Sindaco, dovuta alle note ragioni personali che lo hanno condotto ad un periodo di dichiarato “riposo”, dopo un rientro che ai più è parso baldanzoso e pieno di voglia di fare, dopo “pettegolezzi” che raccontano di una riunione di maggioranza non semplice anzi intrisa di polemiche e di attacchi personali che stentiamo a credere possibili perché ingiustificabili per un gruppo politico che ha stravinto le elezioni amministrative e che doveva accingersi a dimostrare, con azioni e fatti che la fiducia riposta dai cittadini in proporzioni così significative era stata una scelta felice per la città, stamattina, lunedì 13 ottobre, quando mi accingo a scrivere quello che invierò agli amici del Gazzettino del Sagittario, arriva la bomba che è la dimostrazione del livello basso della politica sulmonese, la riprova della difficoltà che attanaglia la città a rivalità personali che pare non trovino sfogo.
Raccontammo, dal nostro punto di vista, questa “triste” condizione all’indomani delle dimissioni di Gianfranco Di Piero, sottolineando l’impossibilità per molti sindaci (fatta eccezione per Casini) di svolgere pienamente il mandato sindacale affidatogli dall’esito elettorale.
Auspicammo l’uscita da questo buco nero con la forte ripresa di un confronto politico non più, sostanzialmente affidato a raggruppamenti civici, ma riconducibili a partiti strutturati, in qualche modo radicati nell’antica storia civile di questa città, anche in qualche modo a servizio di tutto il circondario.
Gli interventi diretti di quadri dirigenti, autorevolmente riconducibili alla destra meloniana, sulla composizione delle liste che poi hanno consentito a Luca Tirabassi di essere eletto al primo scrutinio, legittimamente ci avevano indotto a credere che, pur senza condividerne l’indirizzo politico, Palazzo San Francesco avrebbe potuto esser governato da una “filiera”, un indirizzo chiaro e riconoscibile e non più compromesso dagli equivoci insiti in uno sfrenato civismo che, camuffato dalla ricerca del bene per la città, sostanzialmente tende ad esasperare la difesa degli interessi personali di chi lo rappresenta (questo da sempre: civismo di ieri, dell’altro ieri e di oggi). Non senza motivo pensavo che lo stesso raggruppamento di minoranza avrebbe potuto ricavare giovamento da questa svolta politicamente riconoscibile della maggioranza della città, per la chiarezza del confronto delle posizioni.
Ma tutto questo “film”, evidentemente, apparteneva soltanto alla mia “antica” cultura di una vita politica esercitata in maniera attiva decine e decine di anni fa, quando gli scontri tra avversari politici erano pieni di contenuti per progetti, soprattutto di prospettive per le quali anche con toni e sistemi forti ci si scontrava, ma che alla fine chi deteneva l’onere della gestione era comunque in grado di assicurare l’assunzione di responsabilità e di decisioni utili a tutti, cittadini di Sulmona e del circondario.
Insomma i fatti di cui debbo occuparmi mi stanno dando torto.
“Non sei nelle condizioni di fare il sindaco”, l’attacco che Pantaleo avrebbe rivolto a Luca Tirabassi. Attacco che può anche sembrare legittimo, se pronunciato in un momento e in un contesto che però non scarichi, di fatto, su tutto il corpo elettorale gli effetti di un ribaltamento di proposte per le quali gli elettori si sono espressi premiandola. Insomma questi “confronti” che, a detta di Tirabassi avrebbero “superato limiti...non superabili” (e anche questo è comprensibile, come valutazione personale) la coalizione avrebbe potuto e dovuto farli nel chiuso delle stanze nelle quali le liste si composero e comunque prima della decisione di indicare alla città un sindaco da eleggere, cosa che è accaduta quattro, cinque mesi fa ma che fino al momento non ha prodotto effetti amministrativi se non la cacciata di Pantaleo dalla Giunta, con coda, addirittura di lite pubblica, nel corso del Consiglio Comunale nel quale Tirabassi giorni fa, ha dato conto della decisione di rimetter mano alla composizione dell’Amministrazione attiva (battibecco squallido, tra il Sindaco dallo scranno più alto dell’Aula consiliare e Pantaleo tra il pubblico…Che tristezza i tempi che viviamo; ai “miei” tempi i vigili urbani in servizio d’ordine non avrebbero consentito un dibattito tra eletti dal popolo e cittadini)
In altre parole a pochi mesi di distanza dal voto, gli elettori di Sulmona scoprono che la maggioranza che hanno votato non c’è e che comunque, l’asse portante di questa maggioranza numerica (senza politica) è nella condizione di imporre scelte e proposte che non solo non sono condivise, fino a prove contrarie, da tutti, ma comunque non sono condivise dal Sindaco…e scusate se è poco!
Di tutta questa situazione i sulmonesi debbono rendersi conto. In attesa di vedere gli sviluppi di una situazione che è difficile che possa durare a lungo.

