Teresa Nannarone risponde a Gianfranco Di Piero
Con una lettera al Capoluogo d’Abruzzo

Riportiamo la lettera di Teresa Nannarone, una dei nove consiglieri dimissionari che hanno determinato la caduta dell’amministrazione comunale di Sulmona, inviata al “Capoluogo” in risposta all’ex sindaco di Sulmona.

Poiché chiamata in causa nell’articolo di ieri  (2 Gennaio, ndr)scrive Teresa Nannarone al Capoluogo – sento il dovere di smentire il contenuto di tutte le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Sulmona forse ancora scioccato dalla sfiducia di ben nove consiglieri. Tengo a precisare che le elezioni le ha vinte la coalizione messa in piedi con mesi di lavoro di tanti volontari e volontarie di partiti e movimenti, mentre il candidato sindaco ‘in pectore’ coltivava la sua passione per la bicicletta. E che il voto disgiunto che ha portato valore in termini numerici, lungi dall’essere una sua vittoria, altro non è che frutto della richiesta di tutti i consiglieri che hanno raggiunto chiunque fosse stato candidato con l’avversario per riempire le liste, non certo per convinzione. Diversamente avrebbero votato il loro candidato sindaco e non il nostro
Teresa Nannarone prosegue: Da quella coalizione convinta e coesa è stata eletta una maggioranza per buona parte a Di Piero NON gradita e che da subito ha iniziato a sabotare dividendo gruppi e partiti al loro interno e tra loro stessi. Tant’è che fu sua la scelta di negare a me e al consigliere Proietti, i più votati della Città, il ruolo di Presidente del Consiglio, scelta che a differenza di quanto riferisce non ha comportato la nostra fuoriuscita dalla maggioranza nel novembre 2021, ma vi siamo rimasti ancora due anni. Per quanto riguarda la sottoscritta, proprio per riportare all’interno dalla lista del sindaco i due consiglieri usciti solo dalla lista ‘Libera e Forte’ (Proietti e Di Rienzo), vi ho aderito personalmente nel 2022, lasciando il PD e convincendoli a tornare a far parte del gruppo. E ciò dopo aver rifiutato il ruolo di assessore propostomi più volte da Di Piero poiché ritenevo più importante la tenuta anche numerica della maggioranza rispetto a un mio ruolo. Se quasi a fine 2023 prima il consigliere Proietti, poi la sottoscritta e poi la consigliera Di Rienzo abbiamo deciso che la maggioranza non era più luogo ‘frequentabile’, è stato perché la Politica, (mai praticata), era stata soppiantata da interessi economici di qualche consigliere PD in asse ora come allora con chi oggi riveste ruoli di consigliera regionale di FDI. Ed è tutto detto. Quanto al caso Petrella – dichiara Teresa Nannarone – una maggiore dignità dell’ex sindaco avrebbe voluto che si dimettesse già allora piuttosto che accoglierlo a braccia aperte per poi farsi ‘scaricare’ prima di Natale. Avrebbe almeno salvato la faccia D’altronde che la liason tra lui e Gerosolimo, dalle cui fila proveniva il Petrella, non si fosse mai interrotta, lo dimostra il voto di Di Piero in favore di Nicola Sposetti, uomo di Gerosolimo come tutto l’Abruzzo sa, per amministrare Cogesa. E se è vero che Sulmona ha bisogno di classe dirigente, è anche vero che non poteva coincidere con la sua ‘politica’ doppiogiochista, divisiva e incline ad alterare la realtà. Nel momento in cui ha perso Petrella, in nove gli abbiamo chiesto uno scatto di dignità: dimettersi per evitare perdite di tempo e restituire ai cittadini la possibilità di votare. Invece ha lanciato il guanto di sfida nonostante non avesse i numeri nemmeno per approvare una delibera condominiale! Tra l’altro, dimettendosi, avrebbe anche guadagnato venti giorni, e invece ha proseguito a sfidare imperterrito, forse malconsigliato, nonostante la nostra fosse l’unica risposta politica possibile di opposizione anche perché nel frattempo non era stata avanzata nessuna alternativa, nessuna mediazione. Cosa avrebbe dovuto fare la minoranza diventata maggioranza? Salvarlo? O avrei dovuto salvarlo io dopo aver cercato inutilmente di riportare, senza mai riuscirci, il dibattito su temi, problemi e questioni, e non sul poltrone, affari e coperture di chi è riuscito a comportarsi peggio di chi ci aveva preceduti, anche in barba a conflitti di interessi imbarazzanti. Non c’era modo per rimettere la Politica e il programma di mandato al centro. Di più: non c’era modo di pretendere un’agenda delle priorità invocata per tre anni e non c’era nemmeno modo di barcamenarsi tra le divisioni all’interno della maggioranza. Una per tutta: l’assessore all’urbanistica che lavorava all’abolizione della Legge 49 e i consiglieri di maggioranza che organizzavano le riunioni con i tecnici contro l’assessore per ostacolarlo!! Ben sa Di Piero che lui ed altri consiglieri della sua maggioranza si sono dimessi in blocco per anticipare la fine di altre consiliature nel momento in cui sono stati numericamente più forti. Alcuni di loro lo hanno fatto due volte. Quindi? Quindi quando l’ex sindaco parla di ‘bande che si armano l’una contro l’altra e gli avventurieri che operano funzionalmente ai propri interessi’ parla prima di tutto di sé e dei suoi. D’altronde un ex sindaco che vanta opere avviate da altri e questioni a cui lungi dal trovare soluzioni ha frapposto altri problemi, ha perso il senso della realtà. Perché non solo la sua consiliatura non ha avviato alcun progetto importante, ma perché per primo non si è mai neppure soffermato a pensare cosa per la Città fosse davvero importante, preso a praticare il divide ed impera. Che ha pagato, ma solo fino a un certo punto. Come ogni Politico lungimirante avrebbe potuto immaginare.