Con la “Fanoglia dei Giovani” sono iniziati a Villalago
i riti del fuoco in onore di San Domenico Abate

Seguiranno il 21 e 22 Gennaio

La “Fanoglia dei Giovani” ha dato il via ai riti del fuoco in onore di San Domenico Abate, patrono di Villalago.
È stata accesa ieri sera nel Piazzale dell’Edilizia Argoneta. Per tradizione il luogo del grande falò è nel rione Colle, nella Piazzetta Piantadosi, antistante alla Torre. È dedicato ad Alfredo Buccini che ne fu il promotore. Quest’anno, per l’abbondante nevicata, non è stato possibile spalarla per portarvi la legna. È un luogo dove si arriva salendo un centinaio di gradini dal “Callarocco”. Per tener viva la tradizione è stato scelto un posto più accessibile.
Tutto è per la festa di San Domenico che cade il 22 Gennaio, in ricordo della data di morte del 1031, in cui il Santo ascese al Cielo all’età di 80 anni.
Il 21 Gennaio, vigilia della festa, saranno accese le “Fanoglie Rionali”, che prevedono conviviali con tutti gli abitanti del vicinato.
Il giorno della festa, oltre alle cerimonie religiose, la sera dopo il bacio della “Reliquia del Sacro dente” ci sarà l’accensione della “Fanoglia Cittadina” preparata da un gruppo di volontari nella piazza principale del paese, che vede la partecipazione di tutto il popolo.
Il rito del fuoco, che caratterizza questa festa del periodo invernale, s’intreccia con i riti cattolici, in cui il fuoco è forza purificatrice e rappresentava con i riti magici di credenze pagane il mezzo per dare nuova forza e vigore al pallido sole invernale. Le cataste di legna a forma di cono sono chiamate nel gergo villalaghese “Fanoglie”. Il Santo trascorse diversi anni in una grotta, nella riva sinistra del Fiume Sagittario, in compagnia di un frate laico, Giovanni, che sarà il suo primo biografo.
Durante la sua permanenza fondò un romitorio (la chiesetta dell’eremo) e il Monastero di san Pietro del Lago di cui fu Abate. San Domenico, al pari di altri grandi fondatori di quell’epoca, resta un riformatore della vita della Chiesa medioevale, tutto teso ad allargare la vita monastica con la fondazione di monasteri. Il culto verso il Santo si sviluppò a Villalago ancora prima della sua santificazione, avvenuta nel 1104. Al Santo si ricorre per i morsi dei serpenti, per le febbri e contro le tempeste.