I 100 ANNI DI ROSINA

Le querce sfidano i secoli

Il giorno fatidico 10 ottobre del corrente anno Rosina Chiocchio ha festeggiato con parenti ed amici, soprattutto venuti dal continente americano, i cento anni di vita, vita vissuta; dopo la scomparsa dei genitori e la partenza dei congiunti, costretti a cercare e trovare uno sfogo alle loro attività lavorative lontano dal paese natio in seguito al cambiamento dell’economia, che ha preceduto il cambiamento climatico ed il cambiamento della società con gravi riflessi sui gruppi etnici, Rosina, rimasta sola, andò a vivere nell’accogliente e solidale palazzo sito in Piazza Madonna delle Grazie, in cui attualmente dimora.
La cornice dei festeggiamenti è stata allietata dalla presenza di quasi tutti i parenti tornati, come già detto, per l’occasione a Cocullo dal Canada e dal Venezuela. Questi meritano di essere menzionati perché hanno fatto rivivere una scena patriarcale di un secolo fa: la sorella Antonietta con il marito Rosino Marchione e i figli Ivo e Domenico dal Canada; la nipote Rossana, figlia di Mario Tirabassi e Giulietta, altra sorella di Rosina, dal Venezuela; il cugino Franco Manni con la moglie Dina  e la figlia Laura  dal Canada, la cugina Maria Manni, figlia di Vittorio e di Rosa Gentile dal Canada.
La presenza di tanti parenti venuti da lontano è una nota commovente e importantissima per avere evocato uno spaccato di vita cocullese risalente a novantanove anni fa: una famiglia laboriosa si concedeva un giorno di riposo per festeggiare nella casa avita il primo compleanno della figlia di Domenico Chiocchio e di Francesca Manni, mentre il rivo, ormai secco o quasi, borbottava giù per la “Pelella” e mentre nelle viuzze adiacenti i paesani, incontrandosi, si salutavano non con un freddo “buongiorno”, ma con un caldo “parè’” (parente), volendo essi così significare con il termine un saluto di vicinanza spirituale o almeno solidale.
A Rosina giungano i complimenti e gli auguri da questa Rivista.