Scanno Necrologi
28 Agosto 2025
LUTTO A SCANNO
Redazione
I rintocchi della campana che hanno annunciato ieri la morte di Anna Nannarone, hanno diffuso nell’aria tristezza e malinconia. Non perché fosse una notizia inaspettata, considerando i suoi 96 anni e le condizioni di salute, ma per la perdita di una donna emblematica del costume, che lascia dietro di sé tanta nostalgia. Un’estinzione inevitabile! Rimarranno i panni, ma non ci saranno più quelle persone che l’hanno indossato. Altre continueranno a portarlo, ma sarà solo finzione.
Nel calendario con le ultime donne custodi del costume tradizionale di Scanno, edito nel 2014 dal Gazzettino Valle del Sagittario, Anna è protagonista insieme ad altre undici, fra quelle che si potevano ancora incontrare. Ne erano viventi in trentadue, poi gradualmente in un decennio sono tutte scomparse. È rimasta Margherita Ciarletta, ma ha quasi 94 anni.
Anna se n’è andata, a poco più di un mese dalla sorella Adelia. Il costume ha esaltato la loro bellezza nell’età giovanile, le ha rese felici nelle feste del loro matrimonio e nei momenti belli che si sono succeduti nell’arco della vita, ma hanno vestito anche quello da lutto nei periodi di dolore. Anna l’ha portato a lungo per la sua vedovanza sin dalla giovane età con tre figli piccoli ed ha dovuto farsi forza per andare avanti. Il marito lavorava per la Seggiovia. Rimasta vedova iniziò a fare la cuoca dapprima al rifugio, poi al Garden Hotel, con coraggio e sacrificio. Sistemati i figli, conduceva una vita semplice e appagata, nei contesti della quotidianità, catturata immancabilmente dall’obbiettivo fotografico, ma anche invitata a partecipare ad un gran numero di servizi televisivi per testimoniare un antico modo di vestire tanto complesso quanto affascinante. Era una donna brillante, luminosa, ma anche riservata. Non amava mettersi in prima fila, come quando nel 2019, il 26 maggio, la messa domenicale nella chiesa di Sant’Antonio venne celebrata come ringraziamento per il suo novantesimo compleanno. Lei prese posto, come d’abitudine, in un banco più indietro, senza voler tanto apparire, così che fu don Carmelo ad andarle vicino per offrirle una coroncina e un quadro della Madonna come regalo. Il giorno seguente, che era quello della ricorrenza, lo festeggiò non in un ristorante, ma nella sua abitazione che si riempì di gente all’inverosimile, proprio come è stato nella camera ardente allestita nella R.S.A. di Villalago: un continuo andare e venire di persone che hanno voluto vederla per l’ultima volta nel suo costume elegante, indossato con decoro e dignità come in vita.
Siamo vicino ai figli, al fratello, alle nipoti e alle loro famiglie nel rimpianto di una persona cara.