731ª Perdonanza Celestiniana: presentata la Croce del Perdono 2025

È stata presentata ieri mattina nella Sala Consiliare di Palazzo Margherita la Croce del Perdono 2025, ventiseiesima creazione dei maestri orafi aquilani Laura Caliendo e Gabriele Di Mizio, che anche quest’anno hanno donato la loro opera alla comunità e alla 731ª Perdonanza Celestiniana.
 Quest’anno la Croce assume un significato speciale: si configura come una vera e propria “mappa del perdono”, ispirata alla Bolla Spes non confundit con cui Papa Francesco ha indetto l’Anno Santo 2025.
 Alla presentazione hanno preso parte il sindaco dell’Aquila e Presidente del Comitato Perdonanza, Pierluigi Biondi, l’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, S. E. Mons. Antonio D’Angelo e i rappresentanti del Comitato Perdonanza.
 “La Croce del Perdono è diventata nel tempo uno dei simboli più riconoscibili della Perdonanza – ha dichiarato il sindaco Biondi – e quest’anno, nell’anno del Giubileo, assume un valore ancora più alto, ricordandoci che l’Aquila non è solo custode di un rito antico ma anche faro che illumina il cammino di riconciliazione e speranza del mondo intero.”
 "Nella Croce del Perdono è stato magistralmente raffigurato l'anno giubilare che stiamo vivendo, in questa croce sono rappresentati luoghi e personaggi della misericordia di Dio. Al centro è stata rappresentata l’ancora, simbolo di Cristo e segno di fortezza e di speranza per l’umanità: particolarmente significativa in un tempo in cui sembra prevalere la fragilità. Ringrazio Laura e Gabriele di aver concretizzato in maniera magistrale l'anno della speranza in un unico dono che sarà apprezzato anche dal Cardinal Parolin quando raggiungerà L'Aquila per l'apertura della Porta Santa", ha dichiarato l’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, S. E. Mons. Antonio D’Angelo.
 Realizzata artigianalmente in argento 925 placcato oro con la raffinata tecnica della fusione a cera persa - specialità del laboratorio aquilano che consente di ottenere sculture perfettamente modellate e rifinite - la croce 2025 rende omaggio alle quattro figure emblematiche indicate dal Pontefice: San Pietro, roccia su cui si fonda la Chiesa; San Celestino V, papa della grande misericordia; San Giacomo, simbolo del pellegrinaggio; San Francesco d'Assisi, incarnazione della povertà e del rinnovamento spirituale.
 Al centro dell'opera campeggia un'ancora, metafora della speranza, mentre nella parte inferiore una formella rettangolare ospita cinque pietre cabochon che rappresentano i colori simbolici del Giubileo: verde (agata) per pace e speranza, azzurro (lapislazzulo) per sicurezza e protezione, giallo (topazio) per il calore umano, rosso (corallo) per amore e condivisione, bianco (agata) per purezza e luce divina rigenerante.