I racconti della faretra

La mulattiera

Un sentiero che Platero* saliva sognando. Era ombreggiato senza impedire al sole di filtrare, timidamente. Il vento faceva appena tintinnare le foglie. Il fruscio di qualche serpentello ci introduceva in quell’habitat selvaggio risonante di vita: ci invitava a parteciparvi con discrezione. Senza affanno, respiri leggeri. Salivamo protetti dagli antichi viandanti: cerri rovi di biancospino crocus primule menta timo e farfalle e bombi terrestri a sorvolarli instancabili. Ci avviava il sentiero ad amare la bellezza della meta prefissata: Jovana.
Partiva quel gioiello appena fuori Porta della Croce e si inerpicava dolcemente al sito primigenio di Scanno.
È stato possibile praticarlo fino ai primi anni Novanta, quando, con disinvolta rozzezza, spero senza complicità pubbliche, è stato spianato.
Vi ho visto scorrazzare, incuranti di qualsiasi memoria, attempati motocrossisti in totale spregio della vita, della bellezza tolta.

*Personaggio di Platero e io, libro di Juan Ramón Jiménez del quale ho scritto sul numero in uscita del Gazzettino cartaceo.