Inizia oggi a Scanno la tre giorni di “Ju Buck Festival” la rassegna di libri e autrici

Dopo la tappa di due giorni a Peschici (Fg), “Ju Buck Festival” torna nel pomeriggio di oggi a Scanno nell’Auditorium Guido Calogero. Il tema che verrà trattato sarà il rapporto tra giovani e adulti con i i libri “Se mi guardo da dentro” (Salani 2024) di Ilenia Zedda, “I bambini non nascono sotto i cavoli”(Newton Compton 2025) di Francesca Palazzetti, “E non scappare mai” (Rizzoli 2025) di Annalisa Cuzzocrea  e il libro sulla vita pubblica e privata, il pensiero e la passione politica di un’indimenticata Miriam Mafai. Saranno presenti gli studenti delle scuole medie e superiori di Scanno.
Apre la seconda giornata scannese dedicata alla saggistica la sociologa Rosalba Belmonte con “Senza Stato”, il fallimento del progetto nazionale palestinese (Meltemi 2024) seguita da Roberta Scorranese con “Fluido, corpi mutevoli e instabili nell’arte” (Giunti 2025). Il sabato sera prevede la seconda rappresentazione di “Damned Iago”, pièce teatrale scritta e interpretata da Mimmo Padrone.
La giornata conclusiva vedrà sul palco Rossana Campo con “Libere e un po’ bastarde” (Bompiani 2025), Francesca Sensini, docente di italianistica all’Université Cote d’Azur di Nizza, con “Afrodite viaggia leggera” (Ponte alle Grazie 2024) e l’imperdibile evento con Donatella Di Pietrantonio che riporta tra i suoi monti “L’età fragile” (Einaudi 2024), il romanzo vincitore del Premio Strega 2024: un ritorno a Scanno a cui l’autrice è particolarmente legata, tanto da aver ambientato parte dei suoi libri proprio sulle rive del celebre lago a forma di cuore.
Il 6 agosto il primo fuori rassegna con l’acclamato Quello che so di te (Guanda 2025) di Nadia Terranova, in cinquina finalista allo Strega 2025 con questa opera intensa e personale in cui torna a interrogare la propria mitologia familiare percorrendo la storia della bisnonna e attraversando generazioni. Una riflessione profonda sul potere della Memoria individuale e collettiva e sulla nostra capacità di trascenderla per immaginare chi realmente siamo: pagine in grado di rammendare strappi sociali, rovesciare rappresentazioni, abbattere pregiudizi, costruire ponti tra culture e scrivere nuove grammatiche di rapporti tra i generi.