Parliamo di cose concrete

È LA NOSTRA ASL DESTINATA A PAGARE IL DEBITO DELLA SANITÀ PER RIPIANARE IL DEFICIT

Sono tornati raggianti con l’atteggiamento di chi ha “stravinto”, Marsilio e compagni, dal tavolo di monitoraggio romano sui conti della sanità abruzzese, quello dal quale da mesi hanno temuto il commissariamento e che comunque ha certificato un deficit finanziario (per il 2024) di 113 Milioni. 
Non lo dicono, anzi lo negano, attribuendo ad altri l’attesa delle sciagure, ma hanno temuto il commissariamento; lo hanno evitato è vero, e questo per loro è la testimonianza che tutto è ok e che “la sinistra” non ha capito come stanno le cose qui in Abruzzo e nel resto d’Italia dove la sanità appare sempre più “malata”. 
Ma qualcuno tra loro non è totalmente d’accordo. Scoccia ha detto che non consentirà il taglio delle spese di cui si hanno le anticipazioni e di cui si discute “con il dente avvelenato”: chiusura notturna di alcuni pronto soccorso, dimezzamenti dei posti letto di rianimazione a Sulmona, diminuzione della spesa farmaceutica, complessiva riduzione dei costi del 2%, rispetto al bilancio accertato per il 2024, riduzione delle consulenze interne, delle trasfusioni, degli accessi per dialisi, pazienti oncologici e richieste di esami endoscopici per patologie digestive. Riduzione degli obiettivi dell’80% dell’utilizzo delle sale operatorie, del 15% delle spese di degenza post-operatoria e altro ancora. E non si capisce bene se questi “tagli” debbano riguardare soltanto la ASL n.1, cioè la nostra, Avezzano e Sulmona, in particolare, ovvero, per alcune voci, tutte e quattro le ASL. 
Per carità, Scoccia (quando vuole) è una combattente. Ma in questo caso non sappiamo proprio se può essere credibile; vedremo. 
Per il momento la situazione è questa e la prospettiva dei livelli di assistenza garantibili in questo territorio si abbassano ulteriormente, sempre di più, sempre peggio. E sicuramente “noi”, in questo territorio, checché ne dicano Marsilio & C. non possiamo condividere l’entusiasmo del mancato commissariamento (non perché avremmo preferito il provvedimento “punitivo”, per carità!) ma perché comunque con le parole si può “giocare”, ma sui bisogni della salute personale “no”. E che il taglio dei servizi comunque ci sia è un dato poco contestabile , anche se per alcuni di questi, i posti letto in rianimazione a Sulmona, si parla di taglio momentaneo, valido fino a quando saranno in corso i lavori di ristrutturazione degli ambienti deli servizi; ma ci sono una serie di perplessità interpretative che danno ragione alle tesi pessimistiche, di chi dice che comunque con le diminuzioni delle attività operatorie il mantenimento degli otto letti resta un onere finanziario troppo alto, incoerente con lo spirito di “oculato” risparmio che deve caratterizzare la prospettiva di questa ASL la quale farebbe registrare un deficit di fatto troppo pesante (tipo produce 10 e spende 20). 
Tagli che si aggiungono alle carenze di sempre: ad una medicina del territorio e di prossimità che diminuisce di settimana in settimana, alla dilatazione dei tempi previsti nelle liste d’attesa per trattamenti che si programmano di anno in anno, se va bene, ad una pediatria di base formale e burocratica che non risponde al telefono, se chiamata, che comunque non visita né a domicilio, né in ambulatorio e , bene che va, prescrive qualche farmaco di “routine”, già memorizzato nel sistema informatico. 
Insomma siamo di fronte ad una situazione che non è raccontabile, una situazione che fa dire al Tribunale del malato che “la nostra città” (ma qui è il caso di parlare di territorio) “merita rispetto, non promesse smentite nei fatti”. Anche perché delle due l’una: o la Giunta regionale quando parla del sistema sanitario non è in grado di raccontarlo e descriverlo perché non lo conosce; ovvero fa finta di non capire e comunque non distingue i veri problemi, dalle formalità delle carenze note a tutte le regioni, in Italia. E ciò per non farsi “penalizzare” dagli amici del Governo; a proposito di filiera. 
In questi giorni, infatti, qualcuno sul territorio, evocando echi della campagna elettorale appena chiusa, si è anche chiesto se questi sono gli esiti della filiera del comando. La risposta è “sì”, anche se in questo caso la filiera serve a coprire chi non è in grado di garantire un servizio pubblico soddisfacente per i cittadini del territorio! Quest’è. Qui la filiera serve a negare e coprire l’incapacità a fare….
 Insomma la consigliera comunale d’opposizione a Sulmona Ornella La Civita, si meraviglia che da Palazzo San Francesco di fronte a quello che abbiamo letto (e che, addirittura, in parte, per Marsilio non sia vero o non sia stato compreso!) nessuno si sia levato a formalizzare una protesta, ovvero un moto di sdegno e di attenzione. (Soltanto Scoccia a “minacciare”).  Ma personalmente aggiungerei che ci si deve meravigliare anche del fatto che nessuno del territorio, tra i responsabili degl’interessi pubblici, quotidianamente reclamati ed invocati, perché disattesi, abbia preso l’iniziativa di una richiesta di incontro con i vertici regionali per farsi spiegare perché gli unici a “pagare” per il deficit finanziario certificato dobbiamo essere “noi”, noi che ASL n.1, a quanto pare, che siamo in attesa di un cambio di direzione generale che non arriva in forma stabilizzata, perché affidata ad un facente funzioni che al momento firma e basta.
 E stia attento Marsilio ai toni “trionfanti”: “non ci saranno nuove tasse” (!). 
Altre? Dimentica l’aumento dell’Irpef regionale? O come vogliamo chiamarla, non è una “tassa”?
E stia altrettanto attenta Verì a parlare di “miglioramento dei parametri di ricovero”.  
Siamo contenti di sapere che, forse, dai dati sull’andamento gestionale di Pescara, Chieti e Teramo o di alcuni reparti del nosocomio di L’Aquila emergono dati qualitativamente entusiastici e di riconosciuta efficacia/efficienza dei servizi. 
Ma allora ci chiediamo il perché della continua lievitazione della spesa per la mobilità passiva. Perché molti abruzzesi preferiscono farsi curare fuori regione (almeno molti di coloro che ancora continuano, ostinatamente, a farsi curare)?
 
Sono domande alle quali aspettiamo risposte da quanto tempo…non si sa. Lo abbiamo dimenticato.