Il lunedì del direttore

Ad Amarena, mia concittadina, mia confidente
TRA IL SERIO E IL FACETO

Cara Amarena, nella scorsa settimana il nostro amato paese è andato sulla cronaca dei giornali locali e nazionali per un cervo che ha aggredito una turista romana, procurandole diverse contusioni. 
La questione è seria, ma qualcuno dei nostri compaesani l’ha messa sul ridicolo, dando perfino ragione al cervo, che ha diritto a circolare liberamente indisturbato.
Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che di cervi se ne intende, a chi gli ha chiesto un parere sull’accaduto, ha risposto che  "Al di là della vicenda specifica, che non conosco nel dettaglio, va sottolineato un problema ricorrente: troppa gente si avvicina agli animali selvatici come se fossero peluche. Non mettiamo in dubbio la buona fede della signora ma non possiamo pretendere troppo dal cervo. È un animale selvatico, non addomesticato".
Il sindaco di Villalago ha invece dichiarato, che lui per la salvaguardia delle persone ha emesso una serie di ordinanze, proibendo di avvicinarsi agli animali selvatici.
Il direttore del Pnalm per il suo ruolo istituzionale ha dato un’ottima risposta: dai cervi, è vero, che cosa dobbiamo pretendere?
Il sindaco di Villalago emette divieti, ma non ci è dato ancora di capire chi dovrebbe farli rispettare. I cervi ormai li troviamo in ogni luogo del paese e per il controllo ci vorrebbe un esercito di vigili. 
E se aggrediscono perché ci vogliono scacciare da quel territorio che loro hanno occupato e fatto proprio?
Ricordo di una signora che non poteva più uscire di casa, perché come apriva la porta aveva di fronte un paio di cervi che si avvicinavano minacciosi.
Secondo me il sindaco con le sue ordinanze rivolte ai compaesani e agli eventuali turisti, non risolve il problema. Egli per fare cosa “buona e saggia” dovrebbe, invece, emettere ordinanze proprio contro i cervi, che occupano abusivamente il territorio, lasciando come ricordo copiosi escrementi.
Mi succede che ogni mattina (sono abbastanza mattiniero), come apro la porta che dà sul retro della casa, mi ritrovo una cerva con un cerbiatto. Mi guarda torvamente e sembra dirmi: “ma tu che vuoi?, vedi di andartene e non scocciare”. 
L’altra mattina (vedi foto) mi ha fatto uno sberleffo con la lingua. Non so se era una pernacchia, ma certamente mi sbeffeggiava.
Avendola trovata nell’orto col suo piccolo verso mezzanotte, ho capito che quello, come lo spazio intorno alla casa, era un nascondiglio per salvare il cucciolo dai predatori.
Una mattina mi sono messo alla finestra per sapere come facesse ad uscire, perché va a fare colazione altrove.
L’ho vista dirigersi verso il lato Ovest del recinto dove aveva aperto un varco ed uscire da lì. 
Il piccolo, essendo la rete un po’ rialzata non riusciva a infilarsi. La madre lo guardava impensierita. Il cerbiatto correva da un lato all’altro alla ricerca di una via d’uscita. 
Allora ho aperto il cancello. La madre ha capito e ha richiamato il piccolo, guidandolo da fuori verso l’uscita.
Ho riparato il varco, ma è stato sfasciato di nuovo. L’unica cosa che posso fare è aprire ogni mattina il cancello.
Lo spazio non è più mio, ma dei cervi come mostra la seconda foto.
Per dirla col direttore del Pnalm: non possiamo pretendere troppo dai cervi. Dal Sindaco, però, sì.
Emetta l’ordinanza contro l’occupazione degli spazi pubblici da parte dei cervi e se trasgrediscono li conduca in cattività, come si fa con gli uomini.
C’è quel bel libro di George Orwell “La fattoria degli animali” in cui questi nostri fratelli sovvertono i nostri ordinamenti, per un governo basato sull'uguaglianza e sulla parità di diritti e doveri. 
Cara Amarea, il sindaco ti ha dato la cittadinanza onoraria e vedrai che tra non molto anche i cervi l’avranno, perché sono quelli che, come te, portano i turisti a Villalago.
Vorrei che venissero per visitare gli orti botanici, i giardini, i frutteti della Riserva Regionale Lago di San Domenico - Lago Pio, invece di trovarvi un deserto, spazi incolti , muri cadenti e le deiezioni dei cervi.