Il lunedì del direttore

All’amico risanato, Francesco Ciccotti, detto Ciccio

Quando la notizia del grave danno cerebrale, che circa due mesi fa ha colpito Ciccio, mi ha raggiunto nel mio paese, ho provato un profondo sentimento di tristezza, pensando anche all’irreparabile. Il rasserenamento ha fatto breccia nei miei sentimenti allorché il pericolo si è allontanato dall’ipotesi estrema.
Lunedì 12 Maggio Ciccio è tornato a casa. Mercoledì sono andato a trovarlo. Mi ha accolto con il sorriso e la cordialità di sempre. Era un uomo nuovo nell’aspetto: capelli corti e barba rasata, ma quello di sempre nel cuore e nella mente: gioviale e intelligente. Solo gli arti di sinistra hanno bisogno di ulteriori terapie per tornare nella pienezza dei movimenti.
Dopo il racconto dei suoi giorni in ospedale, il discorso è caduto sulla sua passione per la scultura del legno e la sua capacità di intagliarlo secondo le figure di un disegno reale o mentale.
Mi ha ricordato che posseggo la sua prima opera. È così. Ho una sua scultura lignea a tutto tondo di San Michele Arcangelo, alta 65 centimetri.
È posta all’ingresso della mia casa, come Angelo protettore da ogni insidia malefica, quale vincitore di tutte le battaglie.
Nell’Ottobre del 2012, organizzata da Maria Marone, andammo in pullman con un gruppo di amici in Spagna. Nell’andare, prima di attraversare i Pirenei, facemmo sosta a Lourdes. Nell’albergo dove alloggiammo c’erano in vendita alcuni souvenir religiosi. Tra questi c’era un San Michele di ceramica. Mentre guardavo i vari oggetti, mi si accostò Ciccio. Mi disse: “Professò fammici una foto con la tua macchina, perché lo voglio rifare in legno. Quando l’avrò finito te lo regalerò”.
Scattai la foto e non me ne parlò più lungo tutto il viaggio.
Tornati a casa lo incontrai a Scanno e mi ricordò della foto di San Michele, pregandomi di dargli una copia. Dopo pochi giorni gliela portai al suo ristorante.
Passarono alcuni mesi e verso Maggio mi pregò di andarmi a prendere il San Michele che aveva scolpito.
Il giorno dopo andai a trovarlo. Mi portò al suo laboratorio e vidi subito la statuina. Rimasi sbalordito da tanta maestria. Accettai il regalo con entusiasmo, sicuro di avere un’opera bella in legno da esporre in casa. L’Arcangelo Michele ci ha unito in amicizia sincera.
Ciccio mi ha rivelato che dopo quella scultura ha avuto come una folgorazione che lo ha portato ad amare l’arte lignea. Ultimamente in basso rilievo scolpisce figure di persone e stemmi comunali, che dona agli interessati senza nulla chiedere.
Mi ha detto che tornerà presto a scolpire, perché sente la mancanza di quel lavoro creativo.
Il braccio destro ha conservato la sua forza, ma quello sinistro ha ancora bisogno di tempo.
Gli auguro di tornare a intagliare il legno quanto prima. Auguri Ciccio!