Il Lunedì del direttore

Ad Amarena, mia concittadina e confidente
“Il non preoccuparsi delle sorti della propria città era considerato il reato più grave, un disonore”.

Cara Amarena, mia concittadina e confidente, mi sono soffermato sabato mattina a quel che è del Lago Buono, dopo i lavori che lo hanno riguardato, tanto decantati dal Sindaco.
Sinceramente volevo tenermi per me quello che ho provato nel vederlo, ma, ieri sera, prima di andare a dormire, come mia consuetudine, mi sono fermato a leggere.
Da alcune giorni avevo iniziato il libro di Riccardo Nencini sui luoghi di Firenze, visti da Oriana Fallaci. Mi sono imbattuto nel periodo del granduca Cosimo I, quando gli intellettuali si occupavano degli affari di Stato, prendevano posizioni e si mettevano a rischio.
Ho sottolineato quanto segue: “Il non preoccuparsi delle sorti della propria città era considerato il reato più grave, un disonore”.
La nostra “città” è Villalago. Tu di onori ne hai avuto tanti: cittadinanza onoraria, un sentiero e una foresta a te dedicati, libri e convegni, mentre storici di Villalago non hanno neppure un angusto vicolo con il loro nome.
E andando oltre ci sono persone che si preoccupano della sorte del proprio paese, ma come compenso ricevono solo insulti da chi ci amministra o da chi pensa di saperne più degli altri.
“Sic standibus rebus”, parliamo pure del “Lago Buono”, perché ormai il vaso è colmo e nulla più mi può disonorare.
Ho un’età che lo ricorda com’era all’origine. Andavamo da bambini a farci il bagno, perché ci era proibito farlo al Lago Pio, ritenuto pericoloso. Era un bel laghetto, alimentato dal Fiume Giordano e dalle sorgenti di risultiva. Aveva un’acqua purissima e anticamente veniva attinta con conche e barilotti per gli usi domestici. Da questo lago nasce il Sagittario, anche se le molti sorgenti sono state incanalate e tornano in libertà dopo il ponte.
Con la costruzione nei primi Anni Settanta del secolo scorso della strada variante all’abitato di Villalago venne scempiato e ridotto a “pozzanghera” con il muro perimetrale verso la carreggiata e con quello di sbarramento. Ricordo che quando iniziarono a scavare, l’acqua delle sorgenti di risultiva inondò tutto e si fece fatica ad imbrigliarle. Fu la devastazione del Lago Buono.
L’attuale amministrazione ha pensato di porvi rimedio. I lavori sono terminati. Il muro di sbarramento, e quello perimetrale, lato Ovest, sono stati rivestiti con lastre di pietra che normalmente si usano per la zoccolatura di case e recinti. In quel contesto l’inusuale rivestimento cozza con i muri a secco, costruiti dai nostri avi lì vicino. Sono stati tagliati gli alberi, che si trovavano nello spazio antistante. Per questioni di sicurezza sono state poste delle ringhiere intorno al pozzo di accumulo, e dove l’acqua esonda.
Secondo me ha perso l’aspetto di un lago di montagna e assunto quello di una vasca, di una grande vasca rettangolare.
Il Lago Buono era originariamente circolare. Il progettista doveva privilegiare questa forma, con una scogliera tutt’intorno con pietra locale e prevedere da subito una nuova piantumazione.
Cara Amarena, Il Sagittario, il bel fiume D’Annunziano, non meritava questo nel luogo dove le sue acque vengono alla luce, per poi irrompere allegramente lungo le Gole da Villalago ad Anversa.