Scanno Eventi
14 Aprile 2025, 06:45
LA PASSIONE VIVENTE A SCANNO
Secondo la “Compagnia Cuordisole”
Roberto Grossi
Sabato sera, 12 Aprile, la “Compagnia Cuordisole” di Scanno ha portato in scena “La passione vivente”. Ha scelto di rappresentarla in tre quadri all’aperto nella parte bassa del paese.
In Piazza Codacchiola: l’ultima cena; alla fontana del Pisciarello: l’incontro con Maria e le pie donne; nel Piazzale di Sant’Antonio il Sinedrio; nel Piazzale San Francesco il Golgota. Attori e figuranti con gli abiti dell’epoca; scarso recitativo, perché tutto è stato affidato a più voci narranti.
Ha avuto inizio con l’entrata in scena di Cristo con i dodici apostoli. Si sono seduti su sgabelli posti a semiluna. Uno dei narranti ha dato voce al racconto degli Evangelisti. Cristo ha lavato i piedi ai dodici e poi ha offerto loro il pane e il vino, annunciando che uno di loro l’avrebbe tradito. C’è stato un momento di concitazione, finché Giuda non ha rivelato di essere “colui che lo tradirà”.
Gesù viene condotto dai soldati romani al Sinedrio. C’è l’intervento di Pilato e poi la condanna alla crocifissione, per volere del popolo presente, che ha scelto la liberazione di un ladro e assassino. Dopo essere stato ripetutamente frustato, con la corona di spine sulla testa e la croce sulle spalle è portato al Golgota dove viene crocifisso.
Questa in sintesi la sacra rappresentazione, così come la tradizione evangelica ce l’ha consegnata.
La bella serata ha permesso una buona partecipazione di pubblico, con il vescovo, mons. Michele Fusco, in visita pastorale, tra gli spettatori. C’è stata anche la luna , che ha fatto capolino tra le nuvole ed è stata a guardare.
Personalmente m’aspettavo una rappresentazione diversa, che andasse al di là del racconto evangelico, fissando l’attenzione recitativa solo su quello che Gesù, insieme agli apostoli, potesse dire a noi moderni, rifacendosi proprio alla funzione del teatro, soprattutto alle tragedie greche. Le sacre rappresentazioni medioevali avevano lo scopo didascalico, per chi non sapeva leggere o non conosceva il latino, lingua ufficiale della Chiesa.
Quanto detto non è una critica, ma un mio modo di concepire il teatro.
Il lavoro presentato è degno di ogni apprezzamento. Gli attori sono stati tutti bravi, come lo è stata Antonella Mancini, regista della compagnia, le voci narranti e in primis il parroco don Luigi, autore dei testi. L’essenzialità della scenografia, priva di tutti gli artifici ridondanti, ha reso lo spettacolo molto gradevole, insieme all’accurata scelta delle musiche. E poi c’è stata Scanno che ha fatto da fondale. Complimenti a tutti.