Parliamo di cose concrete

“…vale la pena sognare”

A Sulmona, per le amministrative di primavera, la coalizione del centrosinistra (PD, 5 Stelle, Italia viva, Sinistra Italiana e Sbic) ha trovato, dalla sera del 24 febbraio scorso, il candidato alla carica di Sindaco.
È Angelo Figorilli, 68 anni, giornalista RAI in pensione, già responsabile Esteri per il Tg2, nato, cresciuto e formatosi nella città d’Ovidio, scrittore ed autore di docufilm (significativamente apprezzato quello recente su Carlo Tresca), consapevole della crisi profonda di questa città, crisi economica, sociale e politica sulla quale gravano agenti esterni (generali, nazionali ed internazionali…basti pensare alla Marelli), ma anche situazioni più ravvicinate nel tempo (gli ultimi dieci/quindici anni)  nei quali la decrescita, anche demografica, non solo incomincia ad avere “costi” eccessivi per la sua stessa tenuta, ma incomincia a pesare, negativamente su tutto il comprensorio territoriale perché non può garantire più, a differenza del passato, un punto di riferimento forte e significativo per il futuro.
E non è un caso che, Figorilli, nella dichiarazione che ha motivato la disponibilità alla “sfida”, ha immediatamente sottolineato che l’immagine della Sulmona che propone è quella di “una città che si apra all’ascolto, che consideri una ricchezza e non un pericolo chi cerca un posto nel mondo, che non proclami di essere la più bella da visitare, ma la più accogliente dove venire a discutere e crescere…Ci diranno che sono solo sogni – ha concluso- e noi diremo che vale la pena sognare”. Sarebbe la base di “Città futura”.
Sa di cosa parla, il sulmonese cresciuto lontano da qui. Lui che senza dimenticare (o addirittura abbandonare) le sue radici (la storia formativa della sua infanzia), anzi rimanendoci abbarbicato e utilizzandole come matrice culturale profonda, non ha temuto di andare nel mondo (anche nell’America di Obama e del Trump del 2021, in Afghanistan e in Iraq per le guerre, in Francia per le rivolte nelle banlieues, quindi a Roma a dirigere di “esteri” per conto del Tg2 come riconoscimento della sua crescita professionale. È quello che sinteticamente si racconta di lui, su “La voce di NewYork” (The first italian english digital daily in the US: il primo quotidiano digitale in doppia lingua, italiano ed inglese).
Oggi vive tra Roma, Sulmona e Capalbio, dove, quando può, si reca per…” leggere e magari scrivere le “storie” della sua vita”: occasioni di riflessioni per tutti coloro lo leggono e possono valutare cosa significa “l’essere accolti da altri ed accogliere gli altri”.

Bene. Ho aperto queste note sulle candidature a Palazzo San Francesco di Sulmona il 9 gennaio con un commento alla “defenestrazione” di Di Piero, seguito, il 23, con il report su “Un addio al veleno”, quindi, il 6 febbraio con un tentativo di esame della “malattia della politica sulmonese” ed un commento, il 20 febbraio, sul dato di cronaca che nel “milleproroghe” manca la quella per i Tribunali in bilico (Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto). Dal 9 gennaio ad oggi nella rincorsa delle voci e delle notizie sulle candidature che si profilavano: Tirabassi (l’uomo del centrodestra e civici, voluto da Liris e Marsilio, in prima persona, con l’incognita tutta ancora da svelare, dell’UDC…in attesa di Cesa), Di Ianni (per un terzo polo che si chiamerà Metamorfosi e aperto a quanti vorranno costruire liste. Gli ex dimasciani starebbero qui), Paola Pelino, nota ex senatrice di Forza Italia (che ha da subito manifestato l’impegno a candidarsi in proprio, ma potrebbe anche, si dice, confluire nel terzo polo). Tutti, comunque in attesa della candidatura del centrosinistra che è formalmente arrivata nella serata del 24 febbraio scorso con l’indicazione e la disponibilità di Angelo Figorilli. Ora pare che il quadro sia completo.
Non c’è che dire. È stata, quella della coalizione di centrosinistra, una proposta dirompente. Forse nessuno se la sarebbe aspettata. Ma a ben pensarci, ha una logica.
Questa città, tra le sue (spesso “inutilizzate”) risorse possibili certamente ha quelle dei “figli famosi” che operano lontano da qui, con questo senza aver perso mai il cordone ombelicale che a questa città e a questo territorio li lega, non soltanto perché a Natale e/o a Pasqua (o quando possono) qui tornano, come qualcuno ha detto e ricordato in questi giorni, ma perché non tralasciano occasioni per continuare a coltivare i personali contatti con amici, parenti e conoscenti, interloquendo con loro dei nostri problemi quotidiani, delle nostre pene: l’assistenza sanitaria, alcune infrastrutture da sistemare o comunque rinsaldare, l’’occupazione sempre in calo, la perdita di servizi di livello circondariale, un afflusso turistico asfittico, la mancata innovazione dell’offerta formativa, l’assenza di opportunità ed offerte lavorative capaci di persuadere i giovani a non “scappare di casa”, la decrescita demografica che fa entrare in crisi anche l’offerta terziaria di esercizi commerciali legata molto al numero dei residenti…(A proposito di questo, pensate che personalmente, da consigliere comunale nel quinquennio 70/75 proposi di formalizzare un registro dei cittadini di Sulmona impegnati fuori città, ma disponibili a lavorare per…noi. Sinceramente che fine abbia fatto questo “strumento”, che all’epoca fu recepito dal Consiglio, non lo so…Sta di fatto che chi ha avuto l’idea di interpellare e rendere possibile la disponibilità di Figorilli, ha agito all’interno di quella logica).
Ma non mancano, tra i commenti che si raccolgono, contraddittori.
“Ma oggi la rivoluzione si fa con i sogni?”. Ha detto qualcuno. Certamente no (…anche se, noi che negli anni sessanta leggevamo Danilo Dolci, abbiamo imparato già da allora… il bisogno di “Inventare il futuro” ...).
Infatti Figorilli ha detto subito: “Poi certo parleremo di Cogesa e di tribunale, di isola pedonale e parcheggi, di ospedale e territorio, andremo davanti ai cancelli della Marelli e proveremo a fare la squadra migliore che possiamo, ma prima bisogna dare ai ragazzi ragioni per non andarsene o di farlo sapendo di poter tornare…”. E sicuramente, nella campagna elettorale che si delinea, non si potrà parlare soltanto di Tribunale!
Questo Figorilli lo sa bene e le prime dichiarazioni ne danno una testimonianza chiara.
Sulmona al punto in cui siamo ha bisogno di scuotersi, soprattutto ha bisogno di uscire dal circolo vizioso del ricordo di un passato che dagli anni cinquanta fino a tutti gli anni ottanta del secolo scorso ha prodotto ricostruzione post bellica e cambiamenti (difficoltosi ma positivi) di crescita, e un futuro che già da qualche decennio è diventato indecifrabile, anzi, indefinito, proprio perché privo di progetti e di interpreti capaci di “catturarlo”, perché imbrigliati nei ricordi del passato, producendo di fatto una “decrescita” pericolosa.
Figorilli, a momento opportuno, ha colto le occasioni giuste per andare via ad “imparare la vita” (come ci ricorda Corrado Augias, ripubblicato, in questi giorni, per i tipi di “La Repubblica”) ed è pronto per restituire, oggi, alla “sua città”, tutto il mondo e la cultura che “ha assorbito e con la quale, tornando, può continuare ad essere connesso, avendone appreso bene i percorsi” e utilizzarla per una prospettiva credibile che, poggiata sulla forza  e sull’eredità del passato, ridia una direzione di marcia nuova alla città e al territorio ad essa riconducibile e legato”.
In altre parole, questa città e questo territorio hanno bisogno di sprovincializzarsi e la disponibilità di Figorilli può aiutare. Altro che “provincialismo”, come qualcun altro ha scritto. Chi lo propone fa esattamente il contrario, si è risposto: “provinciale” è chi manifesta un modo di essere improntato a chiusura mentale, indisponibile per slanci di idee e proposte anche rischiose, ma nuove, rispetto al passato nel quale vive ed opera.
Figorilli sembra esserne consapevole: “ci diranno che sono solo sogni…”. Ma la sua risposta gli elettori sulmonesi già la conoscono: …vale la pena sognare”.