Ancora una sconfitta... e un brutto presagio per “Nina”!

Che brutta fine d’anno, questo 2025, per l’orso marsicano: un nuovo esemplare è stato investito e ucciso lungo la superstrada Sora-Avezzano all’altezza di Santa Restituta. Una brutta notizia che fa da contraltare all’avvenuta liberazione dell’orsetta “Nina” salvata (si fa per dire, visto che è stato l’uomo a stabilire di averla “salvata”, ma non è detto che se fosse stata lasciata libera avrebbe avuto bisogno di esserlo!) in Molise la primavera scorsa! Ieri, 20 dicembre 2025, lungo la superstrada “della morte”, ma anche dei sottopassi e sovrappassi (ve ne sono talmente tanti che in teoria l’orso non avrebbe bisogno di attraversarla …se solo non lo volesse fare!), alle 9,21 di sera un esemplare di "circa 150 kg" (speriamo maschio!) è stato investito ed ucciso scontrandosi con due automobili (cosa che ha messo a rischio anche l'incolumità delle persone!). Eppure vedrete che del rischio per le persone nessuno parlerà, e che per tutelare l'orso presto si richiederanno milioni di euro per realizzare costosissimi ed inutili "sovrappassi", visto che alla fonte del problema nessuno vuole andare. Ma così vanno le cose nel nostro paese, dove per “salvare” l’Orso marsicano di milioni di euro ne sono già statti stanziati talmente tanti che si è perso il conto oltre i circa 15 milioni che già L’Espresso denunciò almeno venti anni or sono! Eppure l’orso marsicano è sempre a rischio di estinzione, e sempre per le stesse ragioni. Qualcuno ci ha fatto i soldi, altri studi e pubblicazioni (es. l’Università di Ferrara con la sua scoperta dell’acqua calda sul carattere dell’orso marsicano!), altri ancora guadagnato in fama e potere. Qualche politico ci avrà fatto carriera (vista la persistenza di alcuni in certi posti pubblici!), altri incamerato fondi e contributi a "suo" sostegno, altri guadagnato qualche posto di lavoro. Qualcuno si è anche sentito utile. Il turismo, poi, c'è andato a nozze (a suo danno!). L’unico che finora ci ha rimesso, in tutti i sensi, compresa la “pelle”, è l’Orso marsicano. Eppure sarebbero bastate poche centinaia di migliaia di euro all’anno per seminare terreni, realizzare qualche “Recinto Finamore”,  favorire qualche pastore (a costo di trasformarlo in lavoratore pubblico: ci sarebbe da dire, meno guardie e più pastori pubblici!). Ora si sono trastullati con Nina, ma già temono che finisca male visto quanto ha dichiarato lo stesso direttore del Parco dopo la sua liberazione («”Ora inizia la parte più delicata, monitorarla a distanza e sperare con tutte le forze che Nina riesca a vivere libera, nel suo ambiente naturale e a contribuire alla sopravvivenza della sua specie”. Statisticamente non tutti i rilasci hanno esito positivo, come dimostrano le decine di casi in giro per l’Europa e il Nordamerica. Ma nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per sostenere Nina nel suo percorso di crescita, l’augurio è che la sua storia possa continuare, libera in Natura»). Intanto festeggiamo, si fa per dire, questo nefasto 2025 con già 5 orsi morti e ritrovati “a caso”, che staticamente vuole dire almeno il doppio. Di quanti ne sono nati in questo 2025 ancora non si sa nulla. Quello che di certo si sa, è che gli orsi sono ormai sbandati, quei pochi rimasti, in mezza Italia centrale. Hanno anche ampliato qualche Parco annettendovi aree inutili dal punto di vista protezionistico, per creare i cosiddetti “corridoi”: solo che l’orso non avrebbe bisogno di corridoi per allontanarsi dal suo o areale, ma di quiete e risorse alimentari per restare nel suo areale storico! Ma può esservi quiete là dove dominano le iniziative turistiche, nelle riserve integrali comprese? Stanno impedendo all’orso di mangiare ostinandosi a pretendere che si cibi solo di faggiola, cicoria selvatica, qualche mela selvatica e qualche carogna di cervo ucciso dai lupi, ed ecco che l’orso si allontana sempre più superando strade, ferrovie e autostrade alla ricerca di  quel cibo antropogenico che non trova più dalle sue antiche parti. E allora? Ci dobbiamo ancora meravigliare se ogni tanto qualche esemplare viene investito lungo il reticolo di strade che sezionano l’Appennino centrale e uniscono paese a paese? O vogliamo alzare muri anche qui, ovunque, per impedirne l’emigrazione?