A Scanno il giorno delle “Glorie di San Martino” è sempre più vicino

Sui tre colli, La Plaja, Cardella e San Martino, già svettano le tre “Glorie di San Martino”, innalzate nei giorni scorsi dai rispettivi contradaioli. L’accensione è per il 10 Novembre alle ore 18,30. La tradizione risale agli Anni Cinquanta dello scorso secolo, anche se il fuoco veniva acceso davanti alla grotta, chiamata di San Martino, che la leggenda vuole che sia stato un rifugio del Santo, mentre era un soldato romano.

Martino nacque a Sabaria Sicca, in Pannonia. Il padre, tribuno militare della legione, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Ancora bambino si trasferì coi genitori a Pavia, dove suo padre aveva ricevuto un podere in quanto ormai veterano, e in quella città trascorse l'infanzia. A dieci anni fuggì di casa per due giorni che trascorse in una chiesa (probabilmente a Pavia).
Nel 331 un editto imperiale obbligò tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell'esercito romano. 
Di lui si racconta che mentre faceva di notte la ronda incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare (la clamide bianca della guardia imperiale) e lo condivise con il mendicante. 
La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì il Cristo dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. 
Martino, scosso dal sogno, divenne cristiano. Rimase ufficiale dell'esercito per una ventina d'anni. A quarant’anni, decise di lasciare l'esercito, iniziando la seconda parte della sua vita.
S’impegnò nella lotta contro l'eresia ariana, condannata al I concilio di Nicea (325), e venne per questo anche frustato (nella nativa Pannonia) e cacciato, prima dalla Francia, poi da Milano, dove erano stati eletti vescovi ariani.[Nel 357 si recò quindi sull'Isola Gallinara ad Albenga, dove condusse quattro anni di vita in eremitaggio parziale, poiché non del tutto solo, visto che le cronache segnalano che sarebbe stato in compagnia di un prete, uomo di grandi virtù, e per un periodo con Ilario di Poitiers; su quest’isola, dove vivevano le galline selvatiche, si cibava di elleboro, una pianta che ignorava fosse velenosa. Una leggenda narra che trovandosi in punto di morte per aver mangiato quest’erba, pregò e venne miracolato. Tornato quindi a Poitiers, al rientro del vescovo cattolico, divenne monaco e venne presto seguito da nuovi compagni, fondando uno dei primi monasteri d'occidente.
Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo. Sebbene avesse dei privilegi, continuò ad abitare nella sua semplice casa di monaco e proseguì la sua missione di propagatore della fede, creando nel territorio nuove piccole comunità di monaci. 
La sua fama ebbe ampia diffusione nella comunità cristiana dove, oltre ad avere fama di taumaturgo, veniva visto come un uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà. 
Martino morì l'8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin. La sua morte, avvenuta in fama di santità anche grazie ai miracoli attribuitigli, segnò l'inizio di un culto che si spanse in tutto il mondo cristiano.

Scanno onora San Martino solo con l’accensione delle Glorie. Il giorno di festa, 11 Novembre, non c’è nessuna celebrazione liturgica. Dentro il quadrilatero, segnato da quattro altissimi palanconi, in questi giorni viene accatastata la legna che adulti e ragazzi hanno raccolto nel vicino bosco.
Si aspetta lunedì 10 Novembre alle ore 18,30 per l’accensione, seguita da tutto il paese e dai tanti turisti arrivati a Scanno per l’occasione e per gli eventi Ju Buk Festival (sabato 8 Novembre) e Deguscanno, che si svolgerà il 7, 8, 9 e 10 Novembre.