L’Adriatico ha restituito alla madre il corpo del sub Ugo Coppola

Dopo cinquanta giorni il Mare Adriatico ha restituito alla madre con la quale viveva a Pescara, il corpo del sub Ugo Coppola, figlio unico, di origine villalaghese per via di entrambi i genitori. Non risalì più in superficie dopo l’immersione del 13 Agosto al largo di Porto Corsini a Ravenna, organizzata dal centro Dive Planet di Rimini. Il programma prevedeva una discesa collettiva  al relitto del Paguro. Ugo si sarebbe staccato dal gruppo, scomparendo nelle profondità senza più riemergere.
Scattarono subito i soccorsi da parte  delle unità navali da Cesenatico e Rimini, con elicotteri dell’Aeronautica e dei Vigili del fuoco, con squadre di sommozzatori specializzati, persino droni subacquei con sonar, coordinati dalla Guardia Costiera, battendo per quattro giorni palmo a palmo il fondale attorno al relitto del Paguro. Tutto fu inutile.
È stato un bagnino intorno alle ore otto di ieri a scorgere una sagoma nera sulla spiaggia di Fano in località Ponte Sasso. Avvicinandosi si è reso conto  che si trattava di un corpo umano. Dato l’allarme, sul posto sono intervenuti i militari dell’Ufficio della Capitaneria marittima e i sanitari del 118. Il corpo è stato trasferito all’ospedale di Fano, a disposizione dell’autorità giudiziaria. 
Il Mare Adriatico, conosciuto da Ugo sin da piccolo sulle spiagge pescaresi, l’ha tenuto con sé per 50 giorni, aspettando che il dolore della madre trovasse la rassegnazione, la pacatezza in una volontà superiore. Con forti mareggiate, simile al grido di dolore, l’ha portato a riva  a 85 chilometri da Ravenna, vicino alla sua Pescara.
Il Destino, il Fato dei latini, quella mattina del 13 Agosto aveva mandato la Morte a prenderlo. Ugo, che da tempo aveva prenotato l’immersione a Ravenna, doveva in macchina arrivare alla stazione dei treni. La macchina non partì. Non c’era tempo per chiamare un’officina meccanica. Decise per non perdere il treno di caricare tutto sul motorino e con questo raggiungere la stazione.
Arrivato a Ravenna, vestì la muta, le pinne, e indossò le bombole per immergersi con gli altri. La morte era ad attenderlo e nessuno era ad aiutarlo, a strapparlo a questo triste destino.
Ora che il mare l’ha ridato alla madre, ai suoi cari, sarà il pianto sulla sua bara a lenire il dolore. 
Esperite tutte le formalità giudiziarie sarà Villalago ad accogliere le sue spoglie mortali per essere tumulate accanto alla tomba del padre.
Ugo, 54 anni, amava condividere sui social il suo legame con il mare. In un post aveva scritto: “Un’emozione unica che, grazie a Dio, si ripete ogni volta che mi immergo”. Ugo era molto religioso e suonava l’organo nella chiesa della sua parrocchia.
La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’inchiesta mira a chiarire le responsabilità dell’organizzazione, dell’immersione e le eventuali carenze di sicurezza. Gli investigatori stanno inoltre approfondendo il percorso formativo di Coppola, che nel 2017 si era visto rifiutare il brevetto da una scuola di sub in Abruzzo, salvo poi conseguirlo altrove.