SEMPRE ORSO MARSICANO

1. Non c’è mai stata tante gente che si occupasse dell’orso marsicano quanto oggi. Tutti che si danno da fare e quasi a gareggiare nell'inventarsi studi e sistemi e iniziative, anche più strampalate, per salvarli… mentre intanto i poveri orsi si stanno sempre più sbandando per mezza Italia centrale. L’ultima novità ci viene dalla scienza, che avrebbe stabilito che gli orsi sono geneticamente troppo vecchi e quindi in fase degenerativa (strano che non lo siano mai stati le tante altre specie al mondo ben più ridottesi dell’orso marsicano, e poi ripresesi senza alcun problema genetico – es. per tutte, il Condor della California!); certo, lo stabilisce il crisma della scienza, ma non dimentichiamoci che anche il Prof. Antonino Zichichi sostiene che la scienza non è sempre “scienza” e che certe cose vanno comunque dimostrate piuttosto che dichiarate («La scienza è tale quando la realtà delle cose è dimostrabile»). E, in questo caso, la dimostrazione dovrebbe stabilire che proprio questa degenerazione influisce sulla loro durata di vita e sulla loro fecondità: e questo pare non lo abbiano ancora stabilito! Anche perché è notoria la presenza di esemplari tutt’altro che debilitati e non riproduttivi! O vogliamo credere oggi agli orsi “tapini” di Benedetto Croce? Orsi tanto tapini che dopo oltre cento anni sono ancora vivi e vegeti e in buona salute nonostante il calo di quelle risorse alimentari di origine antropica di cui si sono cibati da sempre. Sperando che questa scoperta sia: uno, veramente tale e dimostrata; due, che non diventi funzionale al solito pensierino di una introduzione di esemplari da Grecia, Albania e Montenegro per… rinsanguare la popolazione minata da “disfunzione cellulare”! È così che si risolvono i veri problemi di una popolazione ursina allo sbando?
2. Ci sono poi i volontari, tutti pronti e in buona fede a fare qualcosa (raramente qualcosa di utile) guidati da manine proponenti, senza che si rendano conto se quanto gli si chiede di fare abbia un senso logico o una pratica utilità, quando non sia invece un danno proprio per la sopravvivenza dell’orso. Come ad esempio l’ostinata volontà di impedire all’orso di cibarsi di alimenti di provenienza e produzione rurale, come da orti, stazzi o pollai come hanno sempre fatto da centinaia e centinaia di anni. Con l’unico scopo di evitare alle autorità di dover pagare dei danni; ovvero, impedire all’orso di mangiare affinché non si producano danni che le autorità dovrebbero poi rimborsare! E così dobbiamo leggere sui media che «Con questo intervento (la chiusura di un pollaio, ndr) abbiamo contribuito a ridurre il rischio di nuovi danni, tutelando allo stesso tempo il lavoro delle persone e il benessere dell’orso»! Il benessere dell’orso? Cioè, impedendo all’orso di cibarsi, lo si tutela? Qui siamo alla favola dell’asino di Buridano, il cui padrone per risparmiare sul fieno voleva insegnarli a non mangiare!
3. Secondo le autorità del Parco Nazionale d’Abruzzo, l’iniziativa di ArteParco che invita la gente ad andare a visitare opere d’arte moderna nella zona di riserva integrale e habitat primario dell’orso marsicano, nonché di rarissime specie di uccelli, mammiferi e insetti, non arrecherebbe loro alcun danno, ed anzi avrebbe una funzione educativa per poter poi proteggere integralmente altre zone (strano: è questa una delle poche zone del Parco degne di una protezione integrale!), benché per farlo debbano anche allontanarsi dai sentieri marcati e, in fondo, che il disturbo sarebbe minimo. Ecco invece osa che dice l’ideatore di questa ArteParco, Paride Vitale figlio di uno storico dipendente del Parco in una sua intervista al settimanale 7 del Corriere della Sera: «… alla prima edizione di ArteParco eravamo io, il presidente del parco, l’artista e un fotografo. Ora siamo all’ottava edizione, il sentiero è molto visitato anche durante tutto l’anno, è diventato una meta da non perdere quando si va a Pescasseroli.» Ovviamente Vitale non si riferisce alla bellezza naturale di quei luoghi né ai rarissimi, e a rischio estinzione, elementi faunistici che formano i valori biologici di quella località, ma solo delle opere d’arte e della sua iniziativa! 
4. Pioggia di milioni per i Parchi abruzzesi hanno scritto i media: ma siatene certi, non un euro sarà però speso per salvare un solo metro quadrato di ambiente o anche un solo albero di faggio! 8,5 milioni di euro in opere che, se non danneggeranno la natura dei Parchi (molte riguardano aree loro esterne) neppure saranno utili a proteggerla. Ma così va la politica nel nostro Paese e in Europa, dove le aree protette si istituiscono sempre imponendole alla gente e allo scopo di creare carrozzoni politici (altro che le Aree Wilderness americane, che veramente PROTEGGONO e nulla costano alla collettività: la legge proibisce stanziamenti per loro fini gestionali!). Per l’orso marsicano saranno addirittura spesi ben 2 milioni di euro per una barriera anti-orso lungo una strada statale, motivata solo per la morte di due orsi (uno il famoso Juan Carrito), la cui vera ragione era la loro spasmodica ricerca del cibo: il problema non è infatti che gli orsi siano morti attraversando la strada, ma la ragione del perché hanno attraversato la strada. Come si dice: curare il sintomo anziché la causa! Con la speranza che la barriera almeno serva poi a qualcosa e non già solo agli imprenditori che la realizzeranno!