Racconti di politica interiore

SCANNO 1947
 La parola d’ordine è ricostruire

«Quest'anno – scrive Giuseppe Cipriani in una nota del 15 settembre 2024 – non posso che parlare bene del periodo estivo.  È vero, il caldo del mese di luglio è stato soffocante, ma io ho trascorso molte ore in casa dove persiste una gradevole temperatura. Ho gradito la compagnia degli amici ed ho partecipato anche  a  collettivi a cui non avevo mai dato il particolare valore  liturgico.  Col camice della confraternita della Madonna Delle Grazie, ho partecipato a quattro Processioni: della Madonna delle Grazie, della Madonna Del Carmine, di San Domenico,  a Villalago, di San  Nicola a Frattura. Aggiungo quel che non ha realizzato mio nonno Matteo: avendo lui avuto tre figli maschi, Giuseppe, Giacinto, Antonio,  immaginava che, un giorno, avrebbe potuto assistere ad una messa  celebrata da tre preti: i suoi figli appunto. Povero Nonno! Il suo sogno non è stato esaudito. Né tutto questo è balenato nelle mente e nella coscienza dei suoi nipoti. Io diventar prete? Forse si, forse no. Chi potrebbe darne un giudizio!  Certo non sono stato alimentato da un indirizzo paterno, ché anche lui di paternali ne avrebbe avuto bisogno; nè da esempi materni, ché anche lei  incline ad osservare ciò che il prete dice, ma soprattutto a farmi pascolare le pecore,  perchè  guadagnassi  ...

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