Parliamo di cose concrete

“UN ADDIO AL VELENO”

“Chi amministra deve essere più generoso e anteporre gli interessi collettivi a quelli personali”.
Queste le parole con le quali Gianfranco Di Piero, Sindaco defenestrato di Sulmona a fine anno, ha concluso la conferenza stampa che sabato 18 gennaio scorso, da privato cittadino, tornato a vita privata, ha svolto, togliendosi, come si dice, diversi sassolini rimasti nelle scarpe ( è stato definito “un addio al veleno”) e fornendo un dettagliato e lungo elenco di cose fatte o “avviate” nei suoi tre anni di mandato. Non lo ha potuto fare in Consiglio Comunale, lo ha fatto comunque, parlando di una “congiura” ordita contro di lui, per effetto della posizione presa sul Cogesa (“Uno dei motivi principali”) dove ha rivendicato la soluzione all’ annoso problema dei miasmi e ha “tentato di risolvere anche quelli gestionali e finanziari”.
Non ha fatto nomi, comunque, per identificare i congiurati. Ma ha diffuso un elenco di questioni affrontate, ripeto, alcune risolte, altre soltanto avviate, per le quali la città resta in attesa di vedere gli esiti.
Tuttavia, esplicitamente ha detto che non si ricandiderà né come Sindaco, né come consigliere.
Da qui, forse, il fumus…del veleno.
Il PD, immediatamente dopo l’uscita da Palazzo San Francesco, gli aveva chiesto la disponibilità a farlo.
Era seguita una polemica nota delle ali più estreme della sinistra nella coalizione uscente; e Martedì 14 gennaio Di Piero aveva ringraziato ma declinato l’invito.
Cosa dire. A mio parere, su questa vicenda continuano ad ammassarsi errori sopra ad errori.
Primo. Si è forse partiti con troppa fretta, da parte di tutti: destra, sinistra e…altri: volendo dare l’impressione di avere le idee e le proposte chiare, già confezionate, e pronte per l’uso. E son venute fuori diverse questioni incomprensibili.
La destra, riunita, in attesa delle determinazioni dei “civici”, addirittura avrebbe officiato Caruso (Sindaco in carica, ancora per poco, a Castel di Sangro; Presidente della Provincia a tutti gli effetti); dal PD, dopo la rinuncia di Di Piero, sarebbe “uscita” un’indiscrezione sulla disponibilità di Angelilli (ex Sindaco di Pacentro, già candidato, ma non eletto, al Consiglio regionale); di Gerolismo (e dei “suoi” civici, che hanno partecipato alla riunione della “destra”) l’opinione pubblica conosce soltanto che si occuperà delle elezioni di Avezzano, che non avrebbe intenzione alcuna di impicciarsi di Sulmona (!) e che si riserva di offrire alla “destra” il nome di un possibile candidato per Sulmona!
Qualche giorno dopo (domenica, 19 gennaio) un’altra riunione di Fratelli d’Italia, Lega, Noi moderati, Udc e Sulmona in centro (con l’assenza di Gerosolimo?) nella quale si dà spazio a generici contenuti…Qualcuno dice che s’è fatto anche qualche nome. Ma la notizia sarebbe tutta la “controllare”.
Questo “pastone” di informazioni, come si diceva un tempo, tra noi della carta stampata, a poco più di venti giorni dalla sepoltura della coalizione che tre anni or sono aveva fatto eleggere Di Piero con il 70% dei consensi, sembra quanto meno eccessivo, pleonastico…praticamente inutile.
Serve per far parlare, per fare “chiacchiericcio”; ma gli effetti potrebbero essere deleteri. Chiariamoci.
La vicenda di cui parliamo che sta caratterizzando questo “triste” inizio d’anno ha una direzione di marcia molto precisa che affonda le sue radici nelle ragioni per le quali, nella città di Sulmona, in un ventennio, circa, su sei sindaci, cinque sono andati a casa senza completare il mandato e Casini, l’unica che ha retto fino alla fine lo ha fatto cambiando… non ricordiamo più quante giunte! Morale.
Questa vicenda impone una riflessione seria, all’interno dei partiti, ma soprattutto dei cittadini (anche tra coloro che hanno preso l’abitudine di non andare più a votare!), per rispondere alla domanda: è possibile, in questa città, individuare una classe politica dirigente generosa capace di anteporre gli interessi collettivi a quelli personali (come ha detto Di Piero) e capace (aggiungo io a titolo personale) di battere il “civismo” che per definizione antepone proprio gli interessi personali a quelli collettivi?!
Al momento non sappiamo nemmeno quando andremo a votare. Abbiamo una serie di problematiche forti e fastidiose (pensiamo, con una grande sintesi, alle infrastrutture, all’occupazione e all’assistenza sanitaria) che dobbiamo affrontare e risolvere; dobbiamo tentare di leggere e di pensare ad un progetto di futuro all’interno di un quadro di riferimento (regionale, nazionale ed internazionale) quanto meno incerto o enigmatico, per non dire “spaventoso” …e ci mettiamo a giocare con la proverbiale “torre”, per stabilire chi vogliamo buttare giù dall’ipotesi di Sindaco in Palazzo San Francesco?!
È evidente che nel territorio l’idea di essere Sindaco di Sulmona intriga e non poco chi ha voglia, tempo anagrafico e personale, proposte metodologiche e contenutistiche per porsi alla guida di un comprensorio che ha bisogno di piglio e di energie per uscire fuori dalle secche di una situazione stagnante ma negativissima, caratterizzata da una decrescita spaventosa, abbarbicata alle sue vestigia che interessano turisti di passaggio che stagionalmente (ma rapsodicamente) frequentano manifestazioni ed eventi che faticosamente si mettono insieme su finanziamenti racimolati qui e là da Enti pubblici e/o privati che debbono essere sempre inseguiti perché non dimentichino di garantirci il sostegno…una situazione, per dirla in breve, che necessita di assistenza continua e che non è nella condizione, realisticamente, di guardare lontano da sola.
In altre parole, non siamo autonomi. Questa è la verità terribile. I dibattiti regionali e nazionali che ci ronzano intorno sembrano non riguardarci, ci danno l’impressione di riferirsi a comunità lontane da noi.
La classe politica regionale che ci governa da tempo non si pone più (come in un florido passato) il problema dei rapporti di equilibrio tra zone interne (la nostra) e zone costiere. Una volta si legiferava (a livello nazionale e regionale) per piani integrati di intervento nelle zone montane. Da decenni questo paragrafo appartiene alla letteratura di chi in maniera appropriata o anche impropriamente fa lettura del passato e fa finta anche che siano “casi individuali” i suicidi dei giovani, la droga, che riempie quasi quotidianamente la cronaca nera dei nostri report, l’abbandono di chi si laurea con un biglietto di espatrio già pronto perché qui da noi il massimo che si può fare è “prendersi il titolo” da andare a spendere fuori, in Europa o altrove dove c’è lavoro.
Si può anche dare attenzione a chi, non cittadino di Sulmona dimostra disponibilità a mettersi a disposizione e per questo va ringraziato, ci mancherebbe altro!
Ma dobbiamo conoscere, realisticamente, quello che propone, come lo vuol realizzare, con chi, con quali sostegni esterni, con quali strategie e percorsi. In caso contrario rischiamo di dover fare i conti con il veleno che sistematicamente ci rinfacciamo senza concludere nulla di ricordabile.