Donald Trump e l’economia abruzzese: quali i prodotti a rischio?

Speriamo che a salvare l’Abruzzo siano le cravatte del neopresidente

Ieri Donald Trump ha giurato quale 47° Presidente degli Stati Uniti d’America. Nel suo discorso d’insediamento ha parlato di dazi per difendere i prodotti americani.
L’Abruzzo, secondo i dati diffusi da Confartigianato, è quarta nella classifica delle regioni italiane più esposte al mercato statunitense. Secondo Giulio Sottanelli,
deputato abruzzese di Azione, i nostri prodotti, apprezzati in tutto il mondo, rischiano di essere penalizzati da misure che potrebbero rallentare la ripresa del commercio internazionale e colpire duramente le imprese locali.
L’Abruzzo, con un valore di esportazioni verso gli USA pari a 1.732 milioni di euro nel 2024, rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. In particolare, i dati sulle province dell’Aquila e di Chieti testimoniano una crescita significativa (rispettivamente +32,15% e +24,8%), ma resa fragile dall’idea di Trump di inasprire i dazi sull’export europeo.
I primi prodotti a rischio potrebbero essere l’olio, le castagne, i tartufi, i formaggi, ma soprattutto ci sono il vino Montepulciano d’Abruzzo, insieme al Trebbiano, che sono ai primi posti della classifica di vendita della grande distribuzione organizzata a livello nazionale. Gli Usa, infatti, sono tra i principali mercati di esportazione del vino abruzzese che negli Stati Uniti registra negli ultimi anni una media di circa 25milioni di euro di fatturato.
Con il rischio di chiusura delle frontiere, si pone un evidente problema di proliferazione sul mercato statunitense del fenomeno dell’Italian sounding (i prodotti spacciati come italiani ma realizzati altrove) che vale già 20 miliardi di euro.
Il 99% dei formaggi di tipo italiano sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina.
Speriamo che a salvare l’Abruzzo dall’inasprimento dei dazi siano le cravatte del neopresidente USA, prodotte a “Santo Stefano” di Silvi. Sono Italo Ferretti e figli a realizzarle in un modello ad hoc per Donald Trump. A rivelarlo è stata la rivista statunitense “Town&Country”. “Trump” scrive il giornalista americano “tende ad indossare cravatte troppo lunghe, una pecca nel suo stile di cui si parla già da qualche mese, egli ha un modo unico di annodarsele, la parte anteriore è molto più lunga del codino di dietro che solitamente essendo così breve il presidente lo fissa con del nastro adesivo per mantenerlo al suo posto. Il passante sul retro di una cravatta maschile è progettato proprio per questo scopo”. A risolvergli il problema è stato il genio abruzzese di Italo Ferretti. Come riporta Il Centro, Carlo Ferretti, figlio del patron, ha confermato tutto. “La rivista - ha detto - ci ha chiamato per avere diverse informazioni sul caso, gli abbiamo detto che Trump ci aveva ordinato degli articoli tempo fa e che l’abbiamo accontentato su ogni sua richiesta: d’ora in poi la parte di dietro della sue cravatte non dovrà più essere fermato dallo scotch dato che abbiamo cucito un passante ad hoc”.