Centodecimo anno del terremoto della Marsica
Distruzioni e morti a Frattura e Villalago

Erano le ore 7,53 del 13 gennaio 1915, quando un forte e pauroso boato rimbombò in tutta la Marsica, seguito da crolli di palazzi, chiese, case, stalle. Fu il Terremoto della Marsica (XI grado della Scala Mercalli - 7.0 Richter) che arrivò con la sua forza distruttrice anche nella Valle del Sagittario, distruggendo e mietendo vittime. Il piccolo borgo di Frattura fu raso al suolo quasi del tutto. Si contarono 162 morti, soprattutto donne e bambini (79 tra bambini e ragazzi, il più piccolo aveva solo tre mesi), su 350 persone residenti. La maggior parte degli uomini era altrove, nelle Puglie o in America. Venticinque morti e circa 100 feriti si contarono anche a Villalago. L’altro borgo della Valle dove si piansero i morti fu Casale di Cocullo, con otto vittime, Anversa con una vittima, Scanno e Castrovalva e Anversa non ebbero perdite di vite umane. Avezzano la più colpita ricevette i primi soccorsi solo nella serata del 13 gennaio. Nel pomeriggio del giorno dopo vi arrivò in treno anche il Re Vittorio Emanuele III.
Per Frattura la situazione fu molto diversa. Il giorno del terremoto nevicava e questo rallentò i soccorsi. A correre a dare l’allarme a Scanno fu un giovane che si salvò per miracolo. Partirono subito i soccorsi. Vi arrivò anche un gruppo da Castrovalva, con badili e picconi, in aiuto di loro parenti, acquisiti tramite matrimoni. I feriti vennero trasportati con rudimentali barelle, trascinati da muli a Scanno, dove nella chiesa della Anime Sante venne allestito un ospedale.
Gli scampati al terremoto, che avevano perso tutto, si rifugiarono presso parenti di Scanno, di Castrovalva o in casa di amici in attesa che venissero costruite la baracche. A Frattura restarono solo una trentina di famiglie che non avevano la casa distrutta. Solo dopo diversi mesi poterono entrare nelle baracche, costruite nella zona del cimitero. Vi vissero fino al 1941, quando entrarono nelle case della Frattura nuova.
Dopo il terremoto del 1706 in Abruzzo, quello della Marsica fu il più disastroso. Più di mille furono le scosse sismiche fin quando la Terra non si acquietò del tutto.
Va ricordato che anche Villalago fu uno dei paesi più colpito dal terremoto: case completamente distrutte, si ebbero 25 morti ed un centinaio di feriti.

Sono trascorsi 110 anni. Due sacerdoti a Villalago si prodigarono, con grande abnegazione, in aiuto della popolazione. Essi furono don Marzio Ubaldi di Scanno, parroco, e il suo coadiutore, don Giovanni Mancini di Villalago. Si unirono ad una squadra di Soccorso della Croce Gialla di Ancona. Per quanto ci è stato insegnato e a nostra memoria i volontari della Croce Gialla giunsero a Villalago pochi giorni dopo il disastro; subito impiantarono un reparto sanitario e curarono tutti i feriti. Inoltre, costoro costruirono baracche dove trovarono alloggio circa 200 persone. Per lo spirito di sacrificio dimostrato dai soccorritori, il parroco ringraziò la benemerita Associazione di Soccorso con il seguente scritto documentato in un diario, tenuto dai Volontari dell’epoca, che si riporta integralmente,
«All’Illmo Sig. Presidente della Croce Gialla di Ancona, il sottoscritto Arciprete Curato di Villalago, a nome suo e a nome dell’intera cittadinanza, con cuore commosso esprime i più vivi sensi di gratitudine verso la nobile associazione “La Croce Gialla” di Ancona, la quale, senza indugio, è accorsa qui a prestare pronti ed efficaci soccorsi ai feriti e agli altri danneggiati dal terremoto, prodigando amorevoli cure, e distribuendo loro indumenti per difendersi dal freddo rigido dell’inverno, pane e pasta in abbondanza. Augura alla nobile associazione ogni progresso nell’esplicazione della volontaria sua missione patriottica ed umanitaria, che tanto onora l’industre città dell’Adriatico; ai singoli membri e alle loro famiglie ogni benessere. Di questi sentimenti, Sig Presidente si renda interprete presso l’ Onorevole Associazione, a cui è degnamente a capo. Gradisca gli ossequi del sottoscritto. Fto Ubaldi Marzio, Arcip. Cur. Villalago 23 gennaio 1915». Dal Memoriale di Egidio Farina.

Il video della cerimonia di commemorazione per il centenario del terremoto