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11 Dicembre 2024, 06:48
Omaggio al Maestro Angelo Fabbrini
Per i 100 anni del suo laboratorio
Redazione
Angelo Fabbrini, classe 1934, dai modi signorili, garbati, con la voce che è quasi un sussurro, è il maestro indiscusso dei preparatori di pianoforti. Un’ arte appresa dal padre e che lui ha reso “voce divina”, sapendo personalizzare il suono e calibrarne ogni sfumatura. I suoi pianoforti, non a caso, sono detti “della collezione Fabbrini”, a ribadirne esplicitamente la tipicità inimitabile. E non c’è stato nessun grande del passato che non l’abbia voluto al suo fianco, perché lui era l’unico a saper calibrare ogni sfumatura del suono.
I cent’anni dedicati al pianoforte dal laboratorio Fabbrini saranno festeggiati dalle ore 21,00 di questa sera, 11 Dicembre, al Teatro Massimo con un concerto-evento e con un recital fuori programma a cura della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara”.
Sul palco del teatro ci saranno tre straordinari pianoforti della Collezione Fabbrini, tra i quali il “numero 1”, e dove spiccano gli autografi di Arthur Rubinstein e Wilhelm Backhaus. Saranno a disposizione degli artisti Martha Argerich (dopo vent'anni di nuovo a Pescara) e Eduardo Hubertche che eseguiranno in duo e da solisti pagine di Claude Debussy, Alberto Ginastera e Astor Piazzolla, e altri brani a sorpresa.
La serata prevede un salotto musicale, «Accordi e ricordi», condotto da Marco Patricelli, con gli interventi di Lucio Fumo, Angelo Fabbrini, Martha Argerich e Eduardo Hubert per ripercorrere alcune delle tappe artistiche più significative di una vita dedicata al pianoforte.
Il maestro Angelo Fabbrini ha raccontato ricordi e aneddoti nel libro “La valigetta dell’accordatore. La ricerca del suono perduto”. Il suo è stato un continuo peregrinare tra paesi, teatri, salotti e laboratori, lavorando a fianco di grandi artisti e mettendosi sempre alla prova, perché in quel mondo tutto è perfettibile. Egli confessa che da ragazzo aveva ascoltato un pianoforte il cui suono «evocava cori femminili e sezioni di archi».
Come scrive nel capitolo "La ricerca del piano perduto", ha inutilmente rincorso per anni quel pianoforte senza mai venirne in possesso. Nel mondo della musica, e in particolare del grande pianismo internazionale, Angelo Fabbrini è un vero mito.