Per ricordare i soldati anversani deportati in Germania

Pietre d’inciampo nel “Luogo della Memoria”

Si è tenuta ad Anversa, sabato 2 Novembre alle ore 11,30, la cerimonia per l’inaugurazione del “Luogo della Memoria”, dove sono state poste pietre d’inciampo per ricordare i nomi dei sette militari anversani che vennero deportati in Germania, perché non vollero aderire alla Repubblica di Salò e una targa commemorativa.
Il luogo è nel primo ripiano della scalinata che collega piazza Belprato alla sede Municipale.
Alla cerimonia erano presenti, oltre al vicesindaco e al delegato alla cultura del Comune di Anversa,  i Vicepresidenti del Consiglio Marianna Scoccia e Antonio Blasioli, il presidente dell’Associazione I Borghi più Belli d’Italia in Abruzzo e Molise Antonio Di Marco, membri delle Forze militari e di Polizia, associazioni combattentistiche e di volontariato, rappresentanti dei Comuni limitrofi, esperti di storia patria ed esponenti culturali del territorio e  Nicola Palombaro, presidente dell’ANPI di Pescara.
A prendere la parola per primo è stato il delegato alla cultura Mario Giannantonio, il quale ha spiegato che le pietre d’inciampo sono state poste al fine di rendere gli onori ai militari che dopo l’8 Settembre del 1943 furono catturato dai Tedeschi e deportati nei campi di lavoro in Germania.

Il loro ricordo - ha detto Giannantonio - va a rafforzare il valore di libertà e di democrazia nei quali tutti ci riconosciamo. L’iniziativa trae origine nel febbraio del 2021quando proprio in questa piazzetta fu posta una targa in ricododel Questore Giovanni Palatucci, giusto fra le nazioni per la sua meritoria attività di protezione  e di salvataggio degli Ebrei e dei cittadini italiani durante il secondo conflitto mondiale. Dopo qualche tempo il sindaco Gianni Di Cesare al quale rivolgiamo un  sincero e affettuoso saluto, propose di ricordare i giovani soldati aversani che subirono la stessa esperienza nei campi di lavoro Tedeschi. Venne quindi pubblicato un avviso perché i loro familiari presentassero una documentazione che attestasse tale condizione. Vagliando le certificazioni pervenute si è accertato che erano sette ex IMI (Internati militari Italiani) che avevano tutti i requisiti richiesti per  tale onorificenza. Essi sono ormai deceduti da anni, ma molti dei presenti li hanno conosciuti, frequentati, apprezzati per le loro qualità umane, civili e lavorative nel contesto sociale del nostro paese.
Ecco i loro nomi, incisi nelle targhe di pietra che tra poco andremo a scoprire: ANTONIO DI GIUSTO (1920 – 2013), MARIO FUSCO (1914 – 1989), PIETRO GIANNANTONIO (1921 – 2013), ANTONIO EMIDIO RANALLI (1915 – 2012), CARMINE ANTONIO RANALLI (1920 – 2016), EMIDIO RANALLI (1915 – 1964), ANTONIO RICCI (1924 – 2005)
 

E’ stata data poi la parola ai rappresentanti delle istituzioni che hanno rivolto parole di apprezzamento per l’iniziativa che contribuisce, come ha detto il vicepresidente Marianna Scoccia, a rinsaldare la memoria storica del paese, con la convinzione che è importante conservare la nostra storia, il nostro passato e insegnare ai giovani quello che è stato, quello che è accaduto, proprio per evitare gli errori e gli orrori di un tempo.
Antonio Blasioli ha ricostruito quel triste periodo storico che tanti lutti e vessazioni ha portato tra le popolazioni. Così come, parlando soprattutto degli IMI, ha fatto  Nicola Palombaro.
Man mano hanno portato il loro saluto tutti gli invitati alla cerimonia.
Mario Giannantonio e Tonio Fusco, hanno letto alcune lettere dei loro genitori, prigionieri in Germania, inviate alla famiglia.
Il Parroco don Andrea, prima della benedizione, ha reso pubblico il messaggio del Vescovo della Diocesi, mons. Fusco.
La cerimonia si è conclusa con il “silenzio”, suonato dal maestro Alessio Di Benedetto, tromba del Complesso Bandistico Città di Introdacqua.

La targa a fronte delle pietre d’inciampo riporta questo testo:

LUOGO DELLA  MEMORIA INTERNATI MILITARI ITALIANI
Dopo l’ 8 settembre 1943 oltre 650.000 soldati italiani vennero trasferiti coattivamente in Germania, per essere impiegati come forza lavoro nell'economia bellica tedesca in campi di concentramento, subendo grandi. privazioni e sofferenze e moltissimi di loro non tornarono più a casa.
Anche diversi giovani. del nostro paese vissero quella tremenda esperienza, ma seppero resistere alla dura e prolungata prigionia lontano dalle ignare famiglie, restando sempre fedeli agli ideali della democrazia.
In questa piazzetta vengono ricordati i loro nomi, incisi su targhe in pietra, per rendere un doveroso omaggio ai loro sacrifici che hanno contribuito a garantire a noi tutti pace e libertà. Anversa 2 Novembre 2024