| |||||||||
| |||||||||
CON LA BCC ROMA IN NAVIGAZIONE SULLA MSC ARMONIA
NEL MARE ADRIATICO E NEL MARE DI ULISSE
| |||||||||
Quarto giorno: 30 giugno 2014
L’isola di mykonos
La nave “Armonia” procede spedita per il Mare Egeo. Ha doppiato il Capo Matapàn e lasciando il “Capo Maleas”, estrema punta meridionale del Peloponneso, naviga con rotta Nord-Est, verso l’isola Mykonos. E’ questa turisticamente la più importante dell’arcipelago delle Cicladi, che ne conta ben duecento. L’arrivo è previsto per le ore 15,00. I crocieristi non rinunciano al bagno di sole e il
ponte undici si anima ben presto.
Alle ore undici al teatro “La Fenice” c’è l’incontro con il giornalista Rai, Fabio Zavattaro. L’argomento di discussione è Papa Francesco. Io e mia moglie scendiamo ad ascoltarlo, interrompendo
volentieri il nostro “bagno di sole”. Intanto la nave si avvicina sempre più a Mykonos. In lontananza cominciano a delinearsi le sue coste. Dopo l’incontro col giornalista Rai, andiamo a prepararci per andare a pranzo. Ci
troviamo in compagnia di gente simpatica e ogni tema di discussione è piacevole. Il tavolo è per dieci e spesso il cibo scelto si confà alla persona. Un signore “in carne” ha ordinato di tutto, persino un wurstel, finendo il pranzo con l’immancabile dolce al gelato, mentre una signora, custode della sua linea, ha
scelto antipasti di pesce e insalata, tralasciando tutto il resto.
L’isola è sempre più vicina. Le sue case di granito, verniciate di bianco, la rendono indefinibile
nella sua bellezza. La conosco per esserci già stato, ma nonostante questo, la guardo estasiato.
La nave, come da previsione, getta l’ancora lontana dal porto. Dopo un po’ iniziano le operazioni di sbarco con un servizio continuativo di lance. Il sole
è al massimo del suo splendore e quando sbarchiamo,le case ci accecano con il
loro riverbero. Il piccolo porticciolo è animato dai turisti. Non ci affrettiamo, perché l’ultimo rientro a bordo è previsto per le ore 00,30. Ci rechiamo nella piazzetta, ricca di negozi e
ristoranti, e poi iniziamo la visita all’interno per le sue stradine, il cui lastricato è contornato da vernice bianca. Ci spiega un signore del posto, che parla bene l’italiano, che il colore bianco delle case e perfino dei contorni delle lastre di
pietra, hanno la funzione di non assorbire il gran caldo di cui è soggetta l’isola nei mesi estivi. Il centro storico, privo di macchine, è ben tenuto e pulito. Si trovano solo poche abitazioni,con strette scalinate,
mentre tutto il resto è un insieme di negozi, bar e ristoranti. Salendo, fino al dorso della
collinetta, si arriva ai caratteristici mulini a vento.che dominano sulla “Piccola Venezia”, così chiamata perché la stradina, con ristoranti e bar, costeggia il mare. Incontriamo diverse
chiese cristiano-ortodosse, con i caratteristici campanili a vela le cui tre
campane simboleggiano la Trinità.Quest’isola era un tempo molto povera,l’unica economia derivava dalla pesca e dall’agricoltura,ora è il turismo che arricchisce i suoi abitanti.Le case sono tutte bianche,con porte
e finestre di colore azzurro,se ne cominciano a vedere alcune ristrutturate in
pietra grezza,mantenendo l’azzurro per porte e balconi. Caratteristica,anche qui,l’abbondante fioritura di buganvillee,grandi come alberi.Ci avviciniamo al mare
per sostare su degli scogli fino all’ora di cena.Riprendiamo poi la lancia e nel giro di poco minuti siamo a bordo.
Ci rechiamo subito al ristorante. La gente non è molta e ci servono velocemente.
E’ ancora giorno quando torniamo di nuovo a Mykonos. Passeggiamo lungo la battigia
e poi ci inerpichiamo per altre stradine, non visitate prima. I ristoranti sono
tutti all’aperto e pieni di turisti. C’è tanta allegria nell’aria ,e un odore di pesce arrostito alla brace,in una babele di lingue,insieme
ai tanti italiani scesi dalla nostra nave. Incontriamo persone, conosciute a bordo, e con queste basta un sorriso di
saluto.
Intanto girando e guardando i negozi di souvenirs, arrivano le ore 23. Decidiamo
di tornare a bordo. La lancia non è pronta e l’aspettiamo sul molo, facendoci accarezzare dalla brezza marina.
Alle 23,30 siamo nella nostra cabina. La stanchezza ci consiglia di metterci a
riposare. E così anche questa giornata di crociera se n’è andata. Prima che il sonno mi prenda, sento che la nave ha acceso i motori. Poi
dall’oblò vedo Mykonos allontanarsi.
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||