Lunedì 25 Febbraio 2013 - Il Santo del giorno: San Callisto Caravario, Sacerdote
salesiano, martire (1903-30)
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Il tempo... ieri - Giornata cupa e molto fredda con cielo coperto. Inconsistenti tentativi di nevicate. Solo in serata c’è stata qualche schiarita. Neve sulle cime delle montagne.Temp: mass. 4,7°C; min. -1,2°C; attuale -0,9°C (ore 23,30).
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Sabato 23 febbraio è stato ricordato presso l’Auditorium Centro Pastorale,
Mons. Giuseppe Celidonio
a cent’anni dalla sua morte
LEGGI
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Dall’Università Sulmonese della Libera Età
RICORDATA LA FIGURA DI MONS. Giuseppe celidonio
A cent’anni dalla sua morte avvenuta il 24.2.1913
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Promosso dal dott. EZIO Mattiocco e dall’Università della Libera Età si è tenuto sabato, 23 febbraio, presso l’Auditorium Centro Pastorale di Sulmona, un convegno per celebrare il centesimo
anniversario della morte di Mons. Giuseppe Celidonio. Ad illustrare la sua
figura di uomo, sacerdote, ricercatore, storico e scrittore sono stati mons.
Eulo Tarullo e i proff. Pasquale Orsini e Alberto Tanturri, introdotti dal
dott. Mattiocco, che ha evidenziato la sua vasta produzione, come ricercatore e
storico, e come anche da scritti minori sia stato possibile tracciare la storia
orafa di Sulmona. Mons. Tarullo, con parole toccanti e con quel pathos che gli
derivava dall’essere anche lui un sacerdote scannese, ha trattato l’umanità del Celidonio, attingendo ad un testo del nipote mons. Salvatore Rotolo, figlio
della sorella Caterina e ad un inedito, datato 14 maggio 1873, messo a
disposizione da Dorinda Celidonio, riguardante degli appunti di teologia. Egli
fu soprattutto sacerdote - ha sostenuto don Eulo - come parroco di Santa Maria ad Nives per tredici anni e fondatore di una chiesa in
Contrada Cavate, ma ricoprì importanti cariche ecclesiastiche. Dopo la laurea in Sacra Teologia ebbe l’incarico di canonico penitenziere e, dal 1906 al 1907 resse la diocesi nel
periodo di vacanza della sede vescovile. Aveva insegnato nel seminario
diocesano, ma dedicò gran parte della sua vita agli studi di carattere storico e sacro, consultando
e decifrando codici e manoscritti. Grazie a lui - ha sostenuto il prof. Orsini
- l’archivio della Cattedrale di san Panfilo è stato ordinato e catalogato, anche se con un ordinamento cronologico, inserendo
materiale proveniente da altri archivi, come il convento di sant’Antonio e il collegio delle Scuole Pie di Scanno. Di certo -ha concluso - egli
ha salvato un immenso patrimonio d’interesse non solo religioso, ma anche sociale. Mons. Celidonio ha lasciato una
eredità immensa di scritti, ha aggiunto il prof. Tanturri, in un’attività che va dal 1882 al 1913. La sua Storia della Diocesi di Valva e Sulmmona in
quattro volumi è sicuramente un’opera di vasto respiro, che non trova paragone nella storia ecclesiastica di
altre Diocesi d’Abruzzo. Nella conclusione mons. Spina ha ringraziato i relatori, il parroco di
Scanno e gli Scannesi intervenuti, dichiarando di essersi servito, egli stesso,
dell’opera del Celidonio per la conoscenza della Diocesi, affidatagli come nuovo
Pastore, ma di averne letto il nome inciso nella lapide della casa in Piazza
Garibaldi, dove
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mons. Celidonio visse con la famiglia del fratello Michele, commerciante in Sulmona. Egli era
nato a Scanno e soleva dire: “Scanno mi fe’, disfecemi Sulmona”, portando sempre il suo paese nel cuore.
Alla cerimonia, oltre alla famiglia Celidonio, era presente un folto e attento pubblico
.
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I LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Smettiamola di mandare sempre in cronaca
il Lago di Scanno in modo negativo!
Nel leggere continuamente sui giornali cronache poco edificanti del nostro lago, mi sento offeso. Sembra
che i giornalisti nostrani non abbiano null'altro da scrivere, che rivangare
fatti, pIù o meno noti, che ormai le acque del lago hanno sepolto da tempo. Si scrive
quasi ogni giorno di bombe, di siluri, di arerei da guerra che hanno
alleggerito il loro carico, buttandolo nel lago; di relitti militari di ogni
genere, giacenti sui fondali. Il magnetismo che leggermente è stato avvertito dalla bussola di qualche sub, e solo in un determinato
perimetro, è divenuto un caso sciagurato, che ha buttato allarmismo in tutti questi mesi,
facendo sbizzarrire la fantasia dei giornalisti e di qualche "politicante
nostrano", presente in tutte le interviste, come se fosse l'unico a possedere
"virtute e conoscenza". La relazione dell'Istituto Nazionale di vulcanologia e
di geofisica, diramata dal Sindaco di Villalago e dal Commissario Prefettizio
di Scanno, dà questo risultato:
«L’indagine magnetica ha consentito di individuare una anomalia associabile ad un
oggetto ferromagnetico non di grandi dimensioni ma non definibile per forma e
caratteristiche. Nell’area investigata si può escludere la presenza di consistenti masse ferrose. Si può concludere che non sono state rilevate anomalie particolarmente apprezzabili e
che i manufatti sono di varia natura, non significativi per forma e dimensioni». Questa analisi, fatta dall'Ingv, dovrebbe farci esultare di gioia e iniziare
una campagna promozionale, sostenendo con ogni mezzo che il lago è tale a quello descritto nel passato: "una gemma liquida incastonata tra le
rocce", insignito di bandiera blu. Se un giorno sì e l'altro pure il lago va in cronaca come una discarica di residui bellici, non
gli facciamo una buona promozione. Mettiamo che un villeggiante decida di
passare qualche giorno di vacanza in una zona lacustre, è poco probabile che sceglierà il lago di Scanno, sapendo che sui suoi fondali si nascondano relitti bellici e
materiali di risulta come se fosse una discarica.
Orsù, prudenza! |
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OGGI LE URNE
SARANNO APERTE
FINO ALLE ORE 15,00
E POI SUBITO DOPO INIZIERA’
LO SPOGLIO DELLE SCHEDE
COMINCIANDO DA QUELLE DEL SENATO
L’affluenza alle urne nei paesi della nostra Valle ha rispecchiato ieri l’andamento riscontrato in campo nazionale. Speriamo che oggi, essendo un
diritto-dovere di tutti, le percentuali salgano di qualche punto in più.
In Abruzzo i votanti sono 1.067.320; i seggi elettorali allestiti, 1.644. Il 13 e il 14
aprile 2008 per la Camera i votanti furono l’81% degli aventi diritto, mentre per il Senato l’84,7%.
Nella circoscrizione Abruzzo saranno eletti 14 deputati e 7 senatori. I primi
saranno scelti in base alla ripartizione dei seggi a livello nazionale, mentre
i senatori saranno scelti sulla base dei risultati regionali: alla coalizione
che vincerà andranno 4 senatori, gli altri si divideranno i restanti 3. Sia per l’elezione alla Camera (scheda rosa) che per quella al Senato (scheda gialla), si
può votare tracciando con la matita un solo segno nel riquadro che contiene il
contrassegno della lista prescelta, non indicando, quindi, i nomi dei
candidati. In Abruzzo, alla Camera, ci sono 19 liste in gara e al Senato 18,
perché i tre partiti della coalizione di Monti si presentano sotto un unico simbolo,
mentre Rialzati Abruzzo è in gara solo per Palazzo Madama. Nella passata tornata il Popolo della libertà ebbe7 seggi; il Partito democratico 5 seggi; Italia dei valori un seggio;
Unione di centro 1 seggio. Al Senato: Popolo della libertà 4 seggi; Partito democratico 2 seggi; Italia dei valori un seggio.
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LETTERA AL DIRETTORE
di Ezio Pelino
Dov’era allora lo Spirito Santo?
Sig Direttore,
le dimissioni del papa hanno creato un certo sconcerto e disorientamento fra i
cattolici. Se è lo Spirito Santo, cioè la terza persona della Trinità divina, che presiede alla designazione del vicario di Cristo insufflando i
cardinali riuniti in Concistoro, perché l’eletto dopo soli otto anni è costretto a rinunciare? Delle due l’una: o il papa dimissionario disattende alla volontà di Dio o Dio, che per definizione non può sbagliare, non interferisce con le decisioni del Concistoro. L’angoscioso dilemma lo lasciamo agli uomini di fede, ai quali però ci permettiamo di ricordare che altri sono gli avvenimenti che li avrebbero dovuto turbare piuttosto che la dignitosa e saggia
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rinuncia di un sant’uomo malato e stanco, impotente a sanare il “volto deturpato della Chiesa”. La storia del papato ha conosciuto, accanto a grandi pontefici, personaggi
indegni, oltre ogni perversa immaginazione. Lasciamo stare i papi delle
crociate, lasciamo stare i papa-re, il Borgia e le sua famigliola, parliamo,
uno per tutti, di papa Stefano VI. Con lui arriviamo all’inenarrabile, alla criminalità e follia horror. Fece addirittura dissotterrare il suo predecessore, il papa Formoso, farlo collocare, vestito dei paramenti pontifici, sul trono perché rispondesse alle accuse. Il verdetto decretò che era stato indegno del pontificato. Tutti i suoi atti e i suoi ordini
vennero annullati, gli vennero strappate di dosso le vesti pontificali, gli
furono tagliate le tre dita della mano destra, quelle usate per benedire, e il
corpo, trascinato per le vie di Roma, oggetto di dileggio da parte della plebe urbana, fu, infine, gettato nel Tevere. Dov’era allora lo Spirito Santo?
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REVISIONE STATUS di Rupicapra Pyrenaica ornata
ovvero del Camoscio D’Abruzzo
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risultati definitivi delle ricerche in atto e delle attività che si stanno conducendo nell’ambito del progetto Life COORNATA in corso di attuazione. Comunque, pur
condividendo in linea generale l’analisi condotta in sede di review e che sottolinea il successo delle operazioni
di introduzione /reintroduzione sin qui condotte che ha portato il numero di
effettivi della specie alle circa 1500 unità, le attuali condizioni non consentono di considerare il camoscio d’Abruzzo/appenninico del tutto fuori dal rischio estinzione. Il numero di
effettivi rimane comunque ridotto, la presenza è ancora concentrata in poche aree, i possibili rischi non possono essere
considerati superati. Tali rischi, anche di carattere sanitario, possono
infatti discendere dalla compresenza di bestiame domestico e fauna selvatica
nelle aree di pascolo frequentate dal camoscio, dalla competizione alimentare
con bestiame domestico ma anche con altre specie selvatiche con conseguente
trasformazione di alcuni pascoli, da un forte inbreeding, e da altre cause che si stanno studiando. In conclusione, la
proposta di revisione della classificazione del Camoscio d’Abruzzo, può essere considerata il risultato ultimo di quanto sin qui fatto per la tutela
della specie per cui, se da una parte non si può che essere soddisfatti del successo dei progetti di reintroduzione, dall’altra è un passaggio che va gestito con attenzione anche dalla comunità internazionale, trattandosi della conservazione e della tutela di una specie
rara e comunque ancora a rischio. Ad ogni buon conto c’è comunque da dire, onestamente e anche per rassicurare l’opinione pubblica e quanti amano la natura e questa specie in particolare, che
il Camoscio d’Abruzzo, anche sotto il profilo della normativa, tutta regolarmente vigente, non
corre al momento alcun pericolo.
(Giuseppe Rossi)
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A dicembre E’ pervenuta anche al Parco la proposta di review dello status di Rupicapra pyrenaica ornata,
formulata ai sensi della normativa CITES e trasmessa dal Central Eastern office-TRAFFIC
Europe . L’Ente si è naturalmente subito attivato formulando commenti e osservazioni nei primi
giorni dell’anno, nella speranza del sostegno anche da parte della Autorità di gestione CITES nazionale in sede di Conferenza delle Parti che avrà luogo a Bangkok ai primi di marzo. La proposta di review è in qualche modo da collegarsi alla decisione dell’UICN di modificare la categoria di rischio con cui era stata a suo tempo
classificata la specie, considerandola da endandered a vulnerable. Questo ovviamente a fronte dell’indubbio successo delle operazioni di reintroduzione che hanno consentito il
formarsi di nuovi nuclei della specie nei Parchi della Majella, del Gran
Sasso-Laga e dei Monti Sibillini portando il numero di effettivi a oltre 1500.
All’inizio degli anni settanta la popolazione di Camoscio d’Abruzzo, concentrata praticamente in un’unica area del Parco, aveva un consistenza di appena 200-250 esemplari. Quindi,
dal punto di vista formale, la classificazione della specie nella Appendice II
anziché nella Appendice I, con conseguente “declassificazione”, potrebbe considerarsi ineccepibile; ma potrebbe risultare altresì prematura, anche in considerazione dei casi di bracconaggio che ancora si
verificano o che potrebbero essere indotti da tentativi di commercializzazione
illegale dei trofei che, come è noto, in questo caso sono particolarmente belli. Per questo il Parco ha chiesto
che, in ogni caso, la specie venga comunque attenzionata e sottoposta a monitoraggio costante per una eventuale revisione di tale decisione
(qualora dovesse essere assunta) nell’arco di 2 massimo 3 anni quando saranno acquisiti i
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UNA VACANZA DIVERSA
In Val di Gesso - Piemonte
In Val di Gesso, Piemonte, si può fare una vacanza diversa dai soliti luoghi. Ci sono una natura incontaminata, verde, ruscelli, le Terme di Valdieri con le
sue acque calde, un po’ di storia d’Italia, la casa di caccia dei Re d’Italia, fatta costruire da Vittorio Emanuele II nell’Ottocento. A sant’Anna di Valdieri, aperta da maggio ad ottobre, c’è la Casa Alpina Giraudo. Chi fosse interessato, scout, scuole, associazioni o
singoli cittadini, può contattare per la prenotazione il Gestore, Sig,ra Michela Formento al : info@lacasaalpina.com oppure al tel. +39 3332666450.
È una vacanza diversa, di riposo, vissuta nel verde, nella tranquillità della montagna. Escursioni comode ed interessanti, dalla visita
nell'incantevole valle di Entracque, dove si ammirano le più alte cime delle Alpi Marittime, tra cui spicca il Massiccio dell'Argentera, che
con la vetta sud si pone a quota a 3297 metri.
Ai suoi piedi s’innalza una delle dighe Enel più in quota d'Italia. Le cui acque del bacino artificiale servono la centrale
idroelettrica Luigi Einaudi, centrale che ha la potenzialità di produzione di 1.200 MW, con caratteristiche uniche. È un impianto posto nel cuore della montagna. Si vede solo l’uscita dei cavi per il trasporto della corrente. Vi è un’altra caratteristica di questo impianto idroelettrico. Le acque, dopo aver fatto
girare le turbine e prodotto energia, vengono convogliate in un
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bacino sbarrato da un’altra diga. Durante la notte l’acqua viene ripompata nella diga a monte. Più a monte dei bacini artificiali c’è il Lago della Rovina a quota 1535 metri. Più a sud di Entraque si estende il vasto Parco Nazionale del Mercantour con la
incantevole Valle delle Meraviglie, in territorio francese. Dal centro
benessere delle Terme di Valdieri, si può facilmente raggiungere le "Valderia" giardini botanici dove si può seguire un percorso naturalistico che permette di ammirare l'essenza stessa
della natura e insegna a riconoscere la flora e la fauna protetta.
(Eraldo Biasetti)
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NECROLOGIO
SCANNO - Ieri, alle ore 10,30, nella chiesa parrocchiale si sono svolti i
funerali di Maria Gilda Silla, vedova Silvani, deceduta all’età di 76 anni nell’ospedale di Sulmona. Sentite condoglianze ai figli Angelo e Paola, alla nuora,
al generro, ai nipoti, al fratello Antonio e a tutti i suoi parenti.
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