I cittadini che amano l’Orso marsicano senza interessi di lucro

I cittadini che amano l’Orso marsicano senza interessi di lucro e/o di potere, stranamente lo dimostrano ogni anno con libere iniziative; le autorità pubbliche che lo dovrebbero fare per compito istituzionale pensano piuttosto risolvere il problema con roboanti buoniste dichiarazioni alla stampa o in televisione, dove come fanno tutte le autorità al mondo, di solito nascondono alla gente la verità dei fatti o la adattano alle loro esigenze; ovvio, nel primo caso a muoverli è l’amore per l’animale; nel secondo caso è solo il dovere per lo stipendio di cui godono. E, come ha recentemente detto il generale americano a capo della NATO parlando della guerra in Ucraina, ovvio che gli ucraini combattono con maggior vigore e convinzione: loro difendono la patria, mentre i russi vogliono solo portargliene via qualche pezzo. Infatti, dopo gli esempi di Bisegna dove l’associazione locale Montagna Grande ogni anno semina campi di mais e cura meleti, anche a Gioia dei Marsi un cittadino, aiutato da un associazione Motociclistica AMA(R)UN (quasi un ossimoro!), Rewilding Appennines e Salviamo l’Orso, per aiutare l’orso ha piantato un meleto alle falde delle montagne (certo, sarebbe stato meglio e forse più funzionale e immediato un campo di mais o di carote, ma va bene così: è già un indiretto – certamente non voluto – riconoscimento alla tesi che l’AIW va diffondendo da decenni!). Le autorità, che potrebbero fare molto, ma molto, di più per “incentivare gli orsi a rimanere nel loro habitat”, stanno invece a guardare e neanche hanno lodato l’iniziativa. Loro pensano ai radiocollari, ai monitoraggi, e… a sognare il ritorno dell’orso marsicano ad un stato antico quanto il mondo! Intanto gli orsi continuano non solo a frequentare le strade e le piazze dei paesi, ma anche, quasi ogni notte, ad intrufolarsi negli orti e nelle case vicine, e finanche ai loro piani superiori come pare sia successo di recente, col rischio di incontri ravvicinati che potrebbero rivelarsi pericolosi e per l’orso e per chi vi abita! Corre addirittura voce di un’incursione in una residenza per anziani (notizia su cui i media hanno finora taciuto, pur essendo, giornalisticamente parlando, una notizia!)! In merito al suddetto meleto, leggiamo dai media (quei media che di solito da anni riportano piuttosto le versioni ufficiali – e quasi sempre senza almeno una pur minima critica –  e ignorano quelle dei liberi cittadini, che pure amano l’orso forse più di quanto non lo amino le autorità!) le seguenti dichiarazioni e/o pensieri della redattrice e del Sindaco di Gioia dei Marsi: « è stato realizzato un frutteto in quota con obiettivo chiaro: fornire risorse all’orso bruno marsicano e incentivarlo a rimanere nel suo habitat. […] Come sottolinea il Sindaco: “Messa a dimora di un frutteto in quota per garantire risorse trofiche al nostro amico orso, al fine di ricondurlo nel suo protetto areale naturale.” […] Fornendo cibo disponibile in aree remote e montane, si riduce la probabilità che gli orsi si avvicinino ai centri abitati in cerca di alimenti, diminuendo così il rischio di incontri indesiderati e di danni alle colture o agli allevamenti. L’iniziativa di Gioia dei Marsi incarna perfettamente il concetto di “comunità a misura d’orso”, un modello di convivenza che valorizza la biodiversità e promuove pratiche sostenibili. “Essere comunità a misura d’orso è anche questo!”, ha concluso il Sindaco, evidenziando come la tutela dell’orso bruno marsicano sia un obiettivo condiviso che arricchisce l’intera comunità.» Ecco, quando si dice LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA! Ovvero, l’aver dato retta a chi da decenni lo va sostenendo, ma senza dirlo, e presentarlo invece come una propria idea! Vedrete, succederà così anche per la coltivazioni dei campi e per il ritorno degli armenti di pecore sui pascoli montani! In quanto al meleto, o, meglio, a queste iniziative dei meleti domestici, come non far notare per l’ennesima volta che pur trattandosi di una buona iniziativa nel lungo (molto lungo!) termine, nel breve termine per dare un aiuto all’orso serve a poco o a niente.
Non per nulla, intanto il nuovo meleto dovrà ben presto affrontare il problema da tempo ben evidenziato da chi scrive per semplice logico ragionamento (le mele impiegano anni a crescere e  a fruttificare, e quando produrranno i primi frutti saranno inevitabilmente  gli stessi orsi a distruggere le piante!). Ecco, è strano questa ostinazione a piantare mele domestiche – se va bene, visto l’esito negativo di tante similari iniziative nei decenni passati! – che aiuteranno l’orso solo in autunno, questo quando l’area del Parco è piena di alberi di mele selvatiche che già rifornisco orsi, cervi e cinghiali di frutti sia in autunno che in primavera (cervi e cinghiali permettendo!); mentre si evita la coltivazioni di grano, mais, lupinelle e carote che possono produrre cibo più abbondante e a disposizione degli orsi anche a più lungo termine, cioè dalla primavera all’autunno.
Quindi, una lode certamente sì, ma anche un consiglio a guardare oltre e a non pensare solo all’immediato e al riflesso di immagine di certe iniziative: l’orso non ha bisogno di immagine! E oggi ha solo bisogno di cibo di origine antropogenica, immediato e alle falde delle montagne e sui pascoli. Solo così la smetterà di frequentare i paesi e case dell’uomo e si avrà quel ritorno all’antica “comunità a misura d’orso” che un tempo già esisteva ed è durata centinaia e centinaia e anche migliaia di anni, fino alla crisi dell’agricoltura degli ultimi decenni e agli sconsiderati provvedimenti delle autorità!