Valle Peligna Politica
5 Giugno 2025, 05:33
Parliamo di cose concrete
CHI HA VINTO LE ELEZIONI A SULMONA
Andrea Iannamorelli
“Andrea ed io siamo stati sempre complementari, siamo un’unica forza, un’unica anima, anche nell’attività politica… Non c’è nulla di male. E questo risultato sta a significare l’impegno quotidiano che noi mettiamo e abbiamo messo sul territorio poi dà i suoi frutti”.
Queste le dichiarazioni, a caldo, che Marianna Scoccia ha reso ad AbruzzoWeb, a scrutinio ancora in corso, a Sulmona, nel pomeriggio del 26 maggio scorso.
(E sinceramente non ci è dato sapere le valutazioni di commento espresse, magari a bocca chiusa, dal “gotha” della destra che ha portato Tirabassi a Palazzo San Francesco: Marsilio, Liris, Biondi ed altri. Sì, perché questa dichiarazione di Scoccia è una chiara dichiarazione di rivendicazione di vittoria, checché se ne dica, con o senza l’assenso, ignorato, anzi proprio mai richiesto, della Presidente del Consiglio dei Ministri che, con questa “lettura” dei risultati elettorali, non può rivendicare di essere il primo partito nella città d’Ovidio, perché il primato, qui, va riconosciuto alla “famiglia Gerosolimo” che in questa tornata con il 27,30% circa per aggregazione postuma, ha ribaltato l’esito della fine ingloriosa del ballottaggio con Di Piero. Sic!).
E tutto questo non deporrebbe bene per “i Tirabassi”, né per i destini di Sulmona e del territorio, in relazione ai possibili “benefici” della filiera del governo. Staremo a vedere.
Io (che voglio troppo bene a questa città e a questo territorio) mi auguro di sbagliare, anche su questo, così come non ho problemi a riconoscere pubblicamente di aver sbagliato ogni previsione sulla difficoltà di Luca Tirabassi di chiudere la partita al primo turno. Non pensavo che potesse accadere perché ritenevo che la percentuale dei votanti sarebbe stata più alta e perché quattro Sindaci candidati avrebbero potuto, e forse dovuto, raccogliere più voti. Così non è stato.
Ora il Sindaco, al quale auguriamo comunque, sinceramente, un buon lavoro, avrà il suo da fare, per comporre la Giunta, prima ancora che per affrontare i problemi di cui all’agenda di governo cittadino.
E la rivendicazione del ruolo di garanzia che ha chiarito fin dalla prima uscita, nonché la scelta di non capeggiare una “lista del Sindaco” sono la conferma della consapevolezza non esplicitata, ma sostanziale, delle difficoltà che lo ingabbierebbero in una situazione che potrebbe rischiare di replicare le “baruffe” che, a parere di chi scrive, sono il vero male “oscuro” della politica cittadina, quella che impedisce oramai da più di un decennio, anche di utilizzare al meglio le risorse di cui questo territorio dispone e che auspicavo (sbagliando anche su questo) che potesse essere messo da parte, in questa tornata elettorale. Pare proprio di no. Ed è un grande peccato, ma non mi sembra che l’auspicata “operazione cambiamento” abbia sortito gli effetti pensati.
Insomma “il civismo”, quello fatto in casa (il più terra terra…), quello che deve consumare ancora piccole “rivincite” personali, ha solidamente in mano tutta la situazione, anzi, si estende in attesa del momento giusto per fare l’”en plein”.
Attenzione, perché Marianna Scoccia, dall’autorevolezza del ruolo che l’elettorato indirettamente le conferisce, sembra già espropriare Tirabassi di qualche prerogativa (propria del “Sindaco”); rivela, infatti, le misure adottabili nei primi cento giorni: l’istituzione del garante della disabilità e “quelle relative al decoro urbano”. Sicuramente parla di argomenti che appartengono alle scelte di tutta la coalizione, ma proprio per questo è giusto che sia il Sindaco a parlarne, scegliendo tempi e luoghi opportuni.
Fatto sta che al momento, in relazione alla conta delle famiglie più forti, la “Gerosolimo” vince sicuramente sulla “Tirabassi”, almeno in percentuale. E da semplici cittadini dobbiamo soltanto augurarci che la cosa non generi “crisi” pubbliche di ben nota e ravvicinata memoria.
Quanto al resto rimarrebbe da vedere “la politica”.
Sulmona che elegge un Sindaco che raccogliere il 55,47% dei consensi su una base di votanti pari al 59,58% degli aventi diritto, espressione di un raggruppamento di “destra” nel quale Fratelli d’Italia che non arriva nemmeno al 20%, mentre la parte di origine “civica” della coalizione supera ampiamente il 27%, una città che nella sua antica storia orgogliosamente rivendica una medaglia d’oro, nel proprio gonfalone, segno di merito e ruolo dichiaratamente antifascista, può annebbiare il suo passato, ovvero dimenticarlo o rinnegarlo, per il fatto che si ritrova un Sindaco sostenuto da un patto elettorale di destre destre?
La “filiera del potere” cui questa città si è affidata è sicuramente quella che è; tuttavia si tratta di una “destra” fortemente condizionata da quel “civismo” che politicamente non si può definire “omogeneo” e che anzi in molti casi, orgogliosamente, rivendica una certa distanza dai partiti, non soltanto quelli di alcuni decenni fa, scomparsi dal panorama e dai dibattiti nazionali e cittadini, ma anche i più nuovi (per esempio…i “5Stelle” e “la Lega”, ora senza rappresentanti eletti in Consiglio, sebbene con presenze del territorio in Parlamento…).
E forse questo, almeno a mio parere, resta una delle ragioni della debolezza della capacità di rappresentanza di questa città e, per osmosi, di tutto il territorio.
Paghiamo, cioè, a mio parere, l’assenza di una leadership politicamente forte, qualificata e riconosciuta.
Ma la volontà popolare, forse, preferisce affidarsi a chi sul territorio può assicurare quelli che un tempo si definivano “interessi clientelari”. Ma se è così, nessuno si meravigli della sciatteria che caratterizza la gestione degli enti territoriali minori, ovvero il ruolo sempre più opaco che la municipalità sulmonese esprime nei confronti del circondario, e il fatto che molti, soprattutto giovani e giovanissimi, scelgono di andarsene e lasciano qui soprattutto vecchi che inutilmente rimpiangono gli entusiasmi, la forza e le speranze dei tempi andati.