Interventi
9 Maggio 2025, 07:18
Altri due orsi persi: e sono già tre in questo 2025!
Franco Zunino, Segretario AIW
NON È POSSIBILE! Chiunque sia stato a conoscenza delle precedenti morti di orsi annegati in vasche e pozzi vari nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, questo ha pensato all’annuncio della notizia dei due nuovi orsi morti annegati in identica situazione! Eppure è successo! È successo nuovamente!
Ma dove stanno le autorità (ma anche le tante sigle orsofile, per non dire dei media schierati!) che nei precedenti casi hanno strillato, gridato allo scandalo, al NON DEVE PIÙ SUCCEDERE!, al rischio estinzione, finanche denunciato supposti responsabili per i precedenti identici fatti (seppure non del tutto innocenti neppure loro fossero!)? Stanno dove erano, rispondiamo noi! E gridano le stesse cose. E lo fecero già in occasione dei primi incidenti similari (2010). E poi quando si verificò un nuovo e ben peggiore caso (2018). E lo scopo era ed è sempre lo stesso: allontanare i sospetti che forse qualche mancanza anche e proprio alle autorità la si dovesse addebitare!
Ad esempio, perché questo bacino artificiale che sarà pure fuori dal Parco, ma è in alta montagna e… appena fuori dal Parco (solo 3 Km), non è stato messo in sicurezza, nel senso di fare in modo che gli orsi non rischiassero di andarvi a morire? O anche svuotato, visto che si dice che sia da anni obsoleto, essendo state dismesse le piste per il cui servizio fu costruito? O non è stato fatto ciò perché qualcuno si era limitato a dire che era sufficiente metterci attorno una recinzione? Ma non lo sanno che gli orsi le recinzioni le scavalcano con gran facilità, per tanto alte che le si voglia costruire, se all’interno qualcosa li attira?
Non vogliamo pensare che sia stato il Parco a stabilirlo, ma che il Parco avesse quanto meno il dovere di controllare e segnalare il fatto, questo sì. E chi non ha provveduto a segnalare a chi di dovere che quelle sponde ricoperte di plastica si sarebbero potute rivelare degli scivoli verso l’acqua senza possibilità di risalirle qualora qualche animale vi si fosse inoltrato? Chi non ha provveduto a segnalare che, proprio per il fatto di essere in un’area abitata dall’orso marsicano, vi si sarebbe dovuto sovrapporre delle reti metalliche affinché chiunque vi fosse precipitato, uomo compreso, avrebbe potuto risalirle? Perché è proprio per questa ragione che i due cuccioli d’orso non sono più riusciti a farlo. Semplice. Banale. Ovvio. Ma dove stava il Parco? Dove stavano i servizi di sorveglianza che queste cose avrebbero dovuto segnalare (eppure il Parco d’Abruzzo dispone di più guardie che non il noto Yellowstone!)? E dove stavano i tanti “studiosi” e “tecnici esperti” dell’orso che monitorano in continuazione questi animali? O sarebbe stato troppo banale e terra terra, per loro, segnalare cose del genere?
Invece si pensa solo a contrastare un bracconaggio che non è mai esistito (ma che fa molta notizia nei comunicati alla stampa, magari come motivo per chiedere contributi pubblici a sostegno della “difesa dell’orso marsicano”!). Quell’80% di mortalità per cause umane di cui dicono, non sono riferibili ad atti di bracconaggio a cui il dato potrebbe far pensare (ingannevolmente!), ma a tutta una serie di altri fatti e fattori legati all’uomo, come quest’ultimo caso di annegamento, dove l’uccisione per bracconaggio venatorio resta relegato a uno o due casi di molti decenni or sono, e per erronea morte di orsi al posto di cinghiali (e non già il 48% di ci dicono i soliti comunicati!)! Un falso problema che però permette ai media di far allontanare i sospetti che forse proprio le autorità preposte alla difesa di quest’animale hanno mancato e stanno continuamente mancando in qualcosa in questa gestione che è, di fatto, una NON gestione!
Perché gli orsi stanno morendo per tante altre ragioni, compreso quelle che le autorità si ostinano a non voler riconoscere, come la mancanza di quelle risorse agricole e pastorali che un tempo li trattenevano nel Parco e sue ristrette vicinanze e che ora li spingono a disperdersi in mezza Italia centrale, riducendo le possibilità di accoppiamento e aumentando la possibilità che malintenzionati, non abituati alla loro presenza, li uccidano.
Sono i problemi pratici che vanno risolti, non le elucubrazioni sui “corridoi ecologici” (leggasi: altre aree protette da chiudere alla caccia!), o i sistemi più sofisticati (elettrici e sonori) per impedire agli orsi di entrare nelle stalle e negli stazzi (in realtà utili solo a far risparmiare soldi alle pubbliche autorità che devono pagare i loro danni!) facendoli rimanere affamati e alla disperata ricerca di ciò che non trovano più nelle antiche campagne!