Il Lunedì del Direttore

VILLALAGO-FRATTURA-SCANNO: RIPENSIAMO IL TERRITORIO

Lunedì scorso, 17 Marzo, nel mio editoriale settimanale, dal titolo “Entro il 2050 vivremo quasi tutti in città”, ho scritto sui borghi, compresi quelli della nostra Valle del Sagittario, soggetti ad un continuo esodo da parte dei giovani, con la conseguenza di un mancato ricambio generazionale. A dircelo sono quei paesi dove le scuola è stata chiusa.
Il loro declino è inevitabile quando non si sentono più i bambini giocare nelle piazzette; quando la mattina non si ode più il loro vocio, mentre si recano a scuola; quando le chiese non hanno più il coro delle “voci bianche”.
Scanno nel censimento del 2011 aveva 1948 abitanti. In quello del 2021 scende a 1723. In dieci anni perde 225 abitanti (-11,6%).
Villalago nel censimento del 2011 aveva 589 abitanti. In quello del 2021 scende a 520. In dieci anni perde 69 abitanti (-11%).
Come possiamo cercare di fermare quest’esodo?
Molti piccoli comuni abruzzesi si stanno organizzando per arginare la crisi, approfittando della legge regionale che dà la possibilità a tutti di fondersi  amministrativamente. Perché non farlo anche noi?
La nostra rivista cartacea, “Il Gazzettino della Valle del Sagittario”, nel 2017 promosse l’idea di fusione  dei Comuni di Scanno e Villalago. Su mia iniziativa venne aperta una pagina di discussione, come gruppo aperto, su Facebook (Villalago, Frattura, Scanno un comune unico per un futuro insieme) . È ancora attiva con 511membri, ma il dibattito è andato man mano scemando.
Cercherò di ravvivarlo, con la chiamata rivolta ai nostri compaesani, convinto che l’idea della Fusione possa camminare solo se ci saranno la volontà e l’impegno di tutti.
Allora ci furono tre incontri pubblici e uno di questi con i giovani di Scanno. Questo cammino si fermò, trovando contrarie le due amministrazioni comunali, a cui per legge spetta la decisione finale.
Gli insuccessi non esistono. Edison, l'inventore della lampadina, a chi sosteneva che prima del successo aveva fallito duemila volte, così rispose: "Io non ho fallito duemila volte, ho semplicemente trovato millenovecentonovantanove modi su come non va fatta una lampadina”.
Il filosofo francese Charles Pépin, nel suo libro dal titolo "Il magico potere del fallimento” dimostra come non ci sia vera crescita senza errori, sconfitte, delusioni.
La storia c'insegna che i grandi movimenti politici, le grandi rivoluzioni, pur figli di un solo ideologo, prendono l'avvio se trovano gruppi che sanno condividerli e concretizzarli, altrimenti restano pure astrazioni. C'è bisogno, quindi, di più persone che sappiano orientarsi nel dedalo delle leggi e soprattutto interagire con la gente. Conosco chi ha le capacità necessarie. Faccio appello a questi perché diano, motu proprio, il loro consenso. Dev'essere un'aggregazione che non nasca per "chiamata", ma per libera scelta.
La fusione può essere uno strumento di base per risollevare i destini dei piccoli paesi. Torniamo a discuterne!