Il lunedì del direttore

L’Ordo Amoris anche nell’amministrazione comunale

Nell’editoriale di lunedì scorso, 3 Marzo, ho introdotto il tema dell’Ordis Amoris, entrato nella cronaca di questi giorni dopo l’esternazione del vicepresidente americano Vance, chiamando Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino a difesa della sospensione degli aiuti esteri da parte dell’amministrazione Trump. Egli ha detto, come certamente ricordate, che, secondo l’ordine dell’amore dovremmo amare prima la nostra famiglia, poi i nostri vicini, poi la nostra comunità, poi il nostro paese e solo dopo considerare gli interessi del resto del mondo.
Il dottore angelico, chiamato in causa da Vance, nella Summa Theologica, spiega che in certe situazioni un estraneo in difficoltà può avere la priorità su un parente, poiché la carità cristiana si basa sulle necessità reali e non su una gerarchia rigida.

Papa Francesco nella lettera ai vescovi degli Stati Uniti d’America, ha affermato che il vero Ordo Amoris è quello che scopriamo meditando sull’amore, che avviene nel contesto di relazioni interpersonali ordinate e che lo scopriamo attraverso coloro che ci sono vicini.
Tornando al titolo di questo editoriale, un Ordo Amoris, come lo ha spiegato il Papa, andrebbe applicato in tutti i contesti, compreso quello dell’amministrazione comunale, che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. Tutte e tre sono sulla stessa linea e nessuno rientra in una gerarchia di preferenze.
L’Ordo Amoris, secondo la dottrina cristiana, vorrebbe che venga considerata prima di tutte le altre quella che ne ha più bisogno.
Per “rappresentare la propria comunità” occorre conoscerla, rispettarla, dialogare con essa, rispondere alle sue richieste, non tenerla all’oscuro o ai margini delle decisioni. Solo in questo modo si possono curare i suoi interessi e promuoverne lo sviluppo.
L’Ordo Amoris, che significa amare, rispettare, considerare, rientra in questo contesto relazionale, in cui c’è un ordine che ne determina e ne garantisce l’autenticità.
L’amore, infatti, inizia a casa, dove impariamo ad amare le persone con cui viviamo, e da lì si estende fino a raggiungere tutte le altre.
Chi non ha fatto questo “ordo” formativo non sarà mai un bravo amministratore!