La “Fiaccola sotto il Moggio”, ambientata ad Anversa, compie 120 anni dalla sua stesura

Gabriele D’Annunzio scrisse “la più perfetta delle sue tragedie” - come egli la ritenne - in neppure un mese, dal 4 Febbraio al 3 di Marzo. Da allora sono trascorsi 120 anni. La stesura fu, quindi, molto rapida. Non è da stupirsi, data la nota stupefacente creatività del suo autore.
Tormentata, invece, fu la messinscena, affidata ad un attore e capocomico, ex baritono, Mario Fumagalli, divenuto da poco marito dell’attrice Teresa Franchini, la Mila de “La figlia di Iorio”, con la regia di Talli. Fumagalli fu scelto dopo molti tentennamenti.
La tragedia venne rappresentata a Milano, nel Teatro Manzoni, il 27 Marzo 1905. Lo spettacolo che aveva suscitato un’enorme attesa richiamò l’intellighenzia di allora. C’erano Boito, Giacosa, Ricordi, Orvieto, Thovez ed altri ancora.
Fu accolta con applausi nei primi due atti, ma poi scemarono nel proseguo per finire col perdere numero e intensità. Lo scarso successo venne addebitato dai maggiori critici alla regia di Fumagalli che non aveva saputo raggiungere fusione e concertazione tra gli interpreti, per non aver valorizzato adeguatamente i testi tragici e poetici della tragedia.
Dovettero trascorrere ben 22 anni perché La Fiaccola ottenesse un pieno successo di pubblico e di critica. Il merito fu della Compagnia Dannunziana, diretta da Gioacchino Forzano. Un critico severo come Marco Praga la definì “uno spettacolo superbo”.
Seguirono fino ai giorni nostri rappresentazioni su rappresentazioni. La critica, oggi come ieri, la ritiene uno dei capolavori indiscussi, insieme a “La figlia di Iorio”. Sono le due tragedie abruzzesi che parlano delle nostre radici. “La Fiaccola” è ambientata ad Anversa nella Valle del “Bel Sagittario” che Si rompe e schiuma, giù per i macigni, mugghia, trascina tronchi, tetti di capanne, zagole…