Valle Peligna Politica
20 Febbraio 2025, 07:03
Parliamo di cose concrete
NEL TESTO DEFINITIVO DEL MILLE PROROGHE
NON C’E’ CENNO SUI TRIBUNALI ABRUZZESI IN DEROGA.
ORA PROMETTONO UN DDL DI STABILIZZAZIONE (!)
Andrea Iannamorelli
Sinceramente sono nauseato. Non è possibile che dobbiamo sopportare un’ipotesi di tavolo per “la pace in Ucraina” dove l’UE non c’è. L’Europa è stata la ragione dell’aggressione della Russia all’Ucraina (o vogliamo far finta di dimenticare la ragion “putiana” che tre anni or sono ha scatenato la crisi che oggi va risolta?). E non ci intimidiscono i tentativi di “censura” a Mattarella. Né gli “hackeraggi”, oramai diffusi ad alcuni importanti sistemi informatici nazionali.
Come del resto è insopportabile l’idea “trampiana” che Gaza debba essere liberata dai Palestinesi per diventare “la costa azzurra” del Medio-Oriente(!).
Sinceramente, lo dico con franchezza, rimpiango la politica estera di una volta: fatta di scontri non soltanto verbali, è vero: rischiosissima, pericolosa e storicamente “devastante” (materialmente, politicamente e psicologicamente; con conseguenze pesanti per le persone coinvolte sui territori). Tuttavia meglio quella che il “teatro” farsesco (che fa poco ridere, per la verità) del momento che viviamo. Ma è la realtà… (Mi torna in mente una bellissima commedia di Garinei e Giovannini, Iaia Sastri e altri, che metteva a confronto l’ottimismo della fantasia con la vita…” Se il tempo fosse un gambero che a retromarcia va…”. Ma torniamo, appunto, alla realtà).
Sembra che ad Avezzano ci credono che il Tribunale si salverà. (Si sta costruendo una filiera partitica di destra, in vista delle amministrative; una del tipo di quella che a Sulmona ha già presentato il proprio candidato per primavera: l’avvocato Luca Tirabassi, al quale il sottosegretario Del Mastro, rafforzato e sostenuto da Marsilio, Liris, Sigismondi ed altri autorevoli esponenti della cordata, ha assicurato, anche con una dichiarazione al TGR3 d’Abruzzo, che la strada che si intende percorrere è quella della “stabilizzazione” dei Tribunali abruzzesi in bilico. E la domanda spontanea è: ma se è così, se non ci sono problemi, visto che da tempo questi Tribunali sono appesi al filo della “deroga”, perché non utilizzare anche il “mille proroghe” per dare ossigeno alla vita di chi deve attendere un percorso, lungo, comunque rischioso, per essere “stabilizzato” con una legge, nientemeno!?
La verità, a mio personalissimo parere, è che sulla “nuova geografia” dell’amministrazione della Giustizia nazionale, come su molte altre cose, il Governo non ha le idee chiare, o quanto meno “condivise”, al proprio interno. Ecco perché, nonostante la copertura della “fiducia” con la quale è stata approvata la mille proroghe, uno strumento aberrante di governo, una “furbizia” che, senza dirlo, di anno in anno prolunga la vita e gli effetti di provvedimenti “eccezionali” e sempre presentati come “irripetibili”, che invece da anni, graziosamente, si ripetono, si è pensato, per il 2025, di cancellare la proroga a tempo per i Tribunali di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto e rimandare, la promessa fatta, ad uno strumento oggettivamente più convincente, ma lontano e di là da venire…Intanto a primavera si vota…poi si vedrà. Chi vivrà, vedrà).
Perché tanta ipocrisia. Hanno fatto bene, Di Girolamo (5S) e Fina (PD) a depositare per iscritto, comunque, a scanso di “dimenticanza”, le proposte di modifica al mille proroghe, perché resti agli atti questa ipotesi di lavoro che vedrebbe i Tribunali abruzzesi stabilizzati con legge (oggi inesistente e tutta da definire)!
Ma è subito scoppiata la polemica, soprattutto tra Michele Fina, senatore in carica, del PD e Luca Tirabassi, candidato-Sindaco del centrodestra a Sulmona, nonché presidente dell’Ordine degli Avvocati presso questo “derelitto” Tribunale che non soltanto è “in deroga” insieme agli altri abruzzesi (di Avezzano, Lanciano e Vasto), ma che soprattutto da tempo lamenta una carenza di organici che rischia di diventare uno strumento bumerang da oggi fino al momento in cui sarà definito il (promesso) ddl sulla stabilizzazione.
La polemica l’ha cercata Tirabassi che da presidente dell’Ordine forense ha “rinfacciato” a Fina la “disattenzione” (o comunque “la meraviglia”) rispetto alla “volontà, già nota, del Governo di smetterla con le deroghe per andare direttamente alla stabilizzazione” sottolineando che lui è disposto a difendere fino alla fine, da presidente dell’Ordine forense, il Tribunale, fino alle estreme conseguenze delle dimissioni, in caso di fallimento, non soltanto da questa presidenza, ma addirittura da Sindaco, se dovesse essere eletto, prendendosi, come risposta, da Fina, che questo denota “nervosismo e frustrazione”, perché non s’è mai visto che un candidato Sindaco annunci non richieste ed impossibili dimissioni prima ancora che abbia inizio una campagna elettorale ipoteticamente capace anche di vederlo vincente. Mentre lui, Fina, da senatore aspetta ed è pronto a difendere fino alla fine il ddl del Governo (se e quando arriverà) per la stabilizzazione.
E comunque è giusto che alcuni, in città, abbiano colto lo spunto per sottolineare che il Sindaco di Sulmona non può identificarsi solo e soltanto sulla conferma dell’esistenza del Tribunale. I problemi di questa città sono tanti, anzi molti e la stabilità della gestione amministrativa è fondamentale, per affrontarli e risolverli.
(Mentre qualcun altro, di una certa età, ha ricordato che nel 1957 le dimissioni dell’allora Sindaco Mazara scatenarono i “moti borghesi” che pochi, oggi, “vogliono ricordare” o addirittura conoscono e comunque pochissimi rimpiangono anche per i limitati effetti che riuscirono a produrre sui veri interessi generali della città, nonostante l’approvazione di autorevoli “mozioni” parlamentari a sostegno della città d’Ovidio che, all’epoca, anticipavano incontri tra democristiani ed estrema sinistra inconsueti, anzi “inconcepibili”.
Una “rivolta” che nacque da decisioni governative di razionalizzare, sul territorio nazionale, la presenza dei Distretti militari, decisione che condusse al trasferimento del distretto da Sulmona ad Ascoli Piceno.
Si trattava di un provvedimento amministrativo di cui da tempo si parlava al quale l’allora classe politica dirigente cittadina non aveva riservato la giusta attenzione e che quando divenne effettivo fu letto come una “penalizzazione” insopportabile. Mazara si dimise, il Prefetto nominò un commissario, il Questore chiamò la Celere e la città reagì con conseguenze individuali anche fastidiose…)
Questo, per un aggiornamento sul “clima” della campagna elettorale che si delinea in questa città. Ove, a proposito della mancata proroga dell’attività del Tribunale, non manca chi mette insieme la contraddizione tra l’imminente apertura dell’ala di ampliamento del Carcere circondariale (destinato così ad essere uno dei più grandi carceri di massima sicurezza d’Europa, nonostante l’attesa del completamento dell’organico necessario e dei servizi obbligatori) in un territorio che rischia l’assenza, anzi la scomparsa del Tribunale e della Procura(!).
Ma se questo è il “clima”, per il momento, a livello alto, con argomenti che investono direttamente istituzioni e personaggi di livello nazionale, che coinvolge (malamente) un centrodestra che comunque con questa prematura polemica ufficializzerebbe una visione limitata e parziale del futuro di questa città, giocato tutto sul valore e l’importanza dell’amministrazione ordinaria della Giustizia (questione antica che non esplode oggi ma che ci rimanda a decenni di abbandono di attenzioni alle aree interne di questa regione), ancora più discutibile, forse, è “il clima” che si registra all’interno del centrosinistra ove, invece di concentrarsi nell’individuazione di un’alternativa a Tirabassi, per effetto anche dei recenti pronunciamenti della Corte dei Conti sulla correttezza amministrativa della gestione del Cogesa, l’ex coalizione di Di Piero (Liberamente Sulmona) non smette di “beccarsi” (ma il comportamento è reciproco: la questione è da “prima l’uovo o la gallina”) con Teresa Nannarone, in ordine alle ragioni che hanno provocato le dimissioni dei nove consiglieri imponendo a Di Piero di abbandonare lo scranno di Palazzo San Francesco.
Liberamente Sulmona rivendica il ruolo di attacco alla gestione della Società che cura la raccolta dei rifiuti urbani ed extraurbani a tutela degli interessi degli utenti, cosa che avrebbe generato la messa in crisi del Consiglio Comunale di Sulmona con le conseguenti determinazioni estreme del Sindaco Di Piero; mentre Nannarone attribuisce alla sua azione in Consiglio, dopo l’abbandono della coalizione di maggioranza, le inascoltate (o “tardive”) determinazioni del Sindaco sui modi impropri di gestione della Società.
Praticamente si vuol litigare per forza, pur essendo sostanzialmente d’accordo, forse per un inconfessabile bisogno di visibilità individuale.
Mentre l’ipocrisia di chi ci governa, davvero, non ha limiti. O comunque la distanza tra la nostra cultura di Governo e la loro non sembra avere limiti.
Giorni fa, sfogliando i quotidiani, come abitualmente facciamo, abbiamo scoperto che noi abruzzesi avremmo un debito personale, con lo Stato, (neonati inclusi) di ventimila euro circa: 19.542 € per l’esattezza.
E la cosa assurda è che da questo “giochetto” statistico c’è il rischio che si arrivi anche ad un contenzioso che ciascuno di noi potrebbe trovarsi ad aprire con l’Agenzia delle Entrate territorialmente competente.
Quale è il problema: tra sanatorie (piccole, medie e grandi: con rituale scontro soprattutto tra Lega e Forza Italia) che si rincorrono, le ipotesi di saldo e stralcio, le cartolarizzazioni con relative rateizzazioni che sistematicamente si tentano, raccogliendo poco o niente, un debito complessivo (di 1,3 MILIARDI di euro) determinato da contribuenti distratti, o furbi, o “impossibili”, perché deceduti o irreperibili sul territorio nazionale, dovrebbe essere recuperato con un sistema che, in maniera lineare, dovrebbe (potrebbe) colpire tutti, con 120 rate che farebbero recuperare l’ammontare complessivo del buco.
Lo scherzo, che sembra tale, è cosa seria. Attualmente, infatti, è allo studio di una commessione che sta vagliando diverse proposte tecniche, finalizzate a cogliere l’obiettivo. Si tratta di tasse e imposte varie, Irpef, Iva, Imu, Tari, multe stradali, contributi Inps e Inail, cartelle esattoriali inevase…
E ce le vorrebbero far pagare “a pioggia”, indiscriminatamente, ed incuranti del fatto che il cittadino possa, documenti alla mano, dimostrare di non aver debito alcuno, di aver sempre pagato tutto.
Ma le spaccature, all’interno della maggioranza, su questo, sono notevoli. Il braccio di ferro tra Forza Italia e Lega a cosa porterà?
Altra questione: ricordate la ZES? Quella che ci era stata affidata, all’interno di un roboante programma di interventi finalizzati a rendere più forti le zone del centro-Italia nel raccordo transnazionale tra i due mari (Tirreno/Adriatico) per i corridoi di commercio con i Balcani e che dal primo gennaio 2024 è diventata “meridionale”, includente tutte le regioni del Sud, isole comprese, più alcune aree dell’Abruzzo e del Molise, con gestione centralizzata a Palazzo Chigi(?).
Al 31/12/2024 la ZES ha movimentato 7 miliardi complessivi di investimenti (630 milioni di fondi Pnrr per infrastrutture stradali e ferroviarie, tutti appaltati) generando 7500 nuovi posti di lavoro. Sembra che all’Abruzzo qualcosa sia andato a De Cecco (pare una cinquantina di milioni) e alla farmaceutica Novartis, pare per complessivi 80 posti di lavoro in più (questo è tutto).
Nessuno fraintenda: nulla “contro” De Cecco o Novartis, tuttavia personalmente mi sarei aspettato di più. Vedremo per le prossime annualità cosa accadrà.
E comunque se uno non ha la pazienza di seguire certe cose, di cercare con attenzione nei siti giusti o di seguire la stampa specializzata nessuno sente il dovere di informare. Pur essendo, la questione di rilevante interesse, per tutti. (Almeno per quel che ci riguarda; ove le uniche informazioni che arrivano hanno riferimento all’aumento della cassa integrazione nella Marelli ove oggi i dipendenti sono ridotti a 400 circa, gli altri stanno via via abbandonando, si lavora solo su due turni, perché di quello “notturno” non ci sarebbe bisogno, non c’è nemmeno la possibilità di aprire un confronto sul premio di produzione, anzi, fino 2031 ci sarebbero commesse per la Ducati e dopo? Chissà chi lo sa!).
La miseria (politica, economica e sociale) che ci attanaglia a livello locale, unita alle rivoluzioni in atto a livello internazionale non vi sembrano giustificare la “nausea” di cui dicevo al primo rigo di questa nota?