Un Natale nel nome della Pace

Eccoci arrivati alla festa più sentita dell’anno! È quella che più delle altre non è soltanto una data sul calendario, ma un moto dell’anima che crea atmosfere e linguaggi universali, pur se declinato in mille tradizioni diverse, perché ci ricorda di dare spazio alla nostra umanità, fatta di amore e carità. 
Il Natale ha radici in antiche credenze, legate al solstizio d'inverno. Con l’avvento del Cristianesimo il “Sol Invictus” è Gesù, come scritto nel Vangelo di Luca, quando Zaccaria annuncia che “ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.
Nel capitolo successivo Gesù è presentato come "luce per illuminare le nazioni”. È il Padre Solare, il principio vitale che supera lo stallo del solstizio e si afferma come Invictus. Una luce che da tre  millenni, continua a parlare all’umanità, attraversando fedi, culture e civiltà, senza mai spegnersi.
Gli alberi addobbati di luce sono simbolo di quel Sole che vince il buio, mentre il presepio racconta l’umiltà di una nascita in una grotta. Il Bambino fatto uomo si fa con la crocifissione speranza e salvezza per gli uomini.
Il Natale oggi è un Natale di guerra. Avviene in un Mondo dove si uccide per un lembo di terra, dove muoiono per cattive politiche migliaia e migliaia di persone, dove si lasciano morire bambini innocenti nel freddo e per fame. 
Come mai succede? Come mai si distruggono vite degli innocenti? Perché ci sono persone che vivono per strada e che oggi passeranno un Natale al freddo? 
La carità cristiana, l’amore per il prossimo che fine hanno fatto? Abbiamo perso il senso religioso della vita!
La speranza è che il Natale risvegli la nostra coscienza, il desiderio di aiutare chi è meno fortunato e ci faccia vergognare delle guerre.
L’Augurio è che ci sia una rinascita nelle nostre anime, che possiamo essere “Sol invictus” che illumini, senza mai spegnersi, la strada della Verità, segnata da Cristo.