Ed ecco finalmente le ragazze e tutti a guardare!

Ed ecco finalmente le ragazze.
Le tolette erano tutte superbe. I lacci, rilucenti di colori, i più impensati, tenevano in mirabile equilibrio i “cappellitti” rifatti da Claudina e i capelli, nascosti dalle trecce, uscivano sulla fronte in ondeggiante “cioffe”, quasi intimiditi da tanto luccicore. I “comodini”, come appesantiti dall’oro che sostnevano, erano filettati da un’orlatura in velluto dallo stesso colore dei lacci e ornati al collo da un fine merletto dello stesso colore dei lacci e ornati al collo da un fine merletto lavorato al tombolo: “la scolla”. Le “mandere”, tutte “zimbate”, gareggiavano in scalanature tra le quali scendeva, breve, ma visibile, una fettuccia di seta che le teneva strette alla vita.
Ritte come regine, per antico portamento, ma anche per il peso del costume, belle di una bellezza genuina e diafana, le ragazze di Scanno iniziarono a discendere la larga gradinata della chiesa madre che pareva fatta apposta per uno spettacolo tanto mirabile.
Al primo ripiano, con un gesto vezzoso, fatto di un aggraziato colpo d’anca e di una simultanea presa con il braccio piegato all’indietro, le giovani sollevavano di quel tanto la gonna, sufficiente ad impedire che toccasse i gradini (…) E tutti a guardare.
(Marco Notarmuzi, Eustachio e Tecanera, ovvero le tradizioni popolari di Scanno).

Povero Marco, si starà rigirando nella tomba!