Il Lunedì del direttore

Ennesimo progetto per i prati del Lago di Scanno

I prati del Lago di Scanno son destinati a non aver pace! Ogni amministrazione (a mia memoria ne conto quattro) ha puntato il suo interesse su questo bene naturale, per cui è stato voltato e rivoltato, senza badare a ciò che effettivamente andrebbe fatto per un’attenta e necessaria riqualificazione. 
C’è di nuovo un progetto per i prati del lago, dal titolo “Rigenerazione culturale e sociale”, inserito nel “Masterplan Territoriale Scanno-Villalago”, del pluripremiato architetto portoghese del paesaggio, Joao Antonio Ribeiro Ferreira Nunes. 
Ieri mattina, domenica 30 Novembre, essendoci un bel sole, sono andato al lago. Mi sono fermato ai prati della Madonna e ho osservato attentamente tutta la zona per cercare di capire se avesse bisogno di essere rigenerata, cioè di rinascere, di avere una nuova vita. 
È un prato aperto, libero da qualsiasi impedimento, abbastanza ombreggiato. Quel campo da tennis è l’unico che disturba. Non so perché sia ancora lì, essendoci a poche centinaia di metri un centro sportivo con questi campi. Per il resto non vedo nulla che abbia bisogno di rigenerazione, se non sostituire quella pavimentazione in porfido.
L’insieme: lago, prati, chiesetta, montagne sono il “paysage de l’âme”, il paesaggio dell’anima, per citare l’espressione di Amiel, che sosteneva che ogni paesaggio è un paesaggio interiore, e come tale (ammonisco io) va mantenuto e rispettato.
Nel progetto si legge: L’intervento sulla sponda (del lago) è concepito per minimizzare l'impatto ambientale, limitando al massimo gli interventi di scavo e riporto. La strategia adottata trasforma la sezione trasversale esistente, passando da un semplice pendio a un anfiteatro verde gradonato che si apre verso il lago.(…) un accesso che crea un nuovo spazio sociale. La configurazione a gradinate non solo garantisce un accesso sicuro e facile all'acqua, ma offre anche una molteplicità di posizioni per sedersi e sdraiarsi a diretto contatto con la riva, valorizzando il rapporto visivo e fisico con il lago. (…)  Lo spazio pubblico sarà organizzato come una successione di "stanze all'aperto"—aree delimitate e definite—in grado di ospitare una grande diversità di usi e interpretazioni, rafforzando la continuità tra lo spazio urbano del borgo e il paesaggio naturale del lago. Potenziamento del Verde: Verranno messi a dimora nuovi alberi e arbusti per intensificare e migliorare le aree ombreggiate, aumentando così il comfort e la biodiversità
Mi viene subito da esclamare: che bello! che innovazione! che rigenerazione!
Ma poi mi giunge questa riflessione: chi viene al lago, a circa mille metri di altitudine, non va cercando una Spa all’aperto, una piscina con “gradonate” su cui prendere il sole con i piedi dentro l’acqua, ma neppure “stanze all’aperto”, circoscritte da siepi. Non ha bisogno di ritrovarsi in città, ma di assaporare il profumo di una natura libera e incontaminata. Ha bisogno invece di servizi, ma quelli essenziali, per trascorrere una giornata nella serenità del luogo. Più che di ombra il prato, prospiciente il lago, chiede, invece, tanto sole!
L'obiettivo finale del progetto è “di valorizzare il carattere dello spazio esistente, migliorandone al contempo la fruibilità, la resilienza e la confortevolezza, senza alterarne la percezione di naturale spontaneità”. 
Se gli attuali amministratori credono a tutto questo, non so più cosa dire. Se l’architetto Joao Antonio Ribeiro Ferreira Nunes è in grado di capire e trovare il senso della bellezza, io, povero mortale, non posso che annullarmi, in quanto ho la bellezza dentro di me, ma non so declinarla.
Non esiste, comunque, secondo un altro grande architetto portoghese, Souto de Moura, un’architettura ecologica, architettura intelligente, architettura sostenibile, esiste solo la buona architettura. Stante ciò, non esiste in architettura, come categoria assoluta, neppure il Bello, perché è relativo alla soggettività di ognuno. L’architettura del paesaggio, a sua volta, ha lo scopo di controllare e contenere l’impatto di ciò che si costruisce sull’ambiente naturale. 
Gradinate, stanze all’aperto, grate per eliminare la ringhiera sul Rivo delle Cunicelle non servono, sono spese inutili, occorrono invece progetti per eliminare l’ingorgo delle macchine, strade alternative, parcheggi a Villalago Riviera, camminamenti naturali intorno alle rive del lago, bagni pubblici, spazi per piccole attività economiche e soprattutto un servizio di manutenzione continua.
Iniziamo da tutto questo che è urgente e poi si penserà a tutto il resto, ma con l’avvedutezza che il paesaggio lacustre chiede.