ANCORA SULL’ORSO MARSICANO

Il suo futuro dipende anche dal delicato e lento processo di espansione

Più i pochi orsi marsicani rimasti (dicono una cinquantina; cifra ipotetica che fa il paio con la stima dei circa 100 dei primi anni ’70: ma allora non esisteva altro metodo, mentre oggi oltre ai nuovi metodi esistono anche i… milioni di euro per finanziarli, sebbene, nonostante questo, sempre di stima ipotetica ci narrano!) vengono segnalati in aree molto esterne alla loro storica “corea area” (il Parco Nazionale d’Abruzzo), più le autorità si ostinano a narrarci di una situazione ottimale. Ciò che desta meraviglia non è il numero che ci propinano, ma il fatto che questi supposti 50 orsi sono sparsi, dispersi, in mezzo centro Italia! E ancora più strana suona la presa di posizione delle autorità del Parco Nazionale, che ogni volta si premurano di far sapere all’opinione pubblica che questa dispersione – che poi è prova provata della disgregazione della popolazione –  non esiste e, peggio, che sia un fattore positivo!
Ovvero, quello che in tutto il mondo e per tutte le popolazioni animali, per gli studiosi (sempre di tutto il mondo) è segno negativo, stranamente per l’Orso marsicano ci viene attestato essere segnale positivo! Ecco, c’è qualcosa che non torna. Qualcuno potrebbe finanche sostenere che si sia giunti ad un livello iperbolico della stupidità umana, se non fosse che almeno noi ci rifiutiamo di pensarlo. Perché non può essere! Perché non possiamo credere che le autorità (e che autorità, e ci mettiamo anche l’ISPRA), possano sostenere una tale tesi! Peggio, ci rifiutiamo di crederlo, a costo di essere tacciati di ingenuità!
E siamo certi che non sono pochi gli zoologici degni di questa qualifica, specie quelli che studiano la fauna omeoterma, che mai si spingerebbero a sostenerlo! Tanto è ovvio che una piccola popolazione animale che si espanda non è – perché non può esserlo secondo tutti gli studi in merito delle specie a rischio ridottesi di numero poco sopra le poche decine di individui –, segno di una sua “espansione” (nel senso di aumento dei loro numeri) e meno ancora un segnale di “ripresa” (sempre nel senso di aumento dei loro numeri)! Ce lo dice la logica prima della scienza; ma lo dice anche la scienza. Quindi, non volendo assolutamente pensare alla stupidità umana per chi lo sostiene, non riusciamo a capire come mai le autorità del Parco Nazionale d’Abruzzo abbiano diffuso un comunicato in cui, in merito ai sempre più frequenti avvistamenti di orsi in zone molto esterne al Parco, sostengono e affermano invece cose anche molto gravi: è “un segnale di espansione, di equilibrio, di speranza e non di allarme”. “Non è una fuga disperata per fame o paura”. È "un comportamento naturale che indica che l’areale storico potrebbe aver raggiunto la sua capacità portante. La specie, insomma sta facendo ciò che la natura le ha insegnato: espandersi, colonizzare, sopravvivere”. “Il futuro dell’orso dipende anche da questo lento e delicato processo di espansione”. Abbiamo forse capito male? Hanno forse sbagliato scrivendolo? ovvero hanno dimenticato qualche precisazione che avrebbe dovuto fare per allontanare questo pensiero al lettore?
Quindi, non dai posteri, ma dagli zoologici e dalle stesse autorità ci aspettiamo una precisazione. Perché, e lo ribadiamo, non possiamo pensare che quelle parole le abbiano veramente scritte per dimostrare il beneficio che una piccola popolazione animale disgregandosi favorisca il suo aumento e la sua ripresa genetica! Ne va del nostro onore e sanità mentale! Noi non vogliamo smentire le autorità, che sappiamo essere autorevoli, ma soltanto far notare che qualcosa non quadra in quelle affermazioni, proprio perché smentiscono la scienza e la logica. E non è pensabile che autorevoli autorità abbiano potuto veramente sostenere quanto abbiamo capito leggendo le loro parole!