Valle Peligna Politica
13 Novembre 2025
Parliamo di cose concrete
ORA SCENDE IN CAMPO LA DIOCESI
Andrea Iannamorelli
Due giorni di preghiere e riflessioni, nel tentativo di accendere un faro sulla crisi delle relazioni tra gli adolescenti, ma soprattutto sul degrado che sembra dominare il comprensorio territoriale di Sulmona e circondario, soprattutto per l’uso di sostanze stupefacenti che invadono “la piazza”, senza confini anagrafici e territoriali (tra Sulmona, Pratola Peligna e dintorni) e per i comportamenti soprattutto dei ragazzini, sempre più violenti e vessatori tra loro. Questo preoccupante “mercato della droga”, che sembra interessi non soltanto gli adulti segnati da precedenti penali, ma anche ragazzi e ragazzini, addirittura utilizzati anche da parenti e congiunti malavitosi, per sdoganare la diffusione di queste sostanze in settori anagrafici “insospettabili” e difficilmente raggiungibili da pusher abituali. E’ terribile: incominciano ad essere troppi i locali, in pieno centro storico oggetto di interdizione da parte delle competenti autorità, obbligate, per la tutela della “salute pubblica”.
L’appuntamento è fissato per domani, venerdì 14 novembre e sabato 15, nella cattedrale di San Panfilo; non soltanto per un momento liturgico presieduto da S.E. Michele Fusco, ma anche per ascoltare, successivamente. spunti e riflessioni offerte da esperti della comunicazione e dell’uso dei social, nel contesto nel quale viviamo.
E vien da dire “grazie” a Monsignor Vescovo che si è mosso, partendo dalla dedica di un momento liturgico il cui valore laico comunque si svilupperà fuori dalla chiesa, nell’auditorium del Centro Pastorale diocesano in Via Roosevelt 10, per portarci a ragionare su quello che sta accadendo e sui comportamenti più utili da tenere, da parte degli adulti consapevoli e responsabili per aiutare, soprattutto i ragazzi, a non farsi travolgere da questo momento sostanzialmente così negativo per la città ed il comprensorio.
È vero. Le autorità civili, ora, non sembrano indifferenti di fronte a quel che accade. Seguendo la cronaca quotidiana di queste settimane si nota come frequenti e diffuse siano le riunioni dei comitati “inter-forza” concepiti per garantire la sicurezza.
Ma per produrre utili cambiamenti positivi nei comportamenti individuali forse non basta presidiare il territorio nel tentativo di acciuffare il delinquente di turno (cosa che, per la verità incomincia a manifestarsi con una certa frequenza: una quarantina di arresti in poche settimane…).
Evidentemente non basta e bisogna “scendere in campo” per contrastare i possibili rifornimenti di manovalanza spicciola alle organizzazioni criminali che lucrano dalla diffusione e dallo smercio delle sostanze stupefacenti. E “scendere in campo” significa coinvolgere direttamente le scuole e le famiglie, che sono i luoghi più naturalmente efficienti, per una prospettiva di successo e risanamento dei rapporti sociali.
Ed è certamente importante e significativo che certe riflessioni siano guidate da esperti, quale il prof. Marco Brusati che pubblicamente darà la “sua” risposta alla domanda (retorica) se “è ancora possibile crescere nella società media lizzata” e analizzerà l’impatto che questo modello sociale nel quale viviamo ha sull’infanzia, la preadolescenza e l’adolescenza.
La psicologa, criminologa, dott.ssa Nicoletta Romanelli, membro dell’Equipe del servizio diocesano Tutela dei Minori e adulti vulnerabili, rifletterà sull’abuso (ovvero sull’uso incontrollato) degli strumenti di comunicazione online soprattutto ad opera degli adolescenti.
Quindi la dott.ssa Domenica Pagano, dirigente scolastico dell’Istituto Mazzini-Capograssi, entrando nel merito delle cose da fare, affronterà il tema del ruolo della scuola, quale agenzia educativa primaria, insieme alla famiglia, appunto, alle parrocchie e ai luoghi di aggregazione spontanea nei quali i ragazzi imparano a stare insieme e a gestire emozioni e sentimenti diversi, ma tutti caratterizzati dal bisogno dell’incontro.
Bisogna “scendere in campo”. Autorità civili e religiose, con gli strumenti che ciascuno può e sa utilizzare.
Pertanto personalmente non credo che con questa iniziativa si risolva subito in positivo il “momentaccio” di fronte al quale siamo.
L’iniziativa è certamente utile ed importante, tuttavia soprattutto se, all’interno dell’esperienza sinodale che la Chiesa cattolica sta vivendo, le parrocchie saranno mobilitate e sostenute anche dai poteri civici in un processo di raccolta non estemporaneo e/o rapsodico, che riproponga strumenti e luoghi di incontro e di iniziative che aiutino i ragazzi a crescere, così come è avvenuto nei decenni passati in Italia ma anche nella Valle Peligna, con utili esiti collettivi.
Autorità civili e religiose trovino, allora, risorse necessarie per consentire ai ragazzi di stare insieme cogliere obiettivi gratificanti.
Soprattutto le autorità investite dei poter di rappresentanza e di guida democratica, da Palazzo San Francesco, abbiano il coraggio (e trovino la forza) di riconoscere che il “momentaccio” del degrado sociale e civile che caratterizza il comprensorio nasce anche dal degrado economico che abbrutisce molti nuclei familiari alle prese con momenti difficili (perdita del posto di lavoro, ovvero timore della possibile perdita di un segno fisso di sostentamento, difficoltà della ricerca di alternative, smarrimento di una prospettiva di ripresa, diffuso senso di paura).
In altre parole se ci troviamo nella situazione che conosciamo e per la quale, contro la “paura” ci aggrappiamo a chiunque possa darci la speranza di “occuparsi di noi”, dobbiamo avere la sfrontatezza di dire chiaro e tondo che forse non bastano i contributi di riflessione psicoanalitica capaci di farci capire perché siamo così e come possiamo uscirne, ma occorrono anche strumenti concreti ed infrastrutture socio-ambientali capaci di assicurarci una prospettiva di futuro fatta di “resilienza” (per l’oggi) e “ripresa” (per un domani non da tempi lunghi…). Insomma: dobbiamo avere la consapevolezza di dire a noi stessi che i ragazzini non nascono “violenti” o “rissosi”, ovvero “pacifici”, “miti”, “tranquilli” …Sono quel che si manifestano a noi in relazione agli esempi dai quali attingono i modi del comportamento.
Ecco perché sono personalmente convinto che qui abbiamo bisogno di riappropriarci di una guida (non schizofrenica) fatta di certezze e di un progetto di futuro credibile e sereno. Ed il “miracolo” lo si compie stando insieme: guide civili e religiose. Non con le parole e basta, ma con le parole, certamente, ma anche con i fatti concreti e con gli esempi da imitare.

