DUE ANNI DI GUERRA NEL MEDIO ORIENTE  DOPO IL 7 OTTOBRE 2023

L’8 Ottobre 2023, dopo l’attacco di Hamas in territorio di Israele e il ritiro con gli ostaggi israeliani dentro la Striscia di Gaza, Israele dichiarò lo stato di guerra avendo come obiettivo ufficiale la loro liberazione e la cancellazione definitiva di Hamas.
In risposta all’incitamento di alcuni gruppi a manifestare oggi pro Hamas la Comunità Ebraica di Roma ha rivolto un appello alle istituzioni e alle forze politiche italiane perché “tutte le forze politiche esprimano la loro condanna unanime e che assumano provvedimenti concreti per contrastare questa deriva. Non si può restare in silenzio davanti a chi celebra la violenza e l’odio contro gli ebrei, qui, nella culla della civiltà occidentale”.
Non si può neppure restare in silenzio, questo lo diciamo noi, davanti a una città distrutta, a migliaia di uomini e donne uccise e, soprattutto, a migliaia di bambini innocenti morti sotto le bombe o di fame. Siamo contro ogni violenza, contro chi uccide per vendetta, contro chi non sa fermare la sua ira di fronte a gente inerme.
Il 7 Ottobre 2023  Hamas massacrò a sangue freddo giovani in un concerto e intere famiglie nelle loro case, con episodi documentati di brutalità e sadismo: non poteva passare sotto silenzio, ma neppure nelle prime ore del mattino il massiccio lancio di razzi (oltre 3.000) su varie località del sud e del centro di Israele, incluse Tel Aviv e Gerusalemme. Contemporaneamente, unità armate di Hamas e di altri gruppi palestinesi oltrepassarono la barriera di confine attraverso punti forzati, tunnel e con l’uso di veicoli motorizzati, deltaplani e via mare. I miliziani attaccarono basi dell’esercito, insediamenti e città israeliane nei pressi della Striscia, tra cui Sderot, Ofakim, Be’eri e Kfar Aza, con l’uccisione di bambini, stupri e torture.
Da due anni va avanti l’assalto brutale e implacabile di Israele a Gaza. Le vittime e distruzioni di questi due anni non potranno mai giustificare la vendetta di Israele contro Hamas.
Israele e Hamas hanno iniziato ieri in Egitto i negoziati basati sul piano Trump. 
Dopo 24 mesi di conflitto, entrambe le parti hanno manifestato disponibilità al dialogo, sebbene permangano divergenze sostanziali su questioni cruciali. I negoziatori dovranno affrontare nodi complessi: la tempistica e le modalità del rilascio dei 48 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, il ritiro delle forze israeliane dal territorio, il disarmo completo dei miliziani palestinesi e la definizione della squadra che governerà Gaza nel periodo post-bellico.
La nostra speranza è che le diversità, in nome di tanti innocenti morti, trovino alla fine democraticamente la condivisione per la Pace.