L’Aquila e Provincia Cronaca
14 Ottobre 2025
Disastri, prevenzione e assicurazioni: pagare tutti per pagare meno?
Redazione
Al centro del dibattito, che ha riunito esperti, accademici e rappresentanti istituzionali, il tema della prevenzione e dei costi dei rischi naturali e antropici e, in particolare, il tema attuale delle assicurazioni come strumenti chiave per costruire un sistema di resilienza sostenibile, capace di ridurre i costi futuri e rafforzare la sicurezza del territorio.
Dopo i saluti istituzionali da parte dei Carlo Bucci (LNGS-INFN) è seguita la presentazione del Consorzio da parte del presidente Lelio Iapadre, che ha voluto ricordare la memoria del Prof. Edoardo Alesse, tra coloro che hanno contribuito alla nascita del Consorzio. Gli interventi introduttivi di Giovanna Vessia (Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara) e Sandra Parlati (INFN-LNGS) hanno anticipato la tavola rotonda, moderata dalla giornalista Angela Ciano, che ha visto la partecipazione di Francesco Catalfamo, Giovanni Fabbrocino, Raffaello Fico, Luisa Giallonardo, Giovanni Legnini, Alessandro Palma, Salvatore Provenzano e Massimo Sargolini.
Aprendo il confronto, Giovanni Legnini (Commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma di Ischia) ha sollevato un interrogativo cruciale: “Perché non si investe di più sulla prevenzione, ma si interviene solo quando è ormai necessario ricostruire? È un grande interrogativo, a cui è facilissimo rispondere in teoria, ma difficilissimo declinare in concreto”. Legnini ha ricordato che “non esiste ancora in Italia una stima attendibile dei costi complessivi della ricostruzione: oltre 20 miliardi per L’Aquila, 30 per il Centro Italia, 12 per l’Emilia, alcuni miliardi anche per Ischia e altri catastrofi. Se avessimo usato anche solo la metà delle risorse disponibili per investire seriamente nella prevenzione sismica e idrogeologica, oggi i costi sarebbero molto minori e ne avrebbe beneficiato l’intero patrimonio edilizio pubblico e privato”.
Sul tema del "building back better" - una strategia globale per una ripresa post-catastrofi che mira a creare sistemi territoriali più forti, resilienti e sostenibili - Raffaello Fico (Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere USRC) ha osservato: “Se, in fase di ricostruzione del patrimonio edilizio, si spendesse un 25% in più per l'adeguamento sismico, si eviterebbe ma di dover ricostruire tutto da zero ogni volta. Anticipare l’emergenza significa spendere meglio e costruire meglio”.
Salvatore Provenzano (Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila) ha aggiunto: “Da eventi come questo nascono momenti di confronto preziosi. Dobbiamo concentrare l’attenzione sulla prevenzione, declinata non solo sul piano economico ma anche su quello sociale. Viviamo in un Paese esposto ai rischi: per questo la prevenzione deve passare anche dall’educazione e dalla comunicazione. In Giappone, la cultura del rischio si insegna a sei anni: formare oggi significa avere cittadini e decisori più consapevoli domani”.
Dalla Struttura di missione Sisma Abruzzo 2009 della Presidenza del Consiglio, Francesco Catalfamo ha posto l’accento sulla necessità di “unire la ricostruzione fisica dei territori con quella sociale ed economica, in una catena che coinvolga più attori”. Ha ricordato che “negli ultimi anni, con l’arrivo di nuovi fondi la ricostruzione ha accelerato, accompagnata da programmi complementari al PNRR, con interventi per la rigenerazione urbana e la mobilità sostenibile”.
Proprio il tema delle assicurazioni è emerso come uno dei nodi più caldi del dibattito. Legnini ha sottolineato che “generalizzare l’obbligo assicurativo sarebbe un errore se i privati fossero costretti a pagare premi proporzionati ai rischi dei luoghi in cui vivono. Servirebbe, invece, un approccio graduale e pragmatico: una co-fiscalizzazione che integri pubblico e privato, in modo che lo Stato mantenga il proprio ruolo di supporto, soccorso e ricostruzione e le famiglie siano sostenute in un sistema di protezione condivisa.”
Un concetto ripreso da Provenzano, che ha ricordato come “solo lo 0,2% degli immobili aquilani era assicurato prima del 2009, tutti appartenenti a istituti bancari e assicurativi. Oggi, a livello nazionale, siamo appena al 2,4%. Il tema è complesso, ma va affrontato con gradualità e fiducia reciproca. La raccolta di dati e la presenza della Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio possono aiutarci a trovare soluzioni concrete. Le istituzioni devono accompagnare le popolazioni colpite: la fiducia è la base della ricostruzione”.
Sempre Fico ha ricordato i dati europei: “Negli ultimi quarant’anni i disastri hanno causato 650 miliardi di euro di danni in Europa, di cui 52 solo nel 2022. L’Italia è al sesto posto per spesa causata dai disastri, ma solo il 5% è coperto da assicurazioni, contro il 20% della media europea. Non ci sono alternative al contributo misto, pubblico e privato. Pagare tutti per pagare meno, non solo nelle assicurazioni ma nell'impegno nella costruzione della sicurezza collettiva”. Luisa Giallonardo (Università degli Studi dell'Aquila) ha aggiunto un ulteriore dato significativo: “Investendo un dollaro in prevenzione si risparmiano 25 dollari in ricostruzione. È un rapporto migliorato rispetto al passato quando era di 1 a 4: il progresso è dovuto anche alla maggiore attenzione per la resilienza sociale”.
Sul piano economico e assicurativo, Alessandro Palma (GSSI Gran Sasso Science Institute) ha osservato che “andremo incontro a scenari in cui i costi dei disastri aumenteranno, così come il valore degli eventuali premi assicurativi. Se pochi pagano, pagheranno di più. E se esiste un patto assicurativo, dobbiamo evitare che diventi un incentivo a comportamenti più rischiosi: le politiche assicurative e i relativi premi per essere sostenibili devono camminare accanto a politiche di prevenzione più serie tenendo conto che, sul tema delle disuguaglianze, sia su scala globale sia locale, le popolazione più vulnerabili sono quelle più esposte al rischio, ma anche quelle meno responsabili".
Massimo Sargolini (Università degli Studi di Camerino) ha richiamato l’attenzione sulla pianificazione e sul monitoraggio: “È impensabile risolvere tutto con le assicurazioni. Serve una vera prevenzione, che significa pianificare e verificare le ricadute reali sul territorio. Solo così possiamo misurare l’efficacia delle azioni e ridurre il rischio in modo duraturo”. Giovanni Fabbrocino (Università degli Studi del Molise) ha infine sottolineato l’importanza di “preservare la memoria dei territori, perché la prevenzione non è solo un atto tecnico ma un dovere culturale verso il patrimonio collettivo”.
A conclusione dell’incontro e del dibattito con il pubblico presente in sala, il presidente del Consorzio HPC4DR, Lelio Iapadre, ha dichiarato:
“Questo è il punto di partenza di un processo di valorizzazione sociale delle conoscenze, che rappresenta una delle missioni fondamentali delle istituzioni di ricerca. Abbiamo discusso insieme di come investire nella resilienza per ridurre i rischi e i costi dei disastri, imparando molto da tutti i partecipanti al dialogo, e continueremo a farlo.”

