Scanno Tradizioni
5 Gennaio 2025, 06:50
Presepe Vivente a Scanno
Tra spiritualità e realismo
Maria Antonietta Mancini
Il presepe vivente, riproposto ieri sera, 4 Gennaio, dal Circolo Acli di Scanno e Villalago in collaborazione col Comune e con la Parrocchia, ha coinvolto il pubblico in una rappresentazione resa ancora più coinvolgente dal racconto, fatto dalla voce narrante che ha ripercorso la storia della Natività.
Una storia viva, umanizzata dai protagonisti della Sacra Famiglia, questa volta materializzata dai bambini ultimi nati con i veri genitori e dal realismo della scenografia ambientale. Un presepe vivente innovativo, caratterizzato dalla nuova forma di rappresentare le scene per cogliere il senso del sacro nel rapporto di immagine visiva e narrazione.
Sono stati scelti gli spazi più suggestivi del centro storico, con ingresso all’inizio di Via De Angelis, dove la “Vicenna” si fa più stretta, per finire in Piazza Vecchia.
Ad accogliere il pubblico c’erano delle bambine vestite con il costume tradizionale, che facevano strada con le loro lampade verso la piazzetta di Sant’Antonio Barone, per assistere alla scena dell’Annunciazione, raccontata con viva voce secondo l’episodio evangelico, per poi rivivere quella della visita a Santa Elisabetta, collocata su di una scalinata poco più in là. Il paese stesso assumeva la caratteristica di presepio, proseguendo verso l’Arco della Nocella, davanti ad una raffigurazione contadina con il fuoco acceso e la neve ammucchiata ai lati. Lungo Strada Silla si succedevano altre scene pastorali, la prima con i cavalli nel largo d’accesso a Via Canestro, l’altra nella piazzetta di San Giovanni, con lo stazzo delle pecore. Qui un invito alla riflessione veniva trasmesso dalla voce narrante per cogliere il senso più profondo della semplicità dei pastori, i primi accorsi alla capanna di Betlemme, rapportato al sacro.
Altre scene di uso quotidiano riproducevano uno spaccato scannese: l’artigianato rappresentativo dell’oreficeria e del tombolo, seguito dalla pasticceria e dalla produzione del formaggio, e un gruppo di giovani con cappa e cappello intenti ad eseguire canti dialettali. Riempivano le scene altre donne in costume, festivo e giornaliero.
Ancora una guida, nell’Arco dell’Olmo, attraverso Il racconto storico immetteva alla centralità della rappresentazione, con effetti di notevole efficacia scenografica, per la rievocazione della Natività nella capanna collocata all’interno dell’arco, con l’alternanza degli ultimi nati e dei relativi genitori e l’arrivo dei Re Magi.
La quotidianità dell’ambiente, la messa in scena dei prodotti locali, il paese con la sua architettura e i suoi abitanti, hanno costruito un presepe per la rappresentazione più vera del Presepe.