Nel Parco Nazionale del Gran Sasso rimosso uno storico bivacco

Merita segnalare di come nel Parco Nazionale del Gran Sasso, a cura della Sezione CAI de L’Aquila, con la collaborazione dei Vigili del Fuoco, si sia recentemente operato la rimozione di uno storico bivacco posto quasi sulla vetta della montagna (a 2666 metri); un’operazione di ripristino dei luoghi che merita lode (sebbene un bivacco sostitutivo sia stato nel contempo posizionato più in basso – a soli 1815 metri – in una piazzola che già ospitava un precedente manufatto poi distrutto da una bufera, nel Vallone della Fornacca).
D’altronde l’integrità delle montagne la si può mantenere anche con queste operazioni, una cosa che in America non è infrequente, specie nelle Aree Wilderness. E che in fondo può anche servire per ridurre l’impatto turistico, dato che non sono poche le persone che piuttosto che dalla bellezza dei luoghi e della natura sono spesso attratti soprattutto dalle strutture realizzate dall’uomo.
Lo storico bivacco rimosso, costituito da un una struttura in legno e metallo di colore rosso (“sembrava un puntino sospeso sul vuoto della Valle dell’Inferno”), che era dedicato ad un eroe abruzzese della prima guerra mondiale (Andrea Bafile) e che per la sua posizione e precarietà era stato dichiarato inagibile, sarà restaurato e, giustamente, conservato come un monumento storico in un parco urbano della città de L’Aquila. Il bivacco era stato posizionato lassù nel 1966, “sulla cresta della Vetta Centrale, in una piazzola appositamente sbancata sulla roccia.
Un’operazione che, con la sensibilità ambientalista di oggi, non sarebbe più possibile”. In pratica, era posizionato quasi sulla vetta del Gran Sasso, che è di 2.912 metri. Una lode, quindi, al CAI dell’Aquila che, magari non proprio con questo intento, ha comunque se non ripristinato il luogo, almeno lo ha liberato da una struttura che con lo scenario naturale c’entrava ben poco.