Il costume di Scanno sbarca in laguna
Mostra fotografica di Rosamaria Bidoli

Domani 23 Novembre l'inaugurazione

«Nel cuore dell’Abruzzo, a metà strada tra l’Adriatico e il Tirreno, a circa 1000 metri di altezza si trova Scanno, un antico Borgo molto apprezzato dai più grandi fotografi del ‘900. Sono bellissime le immagini restituite dall’occhio attento di Henri Cartier-Bresson, o da Giacomelli, o Berengo Gardin. Cito solo questi tre nomi ai quali è dedicata una targa in una via del paese che definisce Scanno come il Borgo dei Fotografi. Cos’ha di caratteristico Scanno? Potrei parlare del suo lago, a forma di cuore, o delle sue viuzze sulle quali sono state costruite delle scale per giungere più agevolmente in cima al paese. Ma ciò che colpisce non è solo l’architettura, ma soprattutto l’atmosfera che lì respiri. Tutto sa di antico, di fermo nel tempo, sembra di fare un tuffo nel passato: le tradizioni pulsano ancora nel cuore di questo borgo e sono il presente. Nel 2016, alle mie prime esperienze in campo fotografico mi sono recata per la prima volta a Scanno e come sono arrivata, una vecchia signora, con il fazzoletto nero in testa, il golfino nero e gli orecchini di fattura artigianale tipica abruzzese, era ferma fuori dall’uscio assieme ad altre donne più giovani. Mi sono fermata e ho chiesto se potevo farle delle foto. Lei ha fatto cenno di sì e poi guardandomi mi ha indicato il suo occhio, come dire: “prendi lì il fuoco”. Interessante questa anziana che molto probabilmente non ha visto il mondo, ma in qualche modo è il mondo che si è recato da lei e chissà, magari è stata ritratta in gioventù da qualcuno dei grandi fotografi sopra citati. Nel 2024 ancora due visite a Scanno. Nella prima sono andata in cerca di vecchie signore, ma ormai sono rimaste solo quattro anziane e non escono più di casa. Allora mi sono soffermata sulla costruzione architettonica del paese e sono rimasta colpita dalle scale: le vie sono a scale, l’ingresso delle case non è sulla strada come di solito succede negli antichi borghi, ma sopra una rampa di scale, scale che formano quasi delle spirali e ricordano i mondi impossibili di Escher. Scale eternamente ascendenti ed eternamente discendenti, quasi un loop. A distanza di pochi giorni, precisamente il 14 agosto, mi sono nuovamente recata a Scanno. L’occasione è una festa tradizionale chiamata Ju Catenacce che si svolge ogni anno in quel giorno. Le donne indossano gli abiti tradizionali, un unicum, probabilmente dovuto all’isolamento del paese nei secoli passati a cui si aggiunse la voglia per le giovani scannesi di arricchirsi di ornamenti autoctoni. Così assieme al copricapo di derivazione quasi sicuramente saracena, la gonna nera è arricchita da una sopragonna in prezioso tessuto chiaro, e il corpetto che evidenzia il punto vita è impreziosito da gioielli dal significato simbolico: i bottoni a forma dei chicchi del melograno richiamano abbondanza, fertilità e buona sorte, la fattura della collana è un richiamo ai pesciolini, che muovendosi fanno rumore scacciando le malelingue, un terzo seno sempre come richiamo a fertilità e abbondanza. Infine la presentosa, gioiello tipico abruzzese donato dal fidanzato alla promessa sposa. Ancora oggi nelle gioiellerie in Abruzzo vengono proposti questi antichi monili forgiati con metalli preziosi. Ju Catenacce è una rievocazione storica del corteo nuziale che accompagna la sposa prima in chiesa e dopo nella casa dello sposo novello e visto dall’alto sembra un catenaccio, da cui il nome, ma magari chissà potrebbe indicare qualcos’altro….La tradizione sembra risalire ai primi anni del ‘700. Il corteo termina nella piazza Vecchia di Scanno dove i figuranti ballano la Quadriglia accompagnati da musicisti che suonano strumenti di antica origine popolare. Un’emozionante atmosfera per questa festa popolare profondamente sentita. L’Abruzzo mantiene ancora un antico sapore e le sue tradizioni vivono nel presente. Questa mostra vuol essere un omaggio a mia mamma e mia nonna che in Abruzzo sono nate e mi hanno fatto amare questa meravigliosa terra».

Sono le parole emozionate e piene di incanto con cui mi racconta la sua ispirazione Rosamaria Bidoli, nata a Monfalcone in un giorno di primavera inoltrata, amante delle sfumature di rosso dell’autunno Carsico, innamorata di Scanno. Attualmente risiede a San Donà di Piave (Venezia) dove si occupa per passione e lavoro di arte e fotografia, specializzandosi in ritratti e paesaggi. Ha partecipato a diverse iniziative formative ed espositive, realizzando mostre personali e collettive e vincendo prestigiosi premi. I
Domani, 23 novembre, inaugura in Veneto la sua suggestiva mostra interamente dedicata a Scanno, con la curatela di Monica Mazzolini, attraverso gli scatti della storica rievocazione dell’ antico corteo nuziale de Ju Catenacce dello scorso 14 agosto 2024, organizzato con dedizione da Tiziana De Marco e Cesidio Giansante, che ha visto 20 coppie di tutte le età sfilare per piazze e ruelle del paese e creare scenografiche composizioni durante la tradizionale quadriglia in piazza San Rocco. Una bella opportunità per l’ antico costume muliebre di farsi ambasciatore della cultura scannese a Venezia e quindi nel mondo.
La mostra sarà disponibile la prossima estate in auditorium Guido Calogero, ospite della V edizione dell’ ormai consolidata rassegna letteraria di autrici Ju Buk Festival.