LAVORI AL LAGO DI SCANNO

Apprezzamenti e deprezzamenti

DA ALCUNI GIORNI sono in bella vista i lavori sulla strada provinciale circumlacuale, che hanno interessato un tratto della riva sinistra, “lato Scanno”, e i muri di sostegno “lato Villalago”, che hanno consolidato i muri cadenti, secondo il progetto “Sicurezza delle Rive del Lago di Scanno e della Strada Circumlacuale”.
I lavori sul “lato Villalago” sono soddisfacenti a vedersi, con il rivestimento di pietre, ma sicuramente ottimi per la loro funzione.
Quelli sul “lato Scanno” hanno suscitato, invece, dei malumori, perché ritenuti non adeguati per un sito Sic. Si lamentano il taglio degli alberi, i muri non degradanti, l’impossibilità di camminare lungo lo spazio fuori dalla carreggiata, la difficoltà dei pescatori di accedere alle rive.
La Procura di Sulmona ha avviate le indagini per la verifica di compatibilità tra il progetto, presentato, approvato e realizzato, e le direttive del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, che prescriveva di mantenere  “l’attuale profilo piano-altimetrico della sponda lacustre costituita da una pendenza digradante verso l’acqua”, a non effettuare “tagli delle essenze arboree presenti che costituiscono l’habitat naturale della fauna e microfauna tipica del luogo, oltre a caratterizzare dal punto di vista paesaggistico l’area”, a “limitare l’utilizzo dei massi ciclopici ove strettamente necessario e alternarli alla sistemazione di terreno vegetale in maniera da favorire il rinverdimento del sito”, a far si “che le gabbionate da reintegrare non costituiscano una parete verticale e continua di delimitazione della sponda, altresì siano posizionate in maniera organica, discontinua e non lineare seguendo l’andamento naturale del profilo spondale piano-altimetrico; pertanto non devono avere una forma cubica ma a parallelepipedo, e senza spigoli vivi coperte da terreno vegetale e con altezza di cm 50 e sfalsate nel senso della pendenza”, “di utilizzare prevalentemente sistemazioni a palificate cespugliate di legname, al fine di ripristinare, l’assetto naturalistico e paesaggistico della riva del lago”.
Sarà la Procura ad esprimersi a riguardo.
A molti non piacciono i nuovi Guard Rail alti e arrugginiti. Abbiamo chiesto al Capocantoniere, Pasquale Lavillotti, il perché di quella scelta. Ci ha riposto che “la Provincia dell’Aquila ha fatto una scelta che rispondesse al massimo alle richieste di sicurezza sia per le macchine, sia per le moto. Sono dispositivi di ultima generazione atti a ridurre gli incidenti per sbandamento, considerando che al disotto della strada c’è un lago. Sono rispondenti - ha sottolineato - al D.M del 2004 per garantire condizioni di sicurezza accettabili. Per quanto riguarda la ruggine - ci ha spiegato - è evidente che ci sia perché sono fatte di acciaio Corten, che subisce questo processo, fino ad assumere una patina colore caldo e bruno, che lo protegge dalla corrosione, a differenza del normale acciaio che perde la sua brillantezza. Essi non hanno bisogno di manutenzione e sono sempre più utilizzate”.
Da semplici cittadini riteniamo che i lavori abbiano privilegiato la consistenza dei muri di sostegno per far fronte al passaggio dei mezzi pesanti. L’aspetto paesaggistico è sì variato, ma aspettiamo che la natura si riappropri di quello che le appartiene, che ci sia la prevista piantumazione di alberi e sia ripristinato il camminamento con opportune protezioni.