Morti di sete a Villalago

I teneri alberelli della "Foresta per Amarena"

Domenica 21 Ottobre 2023, in nome dell’orsa Amarena, l’associazione “Una foresta per Amarena”, fondata da Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, una coppia pescarese, diede il via ad una prima piantumazione di alberi da frutto in terreni demaniali di Villalago. Lo scopo era quello di fornire frutta agli orsi che, confidenzialmente, scendono in paese.
Alla posa delle prime pianticelle c’erano gli organi di stampa, TGR Abruzzo e persino il direttore del Parco Abruzzo, Lazio e Molise. Nessuno si è dovuto fare una lunga scarpinata su per la montagna, perché il sito è a 50 m. dalla strada variante, asfaltata e percorribile con le macchine, a ridosso del paese. E nessuno ha dovuto scavare, perché è stato usato un mezzo meccanico.
Tra i volontari c’erano anche quelli del gruppo FB “Le montagne dell’orso”, arrivati da Pescara, e alcuni dei paesi vicini. Fu un giorno di euforia, di festa, perché si pensava che quella foresta avrebbe finalmente sfamato gli orsi, tanto da farli desistere dal cercare il cibo in paese. Il giorno dopo, 22 Ottobre, intorno alle pianticelle venne posta una rete per proteggerle dai cervi.
Noi di questo giornale manifestammo apertamente la nostra contrarietà alla realizzazione di un frutteto nelle vicinanze del paese, per diversi ed ovvi motivi, ma principalmente perché avrebbero avuto bisogno di cura costante e sarebbero stati ben presto distrutti, una volta tolta la recinzioni, dai cervi, ma anche dagli stessi orsi.
Riportammo la nostra intervista a Franco Zunino, segretario generale della Wilderness Italia e primo studioso dell’orso marsicano, essendo stato negli Anni Settanta del secolo scorso guardia parco.

Quello di piantare alberi da frutto - ci disse Zunino - per aiutare l'alimentazione dell'orso è una storia ormai vecchia, tanto vecchia quanto inutile (così come lo fu quella della potatura delle piante di mele selvatiche di ormai tanti anni fa!). L’ho detto e scritto più volte con tanto di fotografie esemplari di alcuni di questi "frutteti per l’orso" con il prima (quando li piantarono) e il dopo (quando di quelle piante non è rimasto più nulla). Le ragioni della mia contrarietà sono talmente ovvie che mi faccio meraviglia del fatto che le debba dire a gente dei paesi montani d’Abruzzo dove vive l’orso! Innanzi tutto, l’orso ha bisogno di prodotti di immediata utilità alimentare nel momento che andrà a cercarli, come ad esempio nei campi di mais, grano, lupinella, carote, ecc.. In secondo luogo, se gli alberi da frutto li si potesse piantare già vecchi di decine di anni con tanto di frutti già disponibili, la cosa avrebbe un senso, per non dire della loro rapida mortalità non appena sarà cessata l’accudimento (acqua). Ma c’è poi un altro aspetto che va evidenziato: gli orsi devono essere aiutati a ritornare in montagna, lontano dai paesi, e i frutteti attorno ai paesi non è che favoriranno il loro allontanamento, anzi, sarà un altro motivo per attirali nei pressi dei paesi. Inoltre, ma chi è che si illude che gli orsi di fronte alla prospettiva di trovare in paese quegli alimenti di cui va alla ricerca, non lo farebbero, limitandosi a cibarsi di mele o pere? Infine, ma lo sanno gli abitanti di Villalago, che le loro montagne sono già ricche di mele selvatiche e altri alberi con bacche appetite dagli orsi (come lo è tutto il Parco d’Abruzzo?).

Circa la totalità della pianticelle sono morte per il mancato “accudimento”. Sono morte di sete, perché nessuno si è preoccupato nei mesi caldi di andarle a irrigare. Il Comune di Villalago ha un’auto botte, ma perché non è intervenuto? Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, presidente dell’Associazione “Una foresta per Amarena”, dove stavano? Quale direttiva hanno dato ai loro soci?
Questo capita a chi non vuol sentire mai le ragioni altrui ed agisce per altri scopi.