L’AMBULANTE E LA NIGERIANA

Nel luglio del 2007 il paese corse un serio pericolo: il caldo eccessivo lo aveva aggredito con fiammate improvvise dalla parte meridionale. I pochi volenterosi, che erano sfuggiti al pomeridiano amplesso di Morfeo, accorsero sull’area che aveva sospinto il pericolo sotto le prime case, con l’appoggio di alcuni canader e elicotteri che riuscirono a sventare gli effetti della calamità.
Intanto per caso, mentre viaggiava sull’autostrada, un commerciante sulmonese che frequentava il borgo nello svolgimento della sua attività, Roberto, senza esitare uscì dallo svincolo e salì verso il paese: a una delle prime case che incontrò, si tolse i sandali e si fece prestare un paio di scarponi e corse ad affrontare il fuoco che intanto si era allargato e stava lambendo le abitazioni dalla parte orientale a causa del vento turbinoso. Il sindaco, il quale, tornando dal lavoro aveva scorto la minaccia dall’autostrada, si diresse subito verso il punto più critico pur avendo un impegno con il compianto professor Emiliano Giancristofaro (impegno relativo alla futura fondazione del “Centro Di Nola”); l’ospite si trattenne per assistere allo spegnimento. Che avvenne a tarda sera, grazie anche all’intervento dei pompieri venuti da Sulmona i quali andarono a rifornirsi di altra acqua alla Fonte Maggiore del Casale, coadiuvati sempre dalla presenza assidua del sindaco.
La notizia della minaccia fugata fu da noi riferita a suo tempo; ora abbiamo ritenuto opportuno riassumerla con qualche particolare per mettere in parallelo due episodi di solidarietà umana che esaltano Roberto e una giovane nigeriana che, secondo quanto riportato dalla cronaca recentissimamente, ha salvato dalle acque un uomo.
Il cambiamento climatico pazzo, come una parte di generazione che si profila all’orizzonte, ha portato alla ribalta una giovane signora arrivata dal Niger nel 2015 e da sei anni abitante a Catania con un bimbo di due anni: Angela Isaac impersona un ottimo esempio di integrazione, in quanto si è ben amalgamata nell’ambiente che la ospita e l’amalgama stesso è culminato nell’episodio del 19 ottobre, quando la giovane si è tuffata senza alcuna esitazione nelle acque impetuose convogliate da Giove pluvio su una strada e la violenta corrente stava travolgendo un uomo. Dunque il suo intervento ha superato l’integrazione sublimandosi nell’espressione solidale che oltretutto ha manifestato verso una persona estranea alla sua etnia. Per le lodi che poi lei ha meritato ha dimostrato anche umiltà e discrezione: ha dichiarato che la sua non è stata una impresa eccezionale rispetto all’educazione ricevuta.
Come sarebbe bello il mondo se quei miliarducci di abitanti fossero solidali: tornerebbe in auge qualche termine obsoleto come pace, diritto, dovere, rispetto. Chissà se in tal caso il clima rinsavirebbe?